San Paolo apostolo di unità

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Il 25 gennaio, festa della conversione di S. Paolo si conclude la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. La Chiesa ha richiesto l’impegno da parte di tutto il popolo di Dio di rinnovare il proprio sforzo in favore dell’unità e a intensificare iniziative comuni nel cammino verso la perfetta comunione di tutti i discepoli di Gesù Cristo.
 
La personalità dell’Apostolo Paolo sarebbe incompleta senza il suo profilo ecumenico. L’unità della Chiesa e delle comunità da lui fondate è una idea quasi ossessiva nei suoi scritti, nei quali è sempre presente la volontà espressa dal Signore nell’ultima Cena: “che tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).
Proprio per questo le indicazioni dell’Apostolo delle Genti sono molto pertinenti per alimentare la nostra responsabilità e sollecitudine ecumenica.
 
L’unità della Chiesa, per S. Paolo, ha la sua fonte e la sua ragion d’essere nell’unità trinitaria, unità alla quale deve tendere come al proprio fine; infatti è il Padre che ci convoca come popolo di Dio; è lo Spirito Santo che ci arricchisce con i suoi doni nell’unica Chiesa nata dal costato di Cristo trafitto sulla Croce per la quale Egli si è immolato e offerto al fine di purificarla e santificarla.
 
In questo modo, come afferma il Concilio Vaticano II citando San Cipriano, “la Chiesa universale si presenta come «un popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo»” (LG 4). La Chiesa intanto si realizza come Chiesa in quanto imita l’unità dalla quale procede. Di conseguenza, per l’Apostolo, l’unità non è qualcosa di marginale nella vita della Chiesa, ma ciò che appartiene alla sua essenza più genuina.
 
San Paolo dovette combattere infaticabilmente per mantenere e conservare l’unità delle sue comunità. I cristiani che provenivano dai giudaismo consideravano coloro che provenivano dai Gentili come gente di seconda classe e ponevano forti resistenze per formare comunità con essi. L’apostolo Paolo dovette, inoltre, lottare anche per mantenere l’unità interna delle comunità ecclesiali da lui fondate, soprattutto con la comunità di Corinto, nella quale vi erano divisioni addirittura in merito alla celebrazione della Cena del Signore (cfr. 1Cor 11,18ss), e sorgevano dispute circa la diversità dei carismi (cfr. 1Cor 12,1ss). Per questo Paolo scriveva: “Tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole” (1Cor 12,11).
 
E con una similitudine memorabile ed efficace argomentava: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo” (1 Cor 12,12). Differenze poi erano apertamente manifestate a seconda di chi annunciava il Vangelo. Paolo non esitò a scrivere: “Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». E Paolo concludeva: “Cristo è stato forse diviso?” (1 Cor 1,12-13).

Queste affermazioni paoline non sono congiunturali. Come furono valide per le comunità ecclesiali da lui fondate, sono altrettanto valide e attuali per la Chiesa di tutti i tempi.
 
Le ragioni per cercare, promuovere e conservare l’unità sono di grande importanza: “per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (1 Cor 8,6). Una sola è la fede, una la speranza e la vocazione alla quale siamo stati chiamati; uno è il battesimo con il quale siamo stati consacrati dalla santa e indivisibile Trinità; “Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef. 4, 4‑6).

Altra ragione importantissima per promuovere, conservare e difendere l’unità è l’Eucarestia: il sacramento dell’unità. Lo esprime in modo mirabile lo stesso Paolo: “Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane” (1 Cor. 10, 17).
 
Quanto contrastano queste affermazioni di Paolo con il panorama delle chiese cristiane divise oggi in molteplici confessioni e gruppi! Quanto contrastano, soprattutto, con la volontà positiva di Cristo, il Quale la vigilia della sua Passione ha chiesto al Padre che tutti i discepoli siano una cosa sola! Le attuali divisioni sono uno scandalo de un freno per l’evangelizzazione. Il mondo crederà nei cristiani nella misura in cui essi saranno uniti.
 
Nasce da questi convincimenti il nostro impegno per l’unità.  
-        Pregare ogni giorno e sacrificarci perché si realizzi presto l’anelito del Signore Gesù: ut unum sint!  
-        Trattare con simpatia, rispetto e affetto i cristiani non cattolici che incontriamo sul nostro cammino.
-        Essere umili artigiani di concordia, di unità e di pace nei nostri focolari e negli àmbiti in cui si dispiega la nostra di vita.
 
Si tratta di piccoli, magnifici modi di un lavoro concreto in favore dell’ecumenismo.

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