Chiese vuote e pochi preti. Tre italiani su quattro non vanno in chiesa

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Sono molto legato alla mia Terra di origine e alla mia Valle. Non passano feste comandate che io non sia tra i miei cari e con la comunità che mi ha visto nascere e ha accompagnato i primi passi del mio sacerdozio. Ma mai come nell'ultima visita, la mia comunità parrocchiale di origine mi ha molto meravigliato.
Troppi fedeli sono rimasti lontani dalle chiese e dalle funzioni religiose.
 
Ho voluto saperne di più. In teoria si conoscono sempre molte cose. Ma questa volta ho voluto documentarmi. Esaminando i dati forniti dall'Istat si osserva la progressione di un fenomeno che, nei prossimi lustri, sembra destinato a spopolare i luoghi di culto. Se nel 2007 una persona su tre (esattamente il 33,43 per cento) dichiarava di frequentare luoghi di culto almeno una volta alla settimana, oggi la percentuale è scesa al 27,5%, minimo storico degli ultimi dieci anni.
 
Insomma, mentre rimane stabile il numero di coloro che continuano a professarsi cattolici non praticanti, diminuisce progressivamente il numero di coloro che almeno la domenica si recano in una chiesa o in parrocchia per assistere alla messa domenicale.
 
Dai dati Istat si ricava che oggi (l'aggiornamento è alla fine del 2016) entra in chiesa almeno una volta alla settimana poco più di una persona su quattro. D'altro canto aumentano quelli che non mettono mai piede in chiesa, neppure la domenica: erano il 18,2% nel 2007 e sono il 22,7 oggi.
 
La diaspora più consistente, però, riguarda il mondo giovanile. Il vero crollo è fra i giovanissimi e soprattutto tra le ragazze. Dal 2010 le 6-13enni che frequentano la “messa della domenica” calano del 25%. Una diminuzione ancora più accentuata dai 14 ai 17 anni, dove arriva al 40%. Nel segmento di età compreso tra i diciotto e i 24 anni, si è perso una fetta del 30 per cento di fedeli «osservanti». Tra i nati dopo il 1970 e più ancora dopo il 1981 e le precedenti generazioni sembra veramente di osservare un altro mondo. I giovanissimi sono tra gli italiani quelli più estranei a un'esperienza religiosa. Vanno decisamente meno in chiesa, credono di meno in Dio, pregano di meno, hanno meno fiducia nella Chiesa, si definiscono meno come cattolici e ritengono che essere italiani non equivalga a essere cattolici. Tra i giovanissimi anche le donne vanno pochissimo in chiesa, al pari dei maschi.
I nostri giovani non fanno a tempo a prendere i sacramenti che già in certo senso sono fuori dalla comunità ecclesiale. È una realtà con cui non possono non fare i conti chiesa e famiglie, preti, catechisti ed educatori cattolici. Com’è possibile che il senso del sacro svanisca in un lasso di tempo tanto risicato?
C’è molto su cui interrogarsi: questi dati dovrebbero suonare come un campanello. D’allarme, s’intende.
 
La stragrande maggioranza di coloro che frequenta la messa la domenica è composta da anziani. Vanno in chiesa ogni domenica il 40% degli anziani, rispetto al 25% di quanti hanno un'età compresa tra i 45 e i 60 anni, rispetto ancora al 15% circa dei giovani tra i 18 e i 29 anni.
 
Questo è il quadro fornito dalle cifre. Con questi chiari di luna è facile intravedere la futura condizione di minoranza del cattolicesimo in Italia. È facilmente immaginabile che quando i figli della attuale generazione saranno genitori, non faranno altro che dare un ulteriore contributo alla secolarizzazione.

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