1 domenica per annum A
Battesimo del Signore

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Scriptorium padovano sec. XIV-XV, Iniziale H istoriata con Battesimo di Gesù

 

Dal Vangelo secondo Matteo 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».  <<< + >>>
  

Sebbene il racconto evangelico parli dell'immersione di Gesù nel Giordano, ciò che è decisivo non è questo battesimo di acqua che ha ricevuto dal Battista, ma l'accoglienza dello Spirito che il Padre mandò su di lui. Secondo il Vangelo di Matteo, Gesù è venuto a battezzare non con l'acqua come fece il Battista, ma con «Spirito Santo e fuoco» (3, 11).

Pertanto, in un momento cruciale della sua vita, Gesù proclamò con forza: «Sono venuto per portare il fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già stato acceso» (Lc 12, 49).
 
Il fuoco, nella tradizione biblica, è uno dei grandi simboli della presenza del Dio vivente. Il fuoco rappresentava per gli ebrei la santità incandescente di Dio, attraente e terribile allo stesso tempo. Dio è il fuoco che attira, riscalda, illumina e rigenera, ma è anche il fuoco che brucia, divora, trasforma e purifica.

Nella grande scena del Monte Horeb, Mosè fu attratto dal cespuglio che bruciava senza essere consumato dal fuoco, ma la voce dall'alto gli ricordò che non avrebbe potuto avvicinarsi a Dio solo a piedi scalzi e dopo essersi purificato.
 
I Vangeli chiariscono fin dall'inizio che Gesù viveva e agiva mosso dallo "Spirito di Dio". Hanno sempre preteso che non fosse confuso con nessun "maestro della legge". Non hanno mai voluto che fosse identificato con un falso profeta, disposto a trovare un equilibrio tra la religione del tempio e il potere di Roma.

Ecco perché d
opo il battesimo nel Giordano, Gesù non tornò al suo lavoro a Nazaret; né si aggregò al movimento del Battista. La sua vita si sarebbe centrata in un unico obiettivo: annunciare a tutti la Buona Novella di Dio, il quale desidera che ogni uomo sia salvo.
 
L'evangelista Matteo, chiede, specificamente che nessuno lo equipari al Battista. Che nessuno lo veda come un semplice discepolo e collaboratore di quel grande profeta del deserto. Gesù è «il Figlio amato di Dio». E a conferma, descrive con dovizia di particolari che dopo il battesimo ricevuto da Giovanni nel Giordano «si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui». Solo lui avrebbe potuto "battezzare" con lo Spirito Santo e con il fuoco.
 
Lo Spirito di Dio è il respiro di Dio che crea, avvolge e sostiene tutta la vita. E’ la forza che Dio possiede per rinnovare e trasformare i vivi. E’ la sua energia amorevole che cerca sempre il meglio per i suoi figli e le sue figlie. Gesù si è sentito inviato non a condannare o distruggere, ma a guarire, costruire e benedire. Lo Spirito di Dio lo portò a potenziare e migliorare la vita. Pieno di questo buon "Spirito" di Dio, si dedicò alla liberazione degli "spiriti maligni", che danneggiano, schiavizzano e disumanizzano.
 
Cari Amici,
l’esperienza del battesimo di Gesù al Giordano reca con sé un significato anche per noi. La fede è un itinerario personale che ognuno deve percorrere. E’ molto importante, senza dubbio, quello che abbiamo ascoltato fin da fanciulli dai nostri genitori, dai catechisti e altri educatori.

Tuttavia è necessario che oggi ciascuno di noi si ponga una domanda: In chi credo io? Credo davvero in Dio o in quello che mi dicono di Lui?
 
Non dobbiamo dimenticare mai che il cammino della fede è sempre una esperienza personale, un incontro intimo e personale con Gesù Cristo. E tutto questo non può essere delegato a ciò che ci raccontano gli altri. Possiamo essere orientati alla fede, ma ciascuno è chiamato personalmente ad aprirsi in maniera personale, fiduciosa e confidenziale con Dio. 
 
Per lo stesso motivo la fede non consiste nell’accettare un determinato contenuto di formule. La fede non  è un capitale che riceviamo il giorno del nostro battesimo e di cui possiamo disporre a piacimento. Essere credenti è vivere permanentemente all’ascolto del Dio di Gesù Cristo, imparando a vivere giorno per giorno l’intimità divina.
 
 Essere credenti e vivere in pienezza il battesimo ricevuto non dipende sostanzialmente dal contenuto dottrinale raccolto in un catechismo. Tutto questo è molto importante e utile al fine di configurare la nostra visione cristiana dell’esistenza.

Tuttavia prima di tutto questo, vi è un dinamismo interiore che ci sospinge a conoscere, amare, servire Dio, confidare sempre in lui, il Dio rivelato da Gesù Cristo.  La cosa decisiva è la fedeltà a Dio che ci è manifestata nel suo Figlio Gesù Cristo.

È urgente accendere nel cuore dell'uomo moderno il desiderio e la passione per il Dio vivente.

E’ necessario anche per noi un «battesimo dello Spirito Santo e del fuoco» che ricordi gli impegni e le promesse che sono stati fatti nel giorno del nostro battesimo.

E’ urgente che risvegliamo in noi il desiderio di Dio, sbloccarlo e farlo crescere. E’ urgente che purifichiamo la caricatura di un cristianesimo vissuto senza Cristo e far risplendere nella nostra vita il vero volto incarnato di Cristo.

E’ urgente che restituiamo alle nostre celebrazioni il loro contenuto di lode e ringraziamento a Colui in cui «viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (Atti 17,28).

 
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