Omelia nella solennità di Pentecoste «Veni Sancte Spiritus»

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Dal Vangelo secondo Giovanni  15,26-27; 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». ++++
 
La solennità di Pentecoste chiude liturgicamente il lungo periodo del tempo pasquale. «Il giorno di Pentecoste, al termine delle sette settimane pasquali, la pasqua di Cristo si compi nell'effusione dello Spirito Santo, che è manifestato, donato e comunicato come Persona divina: dalla sua pienezza Cristo Signore effonde a profusione lo Spirito» (CCC 731). In effetti, il Mistero pasquale – la passione, morte e risurrezione di Cristo e la sua ascensione al Cielo – trova il suo compimento nella potente effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti insieme con Maria, la Madre del Signore, e gli altri discepoli. Il dono dello Spirito Santo è il grande frutto della Pasqua del Signore. La Pentecoste è perciò la pienezza della Pasqua ed è l’ultima tappa della storia della salvezza che porta a compimento il grande progetto di Dio Padre sull’umanità attraverso il dono dello Spirito Santo.
 
Pentecoste! E’ la fine della nostalgia e l'alba della speranza; l'oblio della paura e l’alba dell’audacia. La Pentecoste è: la libertà del pensiero e il volo del sogno dello spirito; la fine di un'epoca di schiavitù e l'alba di una nuova libertà. Questo mistero costituisce il battesimo della Chiesa ed è un evento che le ha dato, per così dire, la forma iniziale e la spinta per la sua missione. La Chiesa viene alla luce e continua l'opera di Gesù per mezzo dello Spirito attraverso l'Eucaristia, la Parola, i sacramenti, la preghiera e la vita cristiana.
 
La parola proviene dal termine greco antico πεντηκοστή, pentekosté. Per gli antichi cinquanta era il numero della pienezza di un tempo. All'origine si trattava di una festa agricola, la festa della messe, giorno di gioia e di ringraziamento; in essa si offrivano le primizie di quanto la terra aveva prodotto. Al tempo di Gesù gli Ebrei hanno annesso alla festa di Pentecoste anche la memoria del dono della Legge fatto da Dio al suo popolo che, secondo i calcoli interni alla Bibbia, avvenne cinquanta giorni dopo la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto.
Su questa memoria ebraica, cinquanta giorni dopo la Resurrezione di Gesù, si è innestata la Pentecoste cristiana per fare memoria del dono dello Spirito Santo. La Pentecoste è centrale nell'esperienza cristiana. Il discepolo di Gesù è animato interiormente dallo Spirito santo perché è lo Spirito che guida la sua vita, che parla al suo cuore, che rende possibile una vita che va oltre la Legge.
 
L’evento celebrato dalla festa di oggi non è narrato dal Vangelo, ma dalla prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli (2,1-11), in cui l’evangelista Luca racconta l’avvenimento fisico della Pentecoste. Prima della sua ascensione al cielo Gesù invitò gli apostoli a rimanere insieme per prepararsi a ricevere il dono dello Spirito. Essi, corroborati dalla presenza materna della Vergine, si riunirono nel Cenacolo e pregarono con insistenza in attesa del compimento della promessa del Padre. Luca descrive che gli apostoli furono raggiunti da una serie di fenomeni concomitanti che costituirono una straordinaria manifestazione del divino: nella Scrittura il fuoco, il rombo, il vento sono elementi in cui Dio non di rado manifesta la sua potenza.
 
Il brano mette in evidenza tre fatti:
      la venuta dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti con Maria, la Madre di Gesù;
   il valore che lo Spirito riversa nei discepoli di Gesù;
  la comprensione universale del messaggio da parte dei pellegrini che pur parlano lingue diverse; questo fenomeno straordinario è chiamato xenoglossia (parlare in lingue straniere).

Lo Spirito di Dio ha cambiato gli impauriti ed egoisti discepoli di Gesù in testimoni coraggiosi e generosi della sua risurrezione e del suo messaggio. Lo Spirito di Dio è Spirito d'Amore. E l'amore si fece comprensibile in tutte le lingue.
 
La pericope evangelica della solennità di Pentecoste appartiene al secondo dei tre discorsi di addio di Gesù pronunciati durante l’ultima cena. In questo contesto prosegue, dunque, il percorso delle ultime domeniche di Pasqua in cui è stata proposta alla nostra meditazione parte del capitolo 15 dello stesso vangelo di Giovanni. Il brano evangelico è retto da una tensione tra presente e futuro: ora è il tempo dell’attesa dello Spirito; “per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Solo quando verrà il Consolatore, che è lo Spirito della verità, “vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.

