Quaresima esercizio di libertà
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Il decalogo è formato da una serie di prescrizioni formulate in stile apodittico, ossia conciso e categorico, alcune delle quali sono seguite da spiegazioni più o meno lunghe. Due precetti (riposo sabbatico e onore da prestare ai genitori) sono espressi in forma positiva, mentre gli altri si presentano come secche proibizioni.
Quelle dieci parole scolpite non tanto sulla pietra del Sinai quanto nel cuore, orientano e illuminano con le prime tre il rapporto con Dio non scambiandolo con i facili idoli con cui spesso ci riempiamo la vita. Le altre sette parole pongono i limiti da non valicare per non trasformare i rapporti interpersonali in un grido ingiustizia, di sopruso e di morte.
Stimo importante privilegiare in questa Quaresima la riflessione sulle dieci parole dell’Alleanza in quanto pare proprio che l’umanità contemporanea abbia perso di vista i comandamenti, o quanto meno qualcuno di essi.
I Dieci Comandamenti, o “le dieci parole” non sono una serie di proibizioni, di "no", ma presentano in realtà una grande visione di vita. Infatti occorre tenere presente il contesto dell’alleanza del Sinai in cui sono stati situati.
Il decalogo è una rivelazione su chi è Dio e su quello che lui fa per l’uomo; su chi è l’uomo e su quello che è chiamato a fare per essere immagine e somiglianza di Dio sulla terra. Il decalogo è un messaggio di vita e di sapienza che rispecchia i grandi valori universali dell'umanità.
In questa prospettiva le dieci parole non sono “comandi che gravano sulla nostra vita, ma si presentano come un dono, come un vademecum per vivere in pienezza la nostra esperienza umana secondo la volontà di Dio. Non un peso dunque, ma una via di giustizia.
I Dieci Comandamenti sono le dieci Parole sapienti donate da Dio con cui è possibile camminare nella libertà che il Signore ci ha procurato. I dieci comandamenti, infatti, indicano la volontà di Dio e vanno interpretati e vissuti alla luce dell’unico comandamento dell’amore a Dio e al prossimo, che è la sintesi e la chiave di lettura di tutta la rivelazione e la via maestra a della libertà (cfr. Mt 22,34-40).
Le dieci parole del Sinai sono introdotte da un'autopresentazione di Dio: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla casa degli schiavi» (v. 2).
Libero è colui che serve e ama Dio solo: «Non avrai altri dèi di fronte a me». La tentazione dell'idolatria riemerge in ogni tempo e ovunque. Quando si ignora o si disprezza l'unico Dio, nascono e sorgono una miriade di piccoli personaggi o istituzioni che promettono una falsa liberazione e in cambio reclamano una qualche forma di adorazione.
I dieci comandamenti, infatti, sono la base della vita degli uomini tra di loro e della vita del singolo e della comunità davanti a Dio. Dio si lega con il suo popolo e insegna le strade per giungere a lui, per incontrarlo e scoprire il grande dono di essere amati. Se vuole adorare Dio e trovare la sua vera realizzazione l'uomo è chiamato a vivere secondo le leggi che il Signore suggerisce a chi ama.
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