Il Vangelo narrato da san Luca

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Durante tutto questo anno liturgico, denominato anno C, nella celebrazione dell'Eucaristia domenicale, ci accompagnerà il Vangelo di Luca, uno dei libri più belli e attraenti del Nuovo Testamento.
 
La tradizione vuole che Luca fosse medico di professione e collaboratore di San Paolo nei suoi viaggi. Ireneo di Lione si spinge oltre e commenta: “Luca, che accompagnava Paolo, ha pubblicato in un libro il vangelo predicato da costui” (Adv. Haer, 3,1,1).
 
L'opera lucana si compone di due testi che, messi insieme, costituiscono un quarto del Nuovo Testamento: una parte importante quindi. Il piano dell'opera di Luca si mostra in tutta la sua unitarietà non solo all'interno del Vangelo, ma anche nel Libro degli Atti, indicato dallo stesso Autore come il secondo volume di un’opera in due parti, diretta allo stesso editore e composta con le stesse finalità.
 
L’indirizzo iniziale a Teofilo è assai eloquente: “Nel mio primo libro ho già trattato, o Teofilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio”...  (At 1,1-2)
Teofilo potrebbe essere un nome simbolico per rivolgersi a tutti i cristiani, poiché questo nome greco significa "amico o amato da Dio". 
 
Assai probabilmente Luca scrisse il suo Vangelo nella seconda metà del primo secolo d.C. (tra l’80 e l’85), ma non sappiamo dove sia stato scritto. La tradizione comunque associa Luca ad Antiochia di Siria.
 
Il testo è stato scritto in un greco colto e scorrevole e merita una certa attenzione anche come opera letteraria della grecità.
Luca scrive con l'intenzione di fornire una narrazione ordinata che dimostri la fondatezza dei fatti raccontati e 
dichiara di riferire il frutto delle sue ricerche, e afferma di aver seguito un metodo storicamente valido e comprovato dalla validità delle fonti.
 
È proprio in questo Vangelo che si evidenzia l'amore di Dio per tutti gli uomini e le donne del nostro mondo. 
Il suo obiettivo chiaro sin dall'inizio è il presentare in maniera quasi pragmatica l'unica persona che può salvare l'umanità, ovvero Gesù, il Figlio di Dio. Il mistero di Gesù, il Signore Risorto, è al centro del messaggio di Luca. È la salvezza la missione di Cristo, il motivo della sua incarnazione.
 
La tenerezza e la misericordia di Dio sono espresse profondamente nel Vangelo di Luca. Dante offre una felice definizione di Luca quale scriba mansuetudinis Christi”: ermeneuta e narratore della “mitezza” del Cristo”. Luca, infatti, accorda un’attenzione decisamente spiccata alla misericordia. Nel terzo vangelo si trova sei volte il sostantivo eleos, ossia misericordia.

Così, ad esempio, nella parabola del figliol prodigo, Dio è un padre buono che rispetta la nostra libertà e ci aspetta sempre (Lc 15,11-32). Dio è un pastore che cerca la pecora smarrita e, quando la ritrova, fa festa con i suoi amici (cfr Lc 15,3-7). 
 
Vale la pena che tutti leggiamo e meditiamo questi testi con fede e accogliamo il perdono e la bontà del Padre. Luca è anche l'evangelista dei poveri. Descrive Gesù come un povero che non ha dove posare il capo. All'inizio della sua missione, Gesù annuncia di essere venuto a portare la Buona Novella ai poveri e a liberare gli oppressi (cfr Lc 4,18). 
 
Nella parabola del Buon Samaritano (Lc 10,30-37), Gesù ci invita ad accogliere i più vulnerabili. I Padri della Chiesa dicono che, in questa bella parabola, Gesù è il Buon Samaritano, l'uomo ferito è l'umanità e la locanda, la Chiesa.
 
Questo Vangelo dà un'importanza speciale alla preghiera. Più di ogni altro evangelista Luca nel suo racconto ha mostrato Gesù in preghiera. Cristo è un modello di preghiera, una persona che sa pregare.
 
La preghiera ha accompagnato tutta l’attività del Giovane Rabbi di Nazaret.  La preghiera è stata il centro della vita di Gesù e dei suoi discepoli, nonché della comunità cristiana. Gesù prega nei momenti più importanti della sua vita, e invita anche noi a "pregare sempre e senza stancarci" (Lc 18,1). 
 
Il Vangelo di Luca ci aiuterà a curare la preghiera e a pregare con testi così impressionanti come il Magnificat, il cantico di Zaccaria o il cantico di Simeone.
 
Ma un testo molto speciale è la pagina dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35). 
Vertice di tutto il Vangelo, è la gioia pasquale.
La gioia dell’incontro con il Cristo risorto fece ardere ai discepoli di Emmaus «il cuore nel petto mentre conversava con loro lungo il cammino, quando spiegava le Scritture». 

Questo testo è una vera terapia per la speranza. Ci spiega che, nei momenti più duri e difficili della nostra vita, Gesù cammina al nostro fianco. Vuole essere nostro compagno di cammino e ci invita a incontrarlo nella sua Parola, nell'Eucaristia e in ogni fratello.
 
Cari amici
Leggiamo e meditiamo il Vangelo di san Luca e gli Atti degli Apostoli. 
Possa questa lettura ispirarci ad essere, con la nostra vita, una Buona Notizia per gli altri. 
 
Osiamo essere una lettera di Cristo, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente (cfr 2Cor 3,3 ).

 

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