I magnifici 7
Alla riscoperta dei Sacramenti
Preparazione “catecumenale” al matrimonio

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Do po averlo spesso auspicato per molti anni, accolgo con soddisfazione pastorale il pensiero del papa Francesco relativo alla preparazione dei fidanzati al matrimonio. Ha detto il Papa: "Occorre che gli operatori e gli organismi preposti alla pastorale famigliare siano animati da una forte preoccupazione di rendere sempre più efficaci gli itinerari di preparazione al sacramento del matrimonio, per la crescita non solo umana, ma soprattutto della fede dei fidanzati. Scopo fondamentale degli incontri è quello di aiutare i fidanzati a realizzare un inserimento progressivo nel mistero di Cristo, nella Chiesa e con la Chiesa. Esso comporta una progressiva maturazione nella fede, attraverso l’annuncio della Parola di Dio, l’adesione e la sequela generosa di Cristo. La finalità di questa preparazione consiste, cioè, nell’aiutare i fidanzati a conoscere e a vivere la realtà del matrimonio che intendono celebrare, perché lo possano fare non solo validamente e lecitamente, ma anche fruttuosamente, e perché siano disponibili a fare di questa celebrazione una tappa del loro cammino di fede… In questo spirito, mi sento di ribadire la necessità di un «nuovo catecumenato» in preparazione al matrimonio… Il catecumenato è parte del processo sacramentale, così anche la preparazione al matrimonio diventi parte integrante di tutta la procedura sacramentale del matrimonio, come antidoto che impedisca il moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti". (21 gennaio 2017)
 
L'affermazione è felice, urgente, impegnativa, chiara, che non ammette dilazioni.
Il pensiero del Santo Padre è, in qualche modo, già presente  in Amoris Laetitia: Scrive Papa Francesco: "Non si tratta di dare loro tutto il Catechismo, né di saturarli con troppi argomenti. Anche in questo caso, infatti, vale che «non il molto sapere sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e il gustare interiormente le cose». Interessa più la qualità che la quantità, e bisogna dare priorità – insieme ad un rinnovato annuncio del kerygma – a quei contenuti che, trasmessi in modo attraente e cordiale, li aiutino a impegnarsi in un percorso di tutta la vita «con animo grande e liberalità». Si tratta di una sorta di “iniziazione” al sacramento del matrimonio che fornisca loro gli elementi necessari per poterlo ricevere con le migliori disposizioni e iniziare con una certa solidità la vita familiare". (207)
 
Dunque: che cosa vuol dire preparare i giovani al matrimonio attraverso un itinerario di (iniziazione) nuovo catecumenato? Che cosa è il catecumenato? Cercando di rendere comprensibile un concetto risalente alla Chiesa post apostolica lo attingiamo dal Concilio Vaticano II, che ne decreto Ad Gentes afferma: «Il catecumenato … è una formazione a tutta la vita cristiana e un tirocinio debitamente esteso nel tempo, mediante il quale i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestro. Perciò i catecumeni siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza e alla pratica delle norme evangeliche e, mediante riti sacri, da celebrare in tempi successivi, siano introdotti nella vita della fede, della liturgia e della carità del popolo di Dio» (AG 14)
 
Molti di coloro che si preparano a ricevere questo Sacramento - anche se battezzati – si trovano in una situazione similare a quella dei catecumeni. La percentuale dei nostri giovani che pur chiedono di celebrare il sacramento del matrimonio in Chiesa non credono. O quanto meno non si pongono neppure il problema di Dio, di Cristo, della Chiesa. La loro morale è soggettiva e laica. La pratica religiosa è ferma al giorno della loro Cresima.
 
Il relativismo imperante fa sì che le giovani generazioni si lascino portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina. E la dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.

Quanti venti di dottrina hanno conosciuto uomini e donne in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero! La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata dalle onde del marxismo, liberalismo, individualismo radicale, agnosticismo, sincretismo così via gettando soprattutto i giovani da un estremo all'altro.
 
Oggi ancora il processo di secolarizzazione va avanti con un sensibile aumento di atei e agnostici e declino dei credenti. Cala la fede in Dio e si registra un aumento dei non credenti e di coloro che perdono la fede. Inoltre, appaiono più basse di quanto ci si aspetti anche la frequenza ai riti religiosi.

Ai giorni nostri, proprio a causa delle condizioni ambientali e di vita, si rende sempre più necessario e urgente l’insegnamento catechistico sotto forma di un itinerario catecumenale di re-iniziazione cristiana per giovani battezzati che per molti motivi hanno interrotto il loro cammino di fede.
La società contemporanea è marcata dall'«avanzamento della secolarizzazione», intesa come:
    privatizzazione del discorso religioso;
    marginalizzazione delle istituzioni religiose: dalla chiesa alle sue leggi.
 
