Dedicazione della Basilica
di San Giovanni in Laterano

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  Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-22
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
 
 
Ricorre, il 9 novembre, la Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense. Sul suo portico si legge una iscrizione latina che in italiano dice: “Madre e Capo di tutte le Chiese dell’Urbe e dell’Orbe”.

E’ la cattedrale di Roma e del suo Vescovo il quale, proprio perché Vescovo di Roma è Papa, “vicario di Cristo e pastore di tutta la Chiesa... perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (LG 22-23).
Non è san Pietro la cattedrale di Roma, ma san Giovanni in Laterano.

La Basilica Lateranense venne fatta edificare dal papa Melchiade (311-314) nelle proprietà donate a questo scopo dall’imperatore Costantino di fianco al Palazzo Lateranense, fino allora residenza imperiale e poi residenza pontificia. Vennero celebrati in codesto luogo ben cinque Concili.
 
Ricordare la data della Dedicazione, cioè della consacrazione della Basilica ricorda a tutte le Chiese il primato della Chiesa di Roma. Roma è prima fra i pari perché ha avuto l'onore di avere come primo responsabile Pietro. Ma, come ricorda san Gregorio Magno, uno dei grandi papi della storia, la Chiesa di Roma è prima nel servizio e nel custodire la verità.

Oggi le Chiese di tutto il mondo, si uniscono alla Chiesa che è in Roma e le riconoscono la «presidenza della carità» di cui parlava già sant’Ignazio di Antiochia. Il Vescovo di Roma è il segno visibile dell'unità di tutto il popolo di Dio. Ancora sant'Ignazio d'Antiochia raccomandava: "Come il Signore nulla fece senza il Padre col quale è uno, così nulla fate senza il vescovo e i presbiteri. Siate uniti al vescovo come le corde alla cetra".
 
Nella festa della dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano celebriamo il mistero della presenza di Dio nella storia. La liturgia pone sulle nostre labbra il motivo di tanta festa: “Signore, Tu ci hai dato la gioia di costruirti, tra le nostre case una dimora, dove continui a colmare di favori la tua famiglia pellegrina sulla terra, e ci offri il segno, e lo strumento della nostra unione con Te…” (Orazione).

E nel canto del prefazio innalzeremo la nostra preghiera di lode e benedizione con queste parole:
“Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
tu ci hai dato la gioia di costruirti
fra le nostre case una dimora,
dove continui a colmare di favori
la tua famiglia pellegrina sulla terra e ci offri
il segno e lo strumento della nostra unione con te”.
 
Ma la dedicazione della Chiesa Cattedrale del Vescovo di Roma invita a rendere grazie Dio per la sua presenza in noi. E soprattutto a ricordare ai battezzati che essi sono tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita in essi come ricorda oggi la seconda lettura: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? … santo è il tempio di Dio, che siete voi. (1 Cor 3,9-11.16.17)
 
Il brano del Vangelo di questa solennità presenta un Gesù severo ed energico. Salendo a Gerusalemme entrò nel tempio e vi trovò «gente che vendeva buoi, pecore e colombe e i cambiavalute seduti al banco». E’ da dire gli animali venivano venduti perché i pellegrini potessero disporre di vittime per i sacrifici e i cambiavalute trasformavano il denaro profano nell’unica moneta ammessa nel tempio. Il tutto poi avveniva nei i cortili esterni detto «cortile dei gentili» e non nella dimora di Dio.

Si trattava quindi di un’attività non solo lecita, ma anche indispensabile per il funzionamento del tempio, che però ne denotava il carattere materiale e terreno. Per questo Gesù disse:
«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». Gesù rimproverò i giudei perché servendosene per usi commerciali, profanavano il tempio, rendendolo inadatto al culto sacrificale. Allora «i suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Il segno del tempio delinea il significato profondo dell’opera di Gesù il quale, mediante la sua morte e risurrezione, ha posto il nuovo segno della presenza di Dio nel mondo. Di fronte a questo segno i giudei si sono opposti, ma anche i discepoli sono chiamati oggi a fare un lungo cammino per passare da una fede a livello spontaneo ed emotivo a una comprensione profonda del mistero di Cristo e a una piena partecipazione al suo destino di morte e di vita.
 
