«La follia dell’amore»

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Una proposta d’amore è sempre seducente. Sicuramente molti hanno accolto con favore l'invito di Gesù di amare Dio e il prossimo. Era la migliore sintesi della legge. Ma ciò che nessuno avrebbe potuto immaginare è che un giorno qualcuno avrebbe dichiarato: «amate i vostri nemici! E questo lo disse Gesù di Nazaret.
Superando la tradizione biblica, prendendo le distanze dai Salmi di vendetta che alimentavano la preghiera del suo popolo, nonostante il clima generale di odio che si respirava nel suo ambiente il Giovane Rabbi di Nazaret proclamò con chiarezza assoluta «Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano».
 
 Verrebbe da chiedere: Ma eri cosciente Gesù di quello che dicevi? Eri proprio sicuro che quello che dicevi è ciò che Dio avrebbe voluto? Hai dimenticato, Gesù, che il tuo popolo viveva sotto Roma? Hai dimenticato i danni commessi dalle sue legioni? Non ricordavi più lo sfruttamento dei contadini della Galilea senza difesa contro gli abusi dei potenti proprietari terrieri? E come si può parlare di perdono per i nemici se tutto invita all'odio e alla vendetta verso di loro?

Il linguaggio del Giovane Rabbi fu davvero scioccante e sorprendente, ma del tutto coerente con la sua esperienza di Dio. Il Padre non è violento: ama anche i suoi nemici, non cerca la distruzione di nessuno. La sua grandezza non è la vendetta, ma l’amare tutti senza condizioni. «Lui fa sorgere il suo sole sui buoni e cattivi, fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». Chiunque si senta figlio di questo Dio non introdurrà l'odio nel mondo né la distruzione di alcuno.

Amare il nemico non è un insegnamento speciale di Gesù rivolto a persone chiamate a una perfezione eroica. Con il suo annuncio il Maestro ha voluto introdurre nella storia un atteggiamento nuovo verso il nemico intendendo così di eliminare nel mondo l'odio e la violenza distruttiva. Chi ha Dio per padre non potrà mai alimentare l'odio nei confronti di altri, ma cercherà il bene di tutti, anche dei nemici.

Ma è possibile amare il nemico?
Quando Gesù parla di amore per il nemico non sta chiedendo di nutrire in noi sentimenti di affetto o di simpatia nei confronti di chi fa male. Il nemico continuerà a essere colui dal quale ci si può attendere dei danni e difficilmente potranno cambiare i sentimenti del cuore.
Amare il nemico significa, soprattutto, non fare del male, non cercare la vendetta, non cercare né voler il male. Non dovremo essere sorpresi se non dovessimo avvertire nessuna forma d’amore per il nemico. È naturale sentirsi feriti e umiliati. Dovremmo essere cristianamente preoccupati quando dovessimo continuare ad alimentare l'odio e la sete di vendetta.
 
Tuttavia non si tratta solo di non fare del male ai nostri nemici. Dovremmo essere capaci e disposti a fare addirittura del bene al nostro nemico se egli ne ha bisogno. Non dobbiamo dimenticare mai che siamo più umani quando perdoniamo che quando reagiamo rallegrandoci delle disgrazie altrui.
 
Il perdono sincero per il nemico non è facile. Ma non dobbiamo giudicare nessuno dall'esterno. Solo Dio comprende e perdona senza condizioni anche quando non siamo capaci di perdonare.
 Attratti da lui impareremo a non alimentare l'odio nei confronti di nessuno, a superare il risentimento, a fare del bene a tutti. Gesù invita a «pregare per coloro che ci perseguitano» anche per trasformare lentamente il nostro cuore.
Amare chi ci fa del male non è facile, ma è quello che meglio ci identifica con Colui che è morto pregando per quelli che lo stavano crocifiggendo: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
 
È la follia dell’amore!