La Santa Messa
Gloria a Dio nell’alto dei cieli

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Continuiamo con la catechesi sulla Santa Messa. Per comprendere la bellezza della celebrazione eucaristica occorre avere embre presente  la Messa è preghiera, anzi, è la preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più “concreta”. Infatti è l’incontro d’amore con Dio mediante la sua Parola e il Corpo e Sangue di Gesù. È un incontro con il Signore.

La celebrazione dell’Eucaristia è per i cristiani il momento fondamentale per dare testimonianza della propria fede in Cristo crocifisso e risorto. La messa infatti è il sacrificio incruento della croce che si ripete ogni qual volta un sacerdote “in persona Christi capitis” pronuncia le parole della consacrazione
 
È importante quindi approfondire sempre più il significato dei diversi momenti della messa. In verità siamo abituati a viverli in maniera poco approfondita con il rischio di non comprenderne la profondità e di abituarci addirittura alla celebrazione dei misteri dellasalvezza.
 
La prima parte della Messa, il momento introitale culmina nel canto del “Gloria”, la solenne dossologia che ci unisce al canto angelico facendoci esultare stupiti della salvezza preparata da Dio per noi.
“Gloria in excelsis Deo”!
Siamo chiamati a guardare in alto, a unirci al cielo e ad entrare nella bellezza senza fine della gloria divina, cantandola con amore. La percezione della sua presenza fa esultare la Chiesa e il mondo, e quella gloria che noi proclamiamo si riversa su di noi rendendocene partecipi.
 
Con le parole degli angeli a Betlemme si scopre un lembo della gloria di Dio nei cieli. La luce che da Betlemme si irradia sull’intera storia rifulge in questo canto, nello stupore di tutto il creato il mondo contempla Dio Bambino, il cielo si è piegato sulla terra per condurre gli uomini dalla terra al cielo, per formare un ponte mirabile su cui far camminare il popolo dei salvati facendoli entrare nella gloria del cielo.
 
Ma ecco chela gloria di Dio, si riversa con il dono della pace sulla terra e in particolare sugli uomini che Dio ama.
“Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa.”
C’è qui un’espansione verbale che cerca le parole più idonee per esprimere un sentimento che riempie il cuore di chi prega.
 
Possono ben lodare Dio in pienezza per la sua gloria tutti gli uomini, perché – come dice S. Ireneo - la gloria di Dio è l’uomo vivente. L’uomo immagine della Santa e Beata Trinità. Quid est homo? Si chiede il Concilio Vaticano II inGaudium et Spes: Homo est imago Dei!
 
Il Gloria continua e la lode si trasforma in contemplazione del Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Le parole dell’uomo non possono definire Dio, e allora ecco la lode e la benedizione: “Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente”; e ancora con maggior insistenza: “Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre”. La gloria del Padre si riversa sul Figlio e a Lui ritorna attraverso il Figlio nello Spirito in quell’armonioso dinamismo tipico della preghiera cristiana: Al Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo.
 
L’Agnello immolato riceve la lode di tutto il popolo, della Chiesa di tutti i tempi, e la creatura umana percepisce di essere misteriosamente all’unisono con il coro degli angeli e dei santi dell’Apocalisse: “…intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: “L’agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione”.
L’Agnello che toglie i peccati del mondo toglie tutti i loro peccati, ascolta le loro preghiere e li fa sedere con Lui alla destra del Padre, nella sua gloria.
 
Allora agli oranti non resta che balbettare parole piene di una riconoscente adorazione.
“Tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella Gloria di Dio Padre….
Nessuna parte della Messa è così festosa come il Gloria, dove sembra sempre di sentire sullo sfondo l’eco degli angeli ai pastori di Betlemme: Vi annuncio una glande gioia che è di tutto il popolo: oggi è nato per voi il Cristo di Dio. Gloria nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore!

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