«Tu, credi nel Figlio dell’uomo? Credo, Signore!»

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Il racconto evangelico di questa quarta domenica di quaresima è straordinario. Tradizionalmente è chiamato "La guarigione del cieco nato": ma è molto di più. È il viaggio interiore di un uomo perso nelle tenebre che si incontrò con Gesù "Luce del mondo". Non conosciamo il suo nome. Sappiamo solo che era un mendicante, cieco dalla nascita che chiedeva l’elemosina alla porta del Tempio. Non aveva mai visto la luce. Non poteva camminare o orientarsi. La sua vita era smarrita nel buio. Mai avrebbe potuto viere una vita decente. Né lui né i suoi genitori avevano colpa alcuna, ma il suo destino era stato segnato per sempre. La gente lo guardava come un peccatore punito da Dio. I discepoli di Gesù chiesero se avessero peccato lui o i suoi genitori.
 
Gesù lo guardò in modo differente. Dal momento che lo aveva incontrato pensò solo di riscattarlo da quella vita disgraziata di mendicante, disprezzato da tutti come peccatore. Dopo la guarigione laboriosa in cui egli stesso fu chiamato a collaborare con Gesù, il cieco scoprì la luce. L'incontro con Gesù ha cambiato la sua vita. Finalmente egli si sarebbe potuto godere una vita dignitosa, senza timore di doversi vergognare nei confronti di nessuno.

Ma si sbagliò. I leader religiosi che dovevano vigilare sulla purezza della religione, avevano la presunzione di sapere chi non era peccatore e chi viveva nel peccato. E spettava loro decidere chi poteva essere accettato nella comunità religiosa. Il mendicante guarito confessò apertamente che era stato Gesù che lo aveva avvicinato e lo aveva guarito. Ma i farisei, irritati, lo cacciarono fuori.
L'uomo insistette nel difendere Gesù: «È un profeta!». Ma i farisei non lo poterono più sopportare: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?».
L'evangelista Giovanni scrive: «Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”». Il dialogo fu breve. Quando Gesù gli chiese se credesse nel Messia, il cieco guarito disse: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli rispose Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te».  Il mendicante non sapeva di teologia, pero sapeva che quell’uomo veniva da Dio e disse: «Credo, Signore!».
 
Gesù è così. Egli viene sempre incontro per primo a tutti. Non abbandona mai coloro che lo cercano e lo amano. E soprattutto coloro che sono scartati da tutti hanno un posto speciale nel suo cuore. Quando Gesù incontra un uomo che nessuno sembra capire, gli pone solo una domanda: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Credi nell’Uomo nuovo, l'Uomo pienamente umano proprio perché è espressione e incarnazione del mistero insondabile di Dio?
 
E se la nostra fede dovesse attanagliata dalle tenebre, se stessimo attraversando un momento buio della nostra fede, se dovessimo essere delusi e amareggiati dalla vita e dalla vita ecclesiale cerchiamo di avere almeno un ultimo sussulto: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gesù ripeterà anche a noi le parole consolanti che ha rivolto al cieco guarito: «È colui che parla con te». Allora, aprendo gli occhi dell’anima e incontrando Cristo Luce del mondo potremmo prostrarci davanti a lui e confessare: «Credo, Signore!».
 
Solo ascoltando Gesù e lasciandoci guidare da lui cammineremo verso una fede più piena e integrata nella vita.