Si assiste, anzitutto, a una relativizzazione dei significati religiosi della vita nel quadro di una più generale relativizzazione dei valori. Inoltre il discorso religioso non è più al vertice della cultura trasmessa. Oggi si diventa religiosi per scelta personale. L'educazione religiosa, poi, è lasciata ad una istituzione che è posta ai margini della vita sociale: l’istituzione Chiesa è rilevante solo nella sfera della vita personale. La conseguenza è una iposocializzazione religiosa delle nuove generazioni:
   in termini quantitativi: sempre meno giovani vengono educati religiosamente (situazione di «lontananza»).
   in termini qualitativi: la religiosità diventa un fattore periferico nella costruzione di sé e della società.
 
I nostri giovani e i nostri giovani adulti sono praticamente analfabeti di ritorno nelle cose della fede. “Cristiani non si nasce, si diventa”.
Con questa espressione lapidaria Tertulliano, verso il 200, si faceva interprete di una consapevolezza che animò l’azione missionaria e pastorale della Chiesa fin dai primi tempi e che continuerà lungo i secoli. Si diventa cristiani attraverso
una progressiva introduzione alla vita nuova rivelata e offerta in Gesù Cristo. 
 
Ecco perché a chi chiede alla Chiesa di celebrare il sacramento del matrimonio occorre chiedere che si ponga in stato di catecumenato che non è da intendersi come un periodo di semplice istruzione, ma un tempo di maturazione progressiva della fede durante il quale ci cerca di orientare il catecumeno verso l’opzione radicale del vangelo.
 
Il catecumenato è la formazione specifica mediante la quale i nubendi sono portati alla confessione della fede perché abbiano una fede chiara secondo il Credo della Chiesa e sappiano che cosa intendono celebrare con il sacramento del matrimonio. Occorre ridonare ai giovani una “fede adulta" che non può essere non è una fede che segue le onde della moda e delle ultima novità. Adulta e matura è una fede profondamente radicata nell'amicizia del Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo! Questa fede adulta dobbiamo ri-donare ai nostri giovani orientandoli alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia.
 
Per questo il Catecumenato, inteso come processo formativo e vera scuola di fede, propone e sviluppa una dinamica e alcune note qualificanti:
      l'intensità e l'integrità della formazione;
      il suo carattere graduale, con tappe definite;
      il suo legame con riti, simboli e segni, specialmente biblici e liturgici; il suo costante riferimento alla comunità cristiana... (cfr. DGC 91).
 
Trattasi di una vera e propria «scuola preparatoria alla vita cristiana» in cui il percorso catecumenale viene scandito dalle diverse «traditiones» o «consegne»: la consegna dei Vangeli all’inizio del catecumenato; le consegne del Simbolo e della preghiera del Signore (Pater) nel tempo della purificazione e illuminazione

Ricorda, al riguardo, il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Diventare cristiano richiede, fin dal tempo degli apostoli, un cammino e una iniziazione con diverse tappe. Questo itinerario può essere percorso rapidamente o lentamente. Dovrà in ogni caso comportare alcuni elementi essenziali: l'annuncio della Parola, l'accoglienza del Vangelo che provoca una conversione, la professione di fede, il Battesimo, l'effusione dello Spirito santo, l'accesso alla Comunione eucaristica» (CCC 1229).
 
Quindi, durante l’itinerario catecumenale non si tratta semplicemente di imparare delle nozioni, ma di: 
             imparare a vivere la vita con una autentica attitudine di fede;
             imparare a scoprire la propria identità cristiana;
             imparare a vivere in comunione con gli altri;
             creare la comunità cristiana di base e reale sulla quale fonda tutto il mistero e la vita della Chiesa.
 
È fondamentale che attraverso il catecumenato si giunga a formare
             un’autentica mentalità di fede
             una conoscenza sempre più profonda del mistero di Gesù Cristo
             una convinta appartenenza alla Chiesa
             una integrazione tra fede e vita
             un vero stile di vita cristiana.
 
I nubendi debbono giungere in modo organico e sistematico a conoscere, stimare, nutrire il desiderio di testimoniare la propria fede in Gesù Cristo nelle concrete situazioni di vita.
 
Si tratta di fondare attitudini di vita cristiana che assicurino la integrazione dei contenuti della fede nelle situazioni concrete della vita. Uno è preparato a essere cristiano quando vive la vita di fede non in maniera astratta, ma in una dimensione di profondità e in relazione personale con Dio per mezzo di Gesù Cristo che lo chiama a essere nello Spirito Santo il continuatore dell’opera della creazione e della missione redentrice.
 