Cari Amici
Noi non facciamo festa a un edificio di pietra perché la chiesa, in quanto edificio, è solo un segno della Chiesa formata da tutti coloro che credono in Gesù.

Ogni paese, ogni comunità, ha la sua Chiesa; quello che per una famiglia è la casa, per la famiglia dei figli di Dio è la chiesa. Non c'è famiglia senza una casa! Tutti consideriamo la chiesa come luogo dove avviene l’incontro con Dio: nella celebrazione della Santa Messa, nelle liturgie sacramentali, nella preghiera e nell'adorazione del SS.mo Sacramento.

Le chiese in muratura sono un segno di questa presenza di Cristo: è lui che ivi parla, dà se stesso in cibo, presiede la comunità raccolta in preghiera, «rimane» con noi per sempre (cfr. SC 7). Gli edifici sono utili per radunare la comunità; inoltre sono immagine di ciò che la comunità e i singoli cristiani sono: Tempio del Signore.

Le mura sono il corpo; il tabernacolo e l’altare sono segno della presenza del Signore; la Parola sull’ambone è come lo Spirito Santo che parla e ricorda tutto quello che Gesù ha insegnato.
 
Nella cristianità la chiesa, nuovo tempio del Dio tra noi, ha assunto un significato più profondo.
   E’ il luogo dove i fedeli celebrano, in comunione di fede, i divini misteri, dove Dio stesso si rende presente in mezzo a noi per intessere un dialogo perenne con i suoi figli e dove, sotto le specie eucaristiche, li nutre con il suo corpo e il suo sangue.
  È il luogo dove i misteri divini si svelano nelle celebrazioni liturgiche e dove la chiesa come edificio rende visibile la Chiesa vera, quella intesa come comunione di fedeli che in Cristo sperimentano la fraternità.
  È il luogo della festa che trova la più sublime espressione nella celebrazione eucaristica, memoriale della morte risurrezione del Signore.

La festa di oggi richiama tutti noi alla realtà che senza pietre vive, le nostre grandi cattedrali sono solamente splendide testimonianze storiche.

E le pietre vive sono i cristiani che si riuniscono intorno al carisma di Pietro, chiamato ad essere roccia irremovibile nella custodia delle parole del Maestro.

Certo è che stiamo assistendo all’abbandono in massa della frequenza alla chiesa e quindi della Messa domenicale. Le statistiche sulla pratica religiosa sono da pianto e si sta insinuando sempre più tra la nostra gente la cosiddetta religione del "fai da te”. Insomma un cristianesimo senza Cristo! Dovremmo, al contrario pensare che la nostra appartenenza alla Chiesa inizia il giorno del Battesimo, la vera seconda nascita.

Nella Chiesa siamo cresciuti, con i sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucarestia e siamo stati accolti di fatto con il sacramento della Cresima, che ci ha resi consapevoli testimoni della fede. Nella Chiesa tanti hanno iniziato il cammino della loro specifica vocazione, con la celebrazione del sacramento del Matrimonio. Così la Chiesa è o dovrebbe essere la casa in cui percorriamo il pellegrinaggio verso la celeste Chiesa, che è il Paradiso.
 
Cristo è la pietra angolare: chi crede in Lui non resta confuso. Stringendoci a Lui, trovando in Lui il senso e la vocazione della nostra vita, noi diventiamo, per grazia di Dio, portatori di una realizzazione meravigliosa sulla terra e nei cieli.

L'apostolo Pietro usa delle espressioni grandiose che vogliamo gustare e cercare di vivere in pienