Domenica delle Palme
Ciò che ci rende cristiani è incontrare e seguire Gesù di Nazaret anche lungo la via della croce

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Ciò che ci rende cristiani è incontrare personalmente e seguire Gesù. Nient'altro.
Questa sequela di Gesù non è qualcosa di teorico o astratto. Significa seguire le sue orme, educarci al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo.
 
In una parola, nutrire una mentalità davvero cristiana.
 
Ciò significa che i seguaci di Gesù sono chiamati a mettere la verità dove c'è la menzogna, a introdurre la giustizia dove c'è l'abuso e la crudeltà verso i più deboli, a esigere compassione dove c'è l'indifferenza verso chi soffre. 
 
Significa, ancora, costruire comunità sinodali assidue «nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2,42).
 
Seguire Gesù così porta con sé conflitti, problemi e sofferenze. «Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.  D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera» (Lc 12,51-53).
 
Dobbiamo essere disposti a sopportare le reazioni e le resistenze di coloro che, per un motivo o per l'altro, non cercano un mondo più umano, come vuole quel Dio incarnato in Gesù. Vogliono qualcos'altro.
 
I vangeli hanno conservato una chiamata realistica di Gesù ai suoi seguaci. L’immagine è a dir poco scandalosa: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24). 
 
Gesù non inganna mai. Chi lo segue veramente dovrà condividere il suo destino. Fare la sua stessa fine. Questa sarà la migliore prova che la sequela è fedele.

Seguire Gesù è un compito entusiasmante: è difficile immaginare una vita più degna e nobile. Ma ha un prezzo. Per seguire Gesù è importante "fare" : rendere il mondo più “di Cristo”; rendere la Chiesa più fedele a Gesù e più coerente con la straripante bellezza del Vangelo.
 
Tuttavia, è altrettanto importante "soffrire": soffrire per un mondo che non escluda Dio; soffrire perché gli uomini e le donne di questo tempo stupendo e tremendo non vivano come se Dio non esistesse; soffrire per una Chiesa che viva e annunci la vita buona del Vangelo, l'evangelii gaudium, ossia la gioia del vangelo.
 
Essere cristiano non è facile, ma è felice. 
 
Alla fine, rimane solo il mistero. 
 
Ma è il mistero di Gesù Cristo.
 

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