Come preparazione immediata alla celebrazione del sacramento del matrimonio la catechesi attirerà l’attenzione sul sacramento del matrimonio:
    Il progetto di Dio su matrimonio e famiglia
    Il matrimonio nella fede della Chiesa
    Il matrimonio cristiano unico, fedele, indissolubile, perpetuo,
    Il matrimonio aperto alla vita
 
Un altro elemento di base che non dovrà mai mancare nella preparazione immediata dei nubendi sarà quello relativo al sensus ecclesiae e all’integrazione nella comunità cristiana.
Chi celebra il sacramento del matrimonio, infatti, deve avvertire acuto e profondo il senso di appartenenza e la volontà di partecipazione alla missione della Chiesa.
 
La Chiesa, infatti, la si ama solo quando la si sperimenta dal di dentro e, da questa esperienza di fede si comprendono pregi e difetti, luci e ombre e con amore si correggeranno coloro che daranno contro/testimonianza nel convincimento chiaro e profondo che tutti si debbono sentire chiamati a purificarsi perché brilli il volto della comunità ecclesiale.   

Scrive Papa Francesco: "Non si tratta di dare loro tutto il Catechismo, né di saturarli con troppi argomenti. Anche in questo caso, infatti, vale che «non il molto sapere sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e il gustare interiormente le cose». Interessa più la qualità che la quantità, e bisogna dare priorità – insieme ad un rinnovato annuncio del kerygma – a quei contenuti che, trasmessi in modo attraente e cordiale, li aiutino a impegnarsi in un percorso di tutta la vita «con animo grande e liberalità». Si tratta di una sorta di “iniziazione” al sacramento del matrimonio che fornisca loro gli elementi necessari per poterlo ricevere con le migliori disposizioni e iniziare con una certa solidità la vita familiare".
(207)

 

Dunque: che cosa vuol dire preparare i giovani al matrimonio attraverso un itinerario di (iniziazione) nuovo catecumenato? Che cosa è il catecumenato? Cercando di rendere comprensibile un concetto risalente alla Chiesa post apostolica lo attingiamo dal Concilio Vaticano II, che ne decreto Ad Gentes afferma: «Il catecumenato … è una formazione a tutta la vita cristiana e un tirocinio debitamente esteso nel tempo, mediante il quale i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestro. Perciò i catecumeni siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza e alla pratica delle norme evangeliche e, mediante riti sacri, da celebrare in tempi successivi, siano introdotti nella vita della fede, della liturgia e della carità del popolo di Dio» (AG 14)

 

Molti di coloro che si preparano a ricevere questo Sacramento - anche se battezzati – si trovano in una situazione similare a quella dei catecumeni. La percentuale dei nostri giovani che pur chiedono di celebrare il sacramento del matrimonio in Chiesa non credono. O quanto meno non si pongono neppure il problema di Dio, di Cristo, della Chiesa. La loro morale è soggettiva e laica. La pratica religiosa è ferma al giorno della loro Cresima.

 

Il relativismo imperante fa sì che le giovani generazioni si lascino portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina. E la dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.


Quanti venti di dottrina hanno conosciuto uomini e donne in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero! La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata dalle onde del marxismo, liberalismo, individualismo radicale, agnosticismo, sincretismo così via gettando soprattutto i giovani da un estremo all'altro.

 

Oggi ancora il processo di secolarizzazione va avanti con un sensibile aumento di atei e agnostici e declino dei credenti. Cala la fede in Dio e si registra un aumento dei non credenti e di coloro che perdono la fede. Inoltre, appaiono più basse di quanto ci si aspetti anche la frequenza ai riti religiosi.


Ai giorni nostri, proprio a causa delle condizioni ambientali e di vita, si rende sempre più necessario e urgente l’insegnamento catechistico sotto forma di un itinerario catecumenale di re-iniziazione cristiana per giovani battezzati che per molti motivi hanno interrotto il loro cammino di fede.
La società contemporanea è marcata dall'«avanzamento della secolarizzazione», intesa come:

    privatizzazione del discorso religioso;

    marginalizzazione delle istituzioni religiose: dalla chiesa alle sue leggi.

 

Si assiste, anzitutto, a una relativizzazione dei significati religiosi della vita nel quadro di una più generale relativizzazione dei valori. Inoltre il discorso religioso non è più al vertice della cultura trasmessa. Oggi si diventa religiosi per scelta personale. L'educazione religiosa, poi, è lasciata ad una istituzione che è posta ai margini della vita sociale: l’istituzione Chiesa è rilevante solo nella sfera della vita personale. La conseguenza è una iposocializzazione religiosa delle nuove generazioni:

   in termini quantitativi: sempre meno giovani vengono educati religiosamente (situazione di «lontananza»).

   in termini qualitativi: la religiosità diventa un fattore periferico nella costruzione di sé e della società.

 

I nostri giovani e i nostri giovani adulti sono praticamente analfabeti di ritorno nelle cose della fede. “Cristiani non si nasce, si diventa”.

