Cosa significa essere cattolici

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Una domanda che sempre più frequentemente guadagnerà le pagine dei mass media e i dibattiti più o meno culturali sarà quella rappresentata dal titolo: cosa significa essere cattolici?
Tradotto più laconicamente potremmo dire: chi è il cattolico?
 
Tempi di cambiamento
 
Anche se nella vita di tutti giorni tutto trascorre senza apparente novità e senza sussulti, è evidente che siamo in un epoca di cambiamenti profondi.
Si tratta di cambiamenti lenti e non immediatamente percepibili dal ritmo della vita della nostra gente; eppure le cose non vanno come qualche decennio fa in molti ambiti, compreso quello religioso.
Sono evidenti i cambiamenti all’interno della comunità cristiana ed ecclesiale che molta gente registra con nostalgia.
C’è da dire subito che alcuni cambiamenti si sono resi necessari; sono quelli derivati dalla applicazione delle norme prevista dal Concilio Vaticano II per una comprensione del mistero della Chiesa al proprio interno (Lumen Gentium) e nelle sue relazioni con il mondo contemporaneo (Gaudium et Spes). Si pensi poi al grande rinnovamento liturgico voluto dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium.
 
Purtroppo è doveroso ammettere che in questo periodo postconciliare vi sono stati abusi, esagerazioni e deviazioni nella interpretazione e nella attualizzazione del nuovo.
Soprattutto in campo liturgico l’amato papa Benedetto non ha esitato a levare la propria voce dicendo che “in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile. Parlo per esperienza, perché ho vissuto anch’io quel periodo con tutte le sue attese e confusioni. E ho visto quanto profondamente siano state ferite, dalle deformazioni arbitrarie della Liturgia, persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa” (7 luglio 2007)
 
Lo sforzo per rinnovare la vita della Chiesa e di avvicinarla al mondo hanno indotto qualcuno a prendere le distanze dalla stessa Chiesa per quanto concerne la dottrina e la vita e a smarrirsi tra i meandri del secolarismo e del relativismo laicista.
 
Ciò che distingue il credente
 
Per questo c’è chi pensa che dopo aver fatto lo sforzo di integrare la vita con gli ambienti umani e culturali del mondo che ci circonda, oggi sia doveroso enfatizzare la dimensione cattolica come elemento distintivo (non separante) in relazione ad altri modi di vivere e di pensare.
 
Credo che lo si debba fare anche se con umiltà; coscienti che abbiamo un tesoro che ci è stato donato e del quale dobbiamo essere testimoni nel mondo, ciascuno nel proprio ambiente. Credo che oggi sia necessario affermare con la parola e la testimonianza della vita che c’è una dottrina che ci definisce e e ci differenzia; che vi è una vita morale che fa la nostra identità; che vi è un culto da rendere a Dio che per il credente è irrinunciabile, che da senso e arricchiasce ciò che siamo; che vi è un modo di relazionarci agli altri che non può non mettere in evidenza i nostri valori e ripercuotersi in tutte le nostre opzioni.
E questo vale per tutti: per i più semplici e per i colti poiché in merito all’essenziale cattolico non v’è alcuna distinzione. Tutto è vissunto nella Chiesa con un sentimento comune di fede, posti come siamo sul sentiero della tradizione viva e guidati dai successori degli Apostoli.
 
Tutto questo deve essere vissuto nella coerenza della vita cristiana! Solo la coerenza della vita vissuta cistianamente farà sì in mezzo a un certo caos di disvalori in cui vive la nostra società, possiamo dire una parola possa illuminare l’orizzonte della vita di quanto ricercano la verità.
Sono molti – soprattutto le giovani generazioni – che chiedono ai cattolici maggior ajutenticità.
Tuttavia, non dimentichiamolo, l’autenticità e la coerenza di vita cristiana sarà evidente e brillerà come luce posta sul candelabro se saremo radicati con forza e totalità a Gesù Cristo.
 
E’ Lui la persona che orienta la totta della nostra vita, quale che sia la nostra condizione o la niostra situazione.
 
Con la coerenza dei Santi
 
In qualunque circostanza dobbiamo ricorrere alla forza del Signore, compagno intimo della nostra vita. Dobbiano ricorrere a Lui nella preghiera, nella Eucarestia domenicale, nel sacremanto del perdono, nell’ascolto della Sua Parola, nelle opere della carità fraterna.
Lui inciontriamo nel lavoro, negli affetti, nel servizio fraterno. E Lui non ci farà mancare il buon profumo della sua presenza e mai abbandonerà coloro che gli permetteranno di far parte della propria vita e gli doneranno la propria amicizia.
 
Se ci comporteremo così capiremo che lo specifico che oggi è richiesto ai cattolici è la via della santità.
Essere Santi perché Dio è santo e la Sua volontà è proprio questa: che diventiamo santi vivendo in modo straordinario l’ordinarietà della nostra quotidianità.
Se noi Glielo permetteremo Egli ci santificherà con il Suo Santo Spirito e con la potenza della Sua grazia.

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