Verso la solennità di Cristo Re

<< Torna indietro

 
Domenica prossima celebreremo la solennità di Cristo re dell'universo che con la settimana che seguirà, concluderanno l’anno liturgico.

Per la Chiesa, inizierà un nuovo anno. Come la terra gira attorno al sole (movimento di rivoluzione), così la Chiesa gira attorno al Sole di Giustizia, Gesù il Signore. Questo movimento di rivoluzione lo compie proprio nel corso dell’anno liturgico in cui sono meditati i misteri dell’incarnazione della morte e della risurrezione di Gesù. E come la terra, mentre gira attorno al sole (rivoluzione) ruota su se stessa (movimento di rotazione), la Chiesa, con il suo vivere e celebrare, continua ad attuare - nei suoi tempi e con i suoi riti - le azioni di salvezza operate da Gesù.

Nella festa di Cristo Re la Chiesa rende omaggio al suo Signore. Cristo è “l’Alfa e l’Omega, colui che è, che era e che viene” (Ap 1, 8).

La parola di Dio ha affermazioni suggestive per rende onore al Re dei re.
   Ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto”. (Dan 7, 13-14).
  “Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra”(Ap 1, 5).
  “Il Signore regna” (Sal 92).
   Gesù stesso dichiara davanti a Pilato: “Tu lo dici; io sono Re” (Gv 18, 37).
 
Queste parole possono destare stupore e meraviglia in coloro che interpretano la regalità di Cristo con i parametri dei signori e i potenti della terra. Ma Gesù precisa: “Il mio regno non è di questo mondo”. Il Figlio dell’uomo esercita il potere, il dominio, la gloria e l’onore per liberarci dal potere della morte e dei nostri peccati.

E’, dunque, doveroso cantare al Signore dei signori, al re dell’universo, godere del suo trionfo, rallegrarsi per il fatto di appartenere al suo regno, testimoniare, diffondere e difendere la sua signoria con audace coraggio.

Senza, tuttavia, dimenticare mai la parola del Vangelo:
        il trono di Cristo Re fu la Croce;
        la sua corona fu una corona di spine;
        ha regnato servendo e lavando i piedi ai suoi apostoli;
        ha insegnato il modo di essere i primi: scegliere sempre l’ultimo posto.
 
L’esultanza per la venuta gloriosa di Cristo come Signore dei vivi e dei morti, il suono delle trombe che introdurranno la teofania del Figlio di Dio, lo spettacolo regale che la Bibbia descrive della venuta ultima del Signore, non deve distoglierci dalla meditazione di che cosa sarà quel giorno.

Gesù Cristo, che è morto e risorto, che è assiso alla destra del Padre nella gloria del cielo, il Figlio di Dio, tornerà per ricapitolare in se tutte le cose (instaurare omnia in Christo) e manifestare l’amore supremo con cui Dio ama ogni creatura sua.

La festa di Cristo Re dell’universo è giorno di omaggio, di esultanza, di adorazione, di benedizione e di gloria.
La festa di Cristo Re dell’universo è giorno in cui siamo chiamati a considerarci e identificarci – perché lo siamo realmente - come membri del regno di Dio.
Alla fine vi entreremo se saremo stati misericordiosi e santi.

Per questo con il salmista cantiamo: “La santità si addice alla tua casa, o Signore, per sempre” (Sal 93, 5).

 
© Riproduzione riservata