Prepariamoci davvero al Natale

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Alle porte di un nuovo Natale, vorrei condividere con voi il mistero sacro, trascendentale e profondo dell'Incarnazione del Figlio di Dio.
 
L'Avvento, con la sua ombra di eternità e il suo sguardo contemplativo verso l'Assoluto, giunge al termine. E lo fa per introdurci al sacramento della Bellezza che prende vita a Natale, per illuminare - con Colui che è "la Luce del mondo" (Gv, 8, 12) – ogni angolo della nostra esistenza e preparare il nostro cuore alla venuta del Bambino di Betlemme.
 
Dio, in Cristo Gesù, ha assunto la nostra carne per dimorare in mezzo a noi. 
Questo mistero dell’Incarnazione si proporrà anche quest’anno; anno non troppo facile; anno nel quale qualcuno ha sopportato momenti difficili e udito sibili di echi dolorosi che cercano di sovrapporsi al passaggio dell'Amore nelle nostre vite. 
 
Il Natale di solito è una festa rumorosa. Ma per ascoltare l’arrivo del Salvatore forse è opportuno fare un poco di silenzio almeno dentro di noi per ascoltare la voce dell'Amore.
 
Natale è il tempo dell'amore, dell'accoglienza, dello sguardo gentile e del sorriso. 
Sì, dal sorriso. Perché è fondamentale disegnare sul nostro volto lo sguardo felice del Bambino che nasce per sorprenderci con la sua gioia. 
Bisogna farlo, anche quando le cose non vanno bene.
Quando ci è difficile capire la voce di Dio.
Quando la nostra fede conosce il buio della notte.
Quando i sogni tanto attesi si infrangono e la vita ci costringe a ricominciare.
 
Gesù è il sorriso di Dio.
E sorridere è accarezzare con il cuore e con l'anima. 
 
Gesù torna ad abitare nella povera mangiatoia della nostra vita. 
Senza domande, senza lamenti, senza sentirsi offeso per ciascuna delle nostre miserie.
E così, pur limitati, pur non avendo altro da dargli se non le nostre miserie, consola il fatto che a Natale ci illumina e rasserena la bella luce di Dio.
 
Ma il miracolo di Natale è che Dio non rifugge dai nostri limiti o dai nostri peccati. 
Al contrario, abita la nostra carne ferita e ci ricorda che siamo stati creati per amore, per amare, per essere amati.
 
Ecco il mistero del Natale. 
E lì, in quell'abbraccio consolante, Gesù ci chiede di essere ospitali.
Innanzi tutto di ospitare Lui.

Ma essere, inoltre, buoni samaritani con chi vive momenti difficili, con chi è malato, con chi è solo, con chi non ha nessuno con cui condividere questo momento di gioia.
 
Il Bambino Dio, che nasce nel grembo della più bella di tutte le Donne, ci insegni a costruire il mondo secondo il cuore di questa Madre e secondo il cuore di Dio. 
 
E non stanchiamoci di dirgli, in ognuno di questi giorni, di venire ad abitare nella povera mangiatoia della nostra vita. 
 
Aspettiamolo con tutta l'anima. 
Lui vuole solo un posto semplice dove posare di nuovo il suo corpo per fare un nuovo Natale nel cuore della nostra esistenza.
 

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