Il Catechismo della Chiesa Cattolica
Prefazione

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Il Catechismo della Chiesa Cattolica è stato consegnato e affidato alla Chiesa in un momento storico caratterizzato da una transizione epocale globale.

Esso fu il dono d'amore che il Papa Giovanni Paolo II ha fatto alla comunità ecclesiale, quale sollecitudine del suo ministero di supremo e universale pastore (1978-2005).

Lo scopo, la natura e le finalità di questo Catechismo so­no state indicate dallo stesso Pontefice, il quale, nella Costi­tuzione Apostolica Fidei depositum, ricorda che «custodire il deposito della fede è la missione che il Signore ha affida­to alla sua Chiesa e che essa compie in ogni tempo» (FD 1).

E più oltre il Papa completa il suo pensiero, affermando che «l'approvazione e la pubblicazione del Catechismo del­la Chiesa Cattolica costituiscono un servizio che il succes­sore di Pietro vuole rendere alla santa Chiesa cattolica, a tutte le Chiese particolari in pace e in comunione con la Se­de Apostolica di Roma: il servizio, cioè, di sostenere e con­fermare la fede di tutti i discepoli del Signore (cfr. Le 22,32), come pure di rafforzare i legami dell'unità della me­desima fede apostolica» (FD 4).

La Chiesa ha sempre voluto trasmettere, nei modi e con i mezzi propri di ogni epoca, il deposito della fede come garan­zia di autenticità e di fedeltà al dono ricevuto dal suo Signore.

La storia del catechismo e della catechesi offre ampia te­stimonianza della sollecitudine pastorale, con cui il magi­stero della Chiesa ha inteso codificare la dottrina cattolica.

Le stesse Sacre Scritture altro non sono che la manifesta­zione «dell'ammirabile condiscendenza dell'eterna Sapien­za, affinché possiamo apprendere l'ineffabile benignità di Dio e quanto egli, sollecito e provvido nei riguardi della no­stra natura, abbia contemperato il suo parlare» (DV 13).

 

Nel corso dei secoli la Chiesa ha redatto i libri della fede chiamati tradizionalmente catechismi. L'importanza di tali strumenti è stata sottolineata dal Papa Giovanni Paolo II nel discorso alla commissione per la preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica: «L'importanza del catechismo nella catechesi è grande, co­me è ampiamente dimostrato dall'esperienza multisecolare della Chiesa. In effetti, anche se il genere catechismo - così come oggi lo intendiamo - divenne d'uso soltanto al tempo della Riforma, la sua essenza, quale struttura fonda­mentale della trasmissione della fede, è tanto antica quan­to il catecumenato, vale a dire quanto la Chiesa e, nella sua sostanza è irrinunciabile»[1].

Entro questo contesto ecclesiale il Catechismo della Chiesa Cattolica non può che essere accolto come un servi­zio di maternità feconda della Chiesa sempre assistita dal­la potenza dello Spirito Santo.

Il Catechismo, allora, atto del magistero ordinario del Sommo Pontefice è:

 

1. Norma sicura per l'insegnamento della fede (cfr. FD 4)

 

Parafrasando e adattando al Catechismo della Chiesa Cattolica - senza forzature - quanto i catecheti francesi han­no messo in luce in merito al significato e alla natura di un catechismo, potremmo dire che, in ordine alla normativa si­cura per l'insegnamento della fede, il testo recentemente pubblicato:

-         mette in luce l'origine divina del cristianesimo;

-         mostra la coerenza interna del cristianesimo;

-         costituisce un libro di riferimento per affrontare le que­stioni fondamentali sul senso dell'esistenza;

-         fornisce una formulazione aggettiva di fronte al flut­tuare delle opinioni individuali;

-         illustra la specificità del cattolicesimo e da punti di rife­rimento sicuri ai cattolici;

-         testimonia la parola della fede meditata[2].

 

2.  Strumento valido e legittimo della comunione ecclesiale (cfr. FD 4)

 

La Chiesa è comunità soprattutto quando ascolta insie­me, crede insieme, celebra e professa insieme.

«La verità cattolica è pienamente tale se raggiunge la comunione, cioè vi è accoglienza della stessa verità da par­te di tutti. Non afferrare questo, specialmente nell'attuale congiuntura, è non avvertire la gravita del problema della verità della fede e dell'unità in essa, è trascurare lo Spirito che parla alla Chiesa»[3].

 

3.  Strumento di rinnovamento, al quale lo Spirito Santo incessantemente chiama la Chiesa di Dio (FD 4)

 

II Papa Giovanni Paolo, a tal proposito, nella Costituzio­ne Apostolica, cita un memorabile intervento del suo prede­cessore Giovanni XXIII, il quale, nel discorso di apertura del Concilio ecumenico Vaticano II ha detto: «Illuminata dalla luce di questo Concilio la Chiesa... si ingrandirà di spirituali ricchezze e, attingendovi forze di nuove energie, guarderà intrepida al futuro... Il nostro dovere è di dedi­carci con alacre volontà e senza timore a quell'opera che la nostra età esige, proseguendo così il cammino, che la Chie­sa compie da quasi venti secoli»[4].

 

4.  Testo di riferimento per l'elaborazione dei Catechismi locali (cfr. FD 4)

 

È nella natura di questo Catechismo essere un punto di riferimento per la necessaria e utile elaborazione di Cate­chismi nazionali, regionali e diocesani.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica non intende assolu­tamente escludere, sostituire, sminuire i Catechismi locali, sia quelli in uso, sia quelli che saranno preparati in seguito. Esso intende assicurare l'immutabile verità evangelica e l'unità della fede della Chiesa. Esso cioè, al fine di salva­guardare la dottrina della fede da interpretazioni soggetti­ve, omissioni o riduttività, mira a suscitare, nell'ottica della pedagogia della fede, quella «sinfonia della fede» (FD 3) che si attualizza nella comunità ecclesiale, quando la Chiesa annuncia, professa e celebra l'unica e intangibile verità evan­gelica.