Con questa espressione lapidaria Tertulliano, verso il 200, si faceva interprete di una consapevolezza che animò l’azione missionaria e pastorale della Chiesa fin dai primi tempi e che continuerà lungo i secoli. Si diventa cristiani attraverso

una progressiva introduzione alla vita nuova rivelata e offerta in Gesù Cristo. 

 

Ecco perché a chi chiede alla Chiesa di celebrare il sacramento del matrimonio occorre chiedere che si ponga in stato di catecumenato che non è da intendersi come un periodo di semplice istruzione, ma un tempo di maturazione progressiva della fede durante il quale ci cerca di orientare il catecumeno verso l’opzione radicale del vangelo.

 

Il catecumenato è la formazione specifica mediante la quale i nubendi sono portati alla confessione della fede perché abbiano una fede chiara secondo il Credo della Chiesa e sappiano che cosa intendono celebrare con il sacramento del matrimonio. Occorre ridonare ai giovani una “fede adulta" che non può essere non è una fede che segue le onde della moda e delle ultima novità. Adulta e matura è una fede profondamente radicata nell'amicizia del Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo! Questa fede adulta dobbiamo ri-donare ai nostri giovani orientandoli alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia.

 

Per questo il Catecumenato, inteso come processo formativo e vera scuola di fede, propone e sviluppa una dinamica e alcune note qualificanti:

      l'intensità e l'integrità della formazione;

      il suo carattere graduale, con tappe definite;

      il suo legame con riti, simboli e segni, specialmente biblici e liturgici; il suo costante riferimento alla comunità cristiana... (cfr. DGC 91).

 

Trattasi di una vera e propria «scuola preparatoria alla vita cristiana» in cui il percorso catecumenale viene scandito dalle diverse «traditiones» o «consegne»: la consegna dei Vangeli all’inizio del catecumenato; le consegne del Simbolo e della preghiera del Signore (Pater) nel tempo della purificazione e illuminazione


Ricorda, al riguardo, il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Diventare cristiano richiede, fin dal tempo degli apostoli, un cammino e una iniziazione con diverse tappe. Questo itinerario può essere percorso rapidamente o lentamente. Dovrà in ogni caso comportare alcuni elementi essenziali: l'annuncio della Parola, l'accoglienza del Vangelo che provoca una conversione, la professione di fede, il Battesimo, l'effusione dello Spirito santo, l'accesso alla Comunione eucaristica» (CCC 1229).

 

Quindi, durante l’itinerario catecumenale non si tratta semplicemente di imparare delle nozioni, ma di: 

             imparare a vivere la vita con una autentica attitudine di fede;

             imparare a scoprire la propria identità cristiana;

             imparare a vivere in comunione con gli altri;

             creare la comunità cristiana di base e reale sulla quale fonda tutto il mistero e la vita della Chiesa.

 

È fondamentale che attraverso il catecumenato si giunga a formare

             un’autentica mentalità di fede

             una conoscenza sempre più profonda del mistero di Gesù Cristo

             una convinta appartenenza alla Chiesa

             una integrazione tra fede e vita

             un vero stile di vita cristiana.

 

I nubendi debbono giungere in modo organico e sistematico a conoscere, stimare, nutrire il desiderio di testimoniare la propria fede in Gesù Cristo nelle concrete situazioni di vita.

 

Si tratta di fondare attitudini di vita cristiana che assicurino la integrazione dei contenuti della fede nelle situazioni concrete della vita. Uno è preparato a essere cristiano quando vive la vita di fede non in maniera astratta, ma in una dimensione di profondità e in relazione personale con Dio per mezzo di Gesù Cristo che lo chiama a essere nello Spirito Santo il continuatore dell’opera della creazione e della missione redentrice.

 

Come preparazione immediata alla celebrazione del sacramento del matrimonio la catechesi attirerà l’attenzione sul sacramento del matrimonio:

    Il progetto di Dio su matrimonio e famiglia

    Il matrimonio nella fede della Chiesa

    Il matrimonio cristiano unico, fedele, indissolubile, perpetuo,

    Il matrimonio aperto alla vita

 

Un altro elemento di base che non dovrà mai mancare nella preparazione immediata dei nubendi sarà quello relativo al sensus ecclesiae e all’integrazione nella comunità cristiana.

Chi celebra il sacramento del matrimonio, infatti, deve avvertire acuto e profondo il senso di appartenenza e la volontà di partecipazione alla missione della Chiesa.


La Chiesa, infatti, la si ama solo quando la si sperimenta dal di dentro e, da questa esperienza di fede si comprendono pregi e difetti, luci e ombre e con amore si correggeranno coloro che daranno contro/testimonianza nel convincimento chiaro e profondo che tutti si debbono sentire chiamati a purificarsi perché brilli il volto della comunità ecclesiale. 

 

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