Volgari bestemmie contro Gesù

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Prendo a prestito le parole del Profeta per denunciare con forza l’ennesima bestemmia nei confronti di Gesù. "Per amore del mio popolo non tacerò"! L’ultima è affidata a un dipinto esposto al museo Macro di Roma, Museo di arte contemporanea della Capitale, che ritrae il nostro Redentore in atteggiamento inequivocabilmente pedofilo. Il titolo del dipinto è “Ecce Homo”. Sia detto con fermezza: l’arte qui non ci azzecca proprio! E’ una vergogna inaudita. Una autentica bestemmia. Una azione sconcia e inqualificabile.

Dall’altra parte del mondo, in Brasile, è stato realizzato dal collettivo satirico Porta dos Fundos un film a titolo “La prima tentazione di Gesù” che insinua l'omosessualità del Giovane Rabbi di Nazaret. Il film racconta di Gesù  che torna dal deserto e a casa lo aspetta una festa per i suoi 30 anni. Lo accompagna un invitato speciale, che lascia chiaramente intendere di avere una relazione gay con lui.

In confronto, le vignette di Maometto di qualche anno fa erano una tempesta in un bicchiere d’acqua! E nessuno dimentica il caos diplomatico e religioso che hanno provocato.

 

“Ecce Homo”. Ma ridurre così l’uomo Gesù vuol dire demolire proprio l’uomo: il nostro essere uomini! La nostra antropologia, la nostra cultura, la nostra storia. La religione è stata per 2000 anni il crinale contro la dissacrazione dell’uomo che è stato pensato e voluto a immagine di Dio. “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, leggiamo nella Bibbia.

 

Al contrario è stata posta in essere, non si sa bene in nome di che cosa, (ma non si invochi l’arte che è sempre ars gratia artis!) una  aspra violenza nei confronti della figura di colui che solo qualche giorno fa abbiamo contemplato nel mistero del Natale.

Sono persuaso che quando si giunge a questo segno, vuol dire che l’umanità è proprio arrivata alla sua autodistruzione. Non vi sono interpretazione né sociologiche,  né culturali di fronte a codesto scempio. Vorrei che tutto coloro che si sentono uomini e donne avessero un sussulto di sdegno e facessero sentire la propria voce contro gli esecutori materiale dell’ennesima crocifissione del Santo di Dio, dell’Uomo di Nazaret, del Cristo della storia.

 

Da tempo la nostra società sta conoscendo una lenta ma inesorabile eclissi del sacro, ma non avrei mai ipotizzato un precipitare tanto vertiginoso della desacralizzazione dell’uomo. Questo autolesionismo non trova ragioni neppure nel profondo della psiche umana se non scomodando non tanto la morte di Dio, quanto la morte dell’uomo.

Gli attacchi alla figura di Gesù esprimono l’assoluta assenza di ideali, di valori, di futuro, di progettualità, di vita! E’ la testimonianza di una società ormai necrofila che dopo la morte del padre uccide se stessa. E intende attribuire a Gesù, il figlio del “Padre nostro che è nei cieli” le medesime tentazioni fino a rappresentarlo omosessuale e pedofilo, forse anche per giustificazione culturale e sociale.    

Ma non posso tacere il silenzio e l’indifferenza dei cristiani, o di coloro che si professano tali, i quali dovrebbero insorgere con vigoroso coraggio contro ogni volgare, indecente e blasfema identificazione della persona di Gesù con l'essere gay e pedofilo.

Tacere e non reagire, non è soltanto indifferenza, ma equivale a condividere e avallare!