La Santa Messa
Dalla celebrazione alla vita

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Ringraziamo il Signore per il cammino di riscoperta della santa Messa che ci ha donato di compiere insieme e che intendiamo riassumere in una breve catechesi. Lasciamoci attrarre con fede rinnovata a questo incontro reale con Gesù, morto e risorto per noi. Che noi troviamo sempre la forza per questo nell’Eucaristia, nell’unione con Gesù.
Il regolare accostarci al Convito eucaristico rinnova, fortifica e approfondisce il legame con la comunità cristiana a cui apparteniamo, secondo il principio che l'Eucarestia fa la Chiesa.
Abbiamo continuo bisogno di ritornare al santo altare, fino a quando, in paradiso, gusteremo pienamente la beatitudine del banchetto di nozze dell’Agnello.
 



 

La celebrazione dell’Eucaristia è sempre stata per i cristiani il momento fondamentale per dare testimonianza della propria fede in Cristo crocifisso e risorto. La messa infatti è il sacrificio incruento della croce che si ripete ogni qual volta un sacerdote “in persona Christi capitis” pronuncia le parole della consacrazione
Assai spesso quando partecipiamo alla celebrazione eucaristica nel giorno di festa assumiamo, anche senza volerlo, un atteggiamento di spettatori e non di concelebranti. Siamo portati a delegare le preghiere al sacerdote, i canti al coro, il servizio al ministranti/chierichetti.
E il popolo fedele?
Dobbiamo noi tutti compiere la nostra parte.
Nessuno durante la celebrazione eucaristica è spettatore!
 
Il sacrificio eucaristico è "fonte e culmine di tutta la vita cristiana" (Lumen Gentium, 11), Diventa, quindi, importante conoscere e comprendere come è nata la santa Messa e come si sono formate le parti della fractio panis (frazione del pane, come anticamente veniva chiamata la Messa insieme a Cena del Signore e ad altri nomi che si danno a tale sacramento: (cf. CCC n.1328-1332). Certamente il punto di partenza è il gesto di Gesù nell'Ultima Cena dove il Signore ha istituito l'Eucaristia e il sacramento dell'Ordine per perpetuare nella storia il suo unico Sacrificio sul Calvario. I Vangeli descrivono il fatto in diverse redazioni (Mt 26,26-29; Mc 14,22-25; Lc 22,14-20) e anche san Paolo (1 Cor 11,23-25) e l'importante è che la Cena di Gesù con i discepoli avviene all'interno della cornice celebrativa della Pasqua ebraica, dove veniva immolato e mangiato l'agnello per la festività: ora questo agnello è Cristo stesso, che si immolerà sulla croce per la salvezza di tutti gli uomini e per costituire la nuova Alleanza nell'amore.
 
Ma la santa Messa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce. E' diverso soltanto il modo dell'offerta. La Messa essendo un vero sacrificio ne realizza in modo proprio le finalità: adorazione, ringraziamento, riparazione e petizione.
"In forza del suo intimo rapporto con il sacrificio del Golgota, l'Eucaristia è sacrificio in senso proprio e non solo in senso generico, come se si trattasse del semplice offrirsi di Cristo quale cibo spirituale ai fedeli". (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, 13).
 
È importante quindi approfondire sempre più il significato dei diversi momenti della messa. In verità siamo abituati a viverli in maniera poco approfondita con il rischio di non comprenderne la profondità e di abituarci addirittura alla celebrazione dei misteri della salvezza.
Le parti che costituiscono in certo modo la Messa, cioè la liturgia della parola e la liturgia eucaristica, sono congiunte tra loro così strettamente da formare un solo atto di culto" (Sacrosanctum Concilium, 56). Come indica il Concilio Vaticano II, le due parti principali della celebrazione eucaristica sono certamente distinte come due mense da cui cibarsi, ma sono unite così strettamente che non potrebbero essere separate: liturgia della parola e liturgia eucaristica, parola di Dio e segni sacramentali del pane e del vino, che sono Carne e Sangue di Gesù. Illuminante è sant'Agostino quando commenta la richiesta nel Padre Nostro "Dacci oggi il nostro pane quotidiano": "L'Eucaristia è il nostro pane quotidiano... ma anche ciò che vi spiego è pane quotidiano e così anche le letture che ascoltate ogni giorno in chiesa è pane quotidiano e l'ascoltare e recitare inni è pane quotidiano" (Sermo 57,7). Questo Pane quotidiano è il Signore: è Cristo che parla quando la liturgia proclama le letture sacre, è Cristo che si dona a noi nel suo Corpo dato e nel suo Sangue versato quando nella liturgia si ricevono il pane e il vino consacrati.

L'invito di Gesù a continuare il suo gesto ("Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me" - Lc 22,19) è il segno della volontà di Cristo di essere presente nell'Eucaristia fino alla consumazione dei secoli.
La liturgia cristiana ebbe quindi il suo fondamento nella liturgia ebraica che a sua volta richiama il momento della Pasqua storica dell'Esodo, la liberazione dalla schiavitù egiziana e l'Alleanza con Dio.
Presto, però, la liturgia cristiana si stacca da quella ebraica e anche il giorno di culto significativamente non è più il sabato: "Soprattutto 'il primo giorno della settimana' cioè la domenica, il giorno della Risurrezione di Gesù i cristiani si riunivano 'per spezzare il pane'
(At 20,7). Da quei tempi la celebrazione dell'Eucaristia si è perpetuata fino ai nostri giorni, così che oggi la ritroviamo ovunque nella Chiesa, con la stessa struttura fondamentale. Essa rimane il centro della vita della Chiesa" (CCC n. 1343).

 

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