In quest'orizzonte è ancora la parola del Papa che chiari­fica e assicura: «Questo Catechismo non è destinato a sosti­tuire i Catechismi locali debitamente approvati dalle auto­rità ecclesiastiche, i vescovi diocesani e le Conferenze Epi­scopali, soprattutto se hanno ricevuto l'approvazione della Sede Apostolica. Esso è destinato a incoraggiare e aiutare la redazione di nuovi catechismi locali, che tengano conto delle diverse situazioni e culture, ma che custodiscano con cura l'unità della fede e la fedeltà alla dottrina cattolica» (FD 4).

A tal riguardo nel Prologo si legge: «il Catechismo della Chiesa Cattolica è orientato verso la maturazione della fe­de, il suo radicamento nella vita, il suo irradiamento nella testimonianza. Per sua stessa finalità questo Catechismo non si propone di realizzare gli adattamenti del contenuto, né di trattare metodi catechistici esigiti dalle differenze di culture, di età, di vita spirituale, di situazioni sociali ed ec­clesiali dei destinatari della catechesi. Questi adattamenti indispensabili sono compito dei catechismi pertinenti...» (Prologo nn. 23-24).

 

5. Modello di inculturazione della fede rivelata (cfr. FD 4)

 

Pentecoste inaugura il rapporto della fede cristiana e delle culture come evento di compimento e di pienezza: la promessa della salvezza, adempiuta da Cristo risorto, riem­pie il cuore dei credenti con l'effusione dello Spirito Santo. La prima prova della cattolicità appare quando le differen­ze connesse con la cultura minacciano la comunione (cfr. At 6,1ss).

Gli Apostoli non sopprimono le differenze, ma evangeliz­zeranno le culture, rendendo possibile la comunicazione del vangelo nelle lingue native dei popoli.

Il processo di inculturazione può definirsi come lo sfor­zo della Chiesa per far penetrare il messaggio di Cristo in un determinato ambiente socio-culturale, invitandolo a crede­re secondo tutti i suoi valori propri, stante il fatto che questi siano conciliabili con il vangelo.

 

La Slavorum Apostoli, a tale riguardo, si esprime così: l'inculturazione «è l'incarnazione del vangelo nelle culture autoctone e insieme introduzione di esse nella vita della Chiesa» (21).

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, in sintonia con il luminoso esempio della prima comunità ecclesiale, è in sé un tentativo ben riuscito di inculturazione della fede.

Certamente, il testo ne­cessita di una mediazione catechistica del messaggio cri­stiano ad opera dei Catechismi locali, che dovranno essere elaborati nel rispetto dei due criteri fondamentali enunciati nella lettera enciclica di Giovanni Paolo II Redemptoris missio: la fedeltà al vangelo e la comunione di fede con la Chiesa universale (cfr. RM 54).

Le culture - nella misura in cui sono animate e rinnovate dalla grazia e dalla fede - sono complementari. Esse permet­tono di vedere la multiforme fecondità di cui sono capaci gli insegnamenti e le energie dello stesso vangelo. «Cristo stesso, attraverso la sua incarnazione, si legò a determina­te condizioni sociali e culturali degli uomini con cui visse» (AG 10).

 

La pubblicazione e la consegna del Catechismo della Chiesa Cattolica - sulla base di quanto osservato - diventa segno profetico del Papa Giovanni Paolo II che richiama «sia pure per analogia, il gesto suggestivo della "traditio" nell'antica prassi del cammino catecumenale, là dove si di­ceva: "Carissimi: ascoltate le parole della fede. Accogliete­le e conservatele con cuore sincero"».[5]

Questo sarà possibile se ciascuno si accosterà al Catechi­smo con quella libertà inferiore e quella serenità dello spiri­to - propria dei poveri di spirito - e accoglierà con disponibi­lità e gratitudine il dono che la Chiesa-madre ha inteso fare ai suoi figli.

Il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha invitato cordialmente la Chiesa che vive in Italia a superare letture di parte e ad accogliere «in­tegralmente i termini con cui questo strumento insigne ci viene proposto dal Papa» per «considerare come un vero dono di Dio questo codice di buon cammino della fede e se­gno certo di comunione ecclesiale».[6]

 

Sostenuti da tale atteggiamento, potremo meglio recepi­re le parole del Santo Padre, il quale ha offerto il Catechi­smo della Chiesa Cattolica «a ogni uomo che ci domandi ra­gione della speranza che è in noi (cfr. IPt 3,15) e che voglia conoscere ciò che la Chiesa Cattolica crede» (FD 4).

 

Allora, sotto tutti i cieli e in ogni cultura il Popolo di Dio, adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito San­to, proclamerà: «Questa è la nostra fede! Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriarne di professarla, in Cristo Ge­sù nostro Signore».

 



[1] Cfr. Osservatore Romano, 16-11-86.

[2] Modes d'emploi du Catéchisme pour adultes. Guide d'utilisation propose par le CNER, Paris 1992, p. 19.

[3] Cesare Bissoli, Catechesi e Catechismi, Comunicazione al II Convegno na­zionale dei catechisti, Roma 20/22-11-1992.

[4] AAS 54 (1962) p. 788-791.

[5] Lorenzo Chiarinelli,  Il Catechismo della Chiesa Cattolica, in Notiziario VCN, n. 2-3, 30-6-1992, pp. 59-63.

[6] Camillo card. Ruini, Testimoni del Vangelo nella città degli uomini, Allo­cuzione al II Convegno nazionale dei catechisti, Roma 20/22-11-1992, n. 20.