Avvento e il valore di ciò che viviamo

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Molte persone, nell'avvicinarsi del Natale, avvertono un certo disagio che rasenta perfino la depressione. Nei momenti belli e cari della tradizione popolare è facile, infatti, evocare i tempi passati e soffrire l'assenza di persone care che non ci sono più. 
 
Altri sono assaliti da una febbre compulsiva tipica dei consumatori e non hanno il tempo e/o i criteri per valutare l'essenza di ciò che ci prepariamo a celebrare.
 
Infine, c'è chi (in verità sempre meno!), nella personale semplicità, apprezza il significato di questo tempo di grazia in cui disponiamo la nostra vita per incontrare la Vita che è Gesù Cristo, fonte di luce e di speranza.
 
Le figure di Giovanni il Battista, della Vergine Maria e di San Giuseppe indicano un itinerario e sollecitano a una predisposizione interiore e intensa ad accogliere il mistero che orienta definitivamente il nostro vivere quotidiano, dandogli consistenza, valore, significato e senso.
 
Dio si è fatto uomo e questo evento decisivo nella storia della salvezza non è da intendersi come una visita formale o episodica. Non è che in un momento e in circostanze particolari Dio abbia sfiorato tangenzialmente l'umanità.
 
L’incarnazione del Figlio di Dio è piuttosto la chiave determinante e la costante definitiva per nei secoli. Il Cristo di Nazaret ha assunto la nostra natura e sempre la redime. La sua presenza non è mai in scadenza. La storia è decisamente segnata da Lui, con Lui e in Lui.
 
Dal mistero dell’Incarnazione nasce la nostra gioia. Dio ha amato così tanto il mondo da mandare il proprio Figlio perché ciascuno di noi abbia la vita, e l’abbia in abbondanza: e poi la vita eterna. 
 
Questa gioia profonda non svanisce neppure nel bel mezzo dell'oscurità o delle tristezze. È una gioia costante che scorre anche tra i disagi, le sofferenze e le difficoltà. Essa, infatti, non fonda su promesse umane, ma sulla Parola di Dio. «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35).
 
Il tempo di Avvento non prepara alle feste del sentimentalismo, ma guida verso un genuino sentimento di gratitudine per la grandezza dell'amore di Dio per ciascuno di noi. 
 
E l'esperienza avvolgente dell'amore gratuito sollecita a condividere la gratitudine, il dono, la gratuità, la condivisione delle risorse e della vita con gli altri, specialmente con coloro che soffrono a causa dei loro affetti feriti o degli scontri frontali con la realtà di ogni giorno.
 
Se abbiamo prestato attenzione ai testi proposti dalla liturgia del tempo di Avvento, non possiamo non essere rimati basiti, meravigliati e stupiti. 
Non può non essere cresciuta la comunione con chi ci circonda, anche con i più lontani. 
Non può non essere aumentata la nostra partecipazione ai processi che richiedono la nostra collaborazione. 

E ci sentiremo inviati dallo Spirito a una missione entusiasmante, come evangelizzatori e discepoli missionari.

 

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