«Non sia turbato il vostro cuore. Io sono la via la verità e la vita»

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Alla fine dell'ultima cena i discepoli cominciarono a percepire che Gesù non sarebbe rimasto ancora per molto tempo con loro. L’uscita di scena frettolosa di Giuda, l'annuncio che Pietro l’avrebbe rinnegato tre volte, Gesù stesso che parlò apertamente del suo doloroso destino e della sua passione e morte avevano gettato gli apostoli nel più amaro sconcerto e profondo scoraggiamento. Che cosa ne sarebbe stato di loro?
 
Gesù percepì la loro tristezza e il loro turbamento. Il suo cuore si commosse. Dimenticando se stesso e ciò che lo avrebbe atteso di lì a qualche giorno, il Maestro cercò di alleviare la loro pena: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me». Avrebbero dovuto continuare a mantenere fiducia in Dio e a credere anche in Lui perché sarebbe stato codesto il modo migliore per credere in Dio.

E Gesù aprì loro un orizzonte nuovo. La sua morte non avrebbe dovuto distruggere la loro fede. Egli li avrebbe lasciati per incamminarsi verso il mistero del Padre, ma non si sarebbe mai dimenticato di loro! Egli avrebbe continuato a pensare a loro. E avrebbe preparato per loro un posto nella casa del Padre. E un giorno sarebbe tornato a portarli con lui. E finalmente sarebbero stati di nuovo insieme per sempre!
Le sue parole non potevano essere messe in discussione: «Vado a prepararvi un posto. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi».

I discepoli trovarono difficoltà a credere a qualcosa di così grande. Nel loro cuore si erano agitati ogni sorta di dubbi e di interrogativi. Sarà tutto vero? Non sarà un'illusione ingannevole? Chi ci può garantire un simile destino? L’apostolo Tommaso, con il suo solito senso realistico, gli pose una domanda: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». La risposta di Gesù fu una sfida inattesa: «Io sono la via, la verità e la vita».
 
«Io sono la via».
Il problema non è solo vivere in modo sbandato o sbagliato. Ma vivere senza una strada certa e sicura da percorrere, evitando così ogni labirinto ed evitando, altresì, di andare qua e là percorrendo mille sentieri indicati dalla dittatura del relativismo cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina e che appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni, dell’io e delle sue voglie.
Cosa può fare un uomo o una donna quando si trova senza un sicuro orientamento? Verso chi e che cosa può camminare? Per che cosa si può attivare?
Chi si avvicinerà a Gesù Cristo non troverà soltanto una religione ma incontrerà una persona che indicherà un itinerario. Infatti il cristianesimo non è un’ideologia, non è un sistema filosofico, ma è un cammino di fede che parte dall’avvenimento che Gesù è morto per i nostri peccati, fu sepolto, e il terzo giorno è risorto ed è apparso a Pietro e ai Dodici. Questo è il fatto: è morto, è sepolto, è risorto ed è apparso. Gesù è vivo! Questo è il nocciolo del messaggio cristiano.
A volte il cammino sarà agevole e percorso nella fede; altre volte si troveranno inevitabili difficoltà, dubbi e tentennamenti; altre volte ancora la tentazione sarà così forte che la cosa migliore potrà sembrare quella di abbandonare tutto e tornare indietro. Ma la strada di Gesù è quella giusta: è la via che conduce al Padre. Questa è la promessa di Gesù.
 
«Io sono la verità».
Queste parole contengono un invito scandaloso per le orecchie degli uomini e donne del tempo contemporaneo. Il termine “verità” non va inteso in senso filosofico o scientifico, ma nel senso biblico di conoscenza di Dio. Se volessimo fare riferimento al termine ebraico invece di “verità” potremmo dire: Egli è l’Amen, il Sì di Dio a tutte le sue promesse. Lo è perché ci rivela perfettamente il Padre.
Non tutto si riduce alla ragione. La teoria scientifica non contiene tutta la verità. Il mistero ultimo della realtà non può farsi intrappolare dalle più sofisticate analisi. Gli esseri umani devono vivere dentro il mistero ultimo della realtà. Gesù si è presentato come la via che porta e su questo ultimo mistero. Dio non si impone. Non costringere nessuno con prove o evidenze. Il mistero finale è silenzio e rispettosa attrazione.
 
«Io sono la vita».
Gesù può davvero trasformare la nostra vita. Non come un insegnante antico che abbia lasciato un'eredità di saggezza ammirevole per l'umanità, ma come qualcuno vivo che dalle profondità del nostro essere infonde un germe di vita nuova. Questa azione di Gesù in noi si verifica quasi sempre in modo discreto e silenzioso. Lo stesso credente percepisce una presenza impercettibile. Talora, tuttavia, ci invade la certezza, la gioia incontenibile, la fiducia totale: Dio esiste, ci ama, tutto è possibile in lui e con lui, compresa la vita eterna.
 
Questo è il punto di partenza del cristianesimo. Cristiano è un uomo o una donna che in Gesù sta scoprendo il cammino giusto per vivere, la verità più sicura e certa a cui orientarsi, il segreto più pregno di speranza della vita. La via conduce alla verità, la verità conduce alla vita.
Questo itinerario è molto concreto. L’opzione che dobbiamo fare è determinata: o organizziamo la vita alla nostra maniera e al nostro modo di vivere, o decidiamo di imparare a vivere da Gesù. Dobbiamo scegliere.
 
Non comprenderemo mai la fede cristiana se non accoglieremo Gesù come via, verità e vita.