Sarà quindi lo Spirito colui che porterà a termine la rivelazione di Gesù diventando così il mediatore della rivelazione completa e definitiva. Lo Spirito, tuttavia, non ha il compito di annunziare cose nuove, ma di dare una più piena comprensione delle parole di Gesù. "La verità tutta intera" è Gesù stesso. L'opera fondamentale dello Spirito è di guidarci a vivere come Gesù, a vivere di Gesù. Lo Spirito ci aiuta a vivere come veri discepoli del Signore, impegnati non tanto a mandare a memoria il suo Vangelo quanto a porlo dentro i pensieri, le parole e le azioni della nostra vita.

Diventati figli di Dio per mezzo della pasqua
di Gesù, uniti a lui nel Battesimo siamo invitati a vivere come lui, a vivere di lui. La funzione specifica dello Spirito è quella di far assimilare ai discepoli la rivelazione di Gesù per abilitarli alla loro missione. Come il Padre ha comunicato al Figlio in modo pieno la sua verità, così il Figlio ha comunicato allo Spirito quanto ha ricevuto dal Padre perché lo annunzi agli uomini di tutti i tempi. Lo Spirito accompagna il cammino della Chiesa e l'aiuta a interpretare la Parola lungo il corso della storia.
 
Cari Amici
La Pentecoste celebra il dono dello Spirito, “che è Signore e dà la vita” e ci conduce a soffermarci sul ruolo dello Spirito nella Chiesa. Infatti, con la Pentecoste inizia il faticoso tempo della Chiesa. Lo Spirito Santo è certamente il frutto più bello della Pasqua di morte e risurrezione del Signore: Egli Lo soffiò sui discepoli adunati nel Cenacolo in preghiera. La Pentecoste è mistero di consolazione e di gioia, la gioia della presenza, felicità per la certezza che il Maestro è vivo, è con loro e dà loro il suo Spirito, Colui che li guiderà nella conoscenza della Verità: quella autentica che è libertà e pace. È lo Spirito del perdono dei peccati e lo Spirito della missione universale. Anzi: è il protagonista della missione affidata da Gesù agli apostoli e ai loro successori.
 
Lo Spirito Santo lo abbiamo ricevuto in dono anche noi. Lo abbiamo ricevuto nel Battesimo, ci è stato rinnovato nella Cresima, ci è offerto nell’Eucarestia. Lo Spirito Santo è Paràclito, è Difensore, è Avvocato, è Consolatore che viene riversato nei nostri cuori affinché noi possiamo vivere da discepoli del Signore anche se continua a essere per molti cristiani il grande sconosciuto. E, invece, è proprio Lui che ci dona la forza per vivere cristianamente e con audacia il nostro battesimo. Il popolo cristiano ha – per così dire – una certa familiarità con le due prime persone della Trinità, il Padre e il Figlio; meno con la terza: lo Spirito Santo. Al contrario la sua azione, pur essendo misteriosa e interiore, non per questo è meno reale e necessaria. Il mistero di Gesù Cristo non può compiersi nella Chiesa e in nessuno di noi, se non nello Spirito.
 
Se chiediamo alle persone chi sia lo Spirito Santo, la maggior parte non saprebbe che cosa rispondere. E se non sa rispondere è perché non Lo conosce, non ne ha esperienza, non Lo ha mai vissuto. Papa Francesco ha detto: “Lo Spirito Santo è il grande dimenticato della nostra vita. Io avrei voglia di domandarvi - ma non lo farò! -: quanti di voi pregate lo Spirito Santo? Non alzate la mano... E' il grande dimenticato! E Lui è il dono che ci dà la pace, che ci insegna ad amare e che ci riempie di gioia”.
 
Chi è dunque lo Spirito Santo? E' Dio; è la terza Persona della santa e beata Trinità. Tuttavia per immaginarlo abbiamo bisogno di simboli. La Sacra Scrittura offre delle immagini/segni per comprendere chi sia lo Spirito. Lo Spirito Santo è come il vento gagliardo della prima Pentecoste che non si è ancora fermato e che continua a santificare la vita degli uomini, a rinnovare la Chiesa, a consolare e confortare e prefigurare una nuova primavera: la primavera dello Spirito e della Chiesa. Lo Spirito è il dono del Risorto. Lo Spirito non è nient’altro il modo con cui Dio abita in noi. La festa di Pentecoste esprime la verità che Dio abita dentro di noi. Dio non è più presente fisicamente in mezzo a noi nella persona di Gesù di Nazareth; Dio è presente con il suo Spirito. Dunque lo Spirito Santo non è un dono di Dio, ma Dio che si fa dono: da lui nasce il popolo nuovo. Grazie allo Spirito, Dio si fa vicino, rimane in noi e ci dà la Vita.
 
Il giorno di Pentecoste apre il periodo dell'attività missionaria della Chiesa “in uscita”. Come lo Spirito Santo, dato dal risorto, ha avuto il compito di rinvigorire e sostenere la prima comunità cristiana, ora rinnova rafforza e sostiene la chiesa tutta nella sua azione pastorale. La Pentecoste è la festa della missione, è la festa del mandato dei credenti.
Nell’esortazione apostolica La gioia del Vangelo Papa Francesco scrive: “Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa evangelizzatrice … Invoco ancora una volta lo Spirito Santo, lo prego che venga a rinnovare, a scuotere, a dare impulso alla Chiesa in un’audace uscita fuori da sé per evangelizzare tutti i popoli”.(261) 
    Pentecoste è la festa del mandato. Lo Spirito trasforma un gruppo di persone spaventate e smarrite in testimoni consapevoli e audaci. La parola del Signore si apre a un orizzonte di universalità. Non può essere bloccata dalla paura e dall'orgoglio.
   Pentecoste è la festa della nuova creazione. La teofania del giorno di Pentecoste, come viene narrata negli Atti degli Apostoli, fa pensare alla creazione del mondo quando Dio plasmò i cieli, la terra, le acque e poi soffiò lo spirito di vita.
    Pentecoste è la festa che rivela la misericordia compassionevole di Dio. Gesù risorto non soltanto dona lo Spirito in vista della missione, ma anche in vista del perdono dei peccati. Giovanni sottolinea una stretta relazione fra lo Spirito, la comunità dei discepoli e il perdono. La remissione dei peccati è una trasformazione che solo lo Spirito può compiere.
   Pentecoste esprime la mediazione della Chiesa nel perdono dei peccati. Ma ricorda anche che la libertà può chiudersi al dono del perdono e della grazia.

Diceva San Paolo VI: “La Pentecoste è una festa che non finisce mai, dura ancora, durerà sempre... Come se un grande fuoco fosse stato acceso. Come un’esplosione di grida e di gioia. Mai una festa fu così inebriante, così esaltante”. E continuava:
«Grande ora è questa che offre ai fedeli la sorte di concepire la vita cattolica come una dignità e una fortuna, come una nobiltà e una vocazione …
Grande ora è questa che sveglia la coscienza cristiana dall'assopimento consuetudinario e indolente …
Grande ora è questa, che non ammette che uno possa dirsi cristiano e conduca una vita moralmente molle e indolente …
Grande è questa che fa dei giovani, degli uomini, delle donne, degli infermi, anime ardenti e vive per il cristianesimo ...
Grande ora è questa in cui la Pentecoste invade di Spirito Santo il corpo Mistico di Cristo e gli dà un rinato senso profetico …»

Allora coraggio! e lasciamoci guidare dal soffio dello Spirito. Lui che è "Signore e da la vita". Lui ci faccia sperimentare ogni giorno la novità e la bellezza della vera fede nel Cristo Risorto. Lui ci riempia dei suoi sette santi: Sapienza; Intelletto; Consiglio; Fortezza; Scienza; Pietà; Timore di Dio.

Preghiamo secondo l'ispirazione di questa stupenda preghiera di San Paolo VI:

Spirito, Spirito Santo,
Tu sei l'animatore e il santificatore della Chiesa,
suo respiro divino, il vento delle sue vele,
suo principio unificatore,
sua sorgente interiore di luce e di forza,
suo sostegno e suo consolatore,
sua sorgente di carismi e di canti,
sua pace e suo gaudio,
suo pegno e preludio di vita beata ed eterna.
La Chiesa ha bisogno di una perenne Pentecoste,
ha bisogno di fuoco nel cuore,
di parola sulle labbra,
di profezia nello sguardo.
Amen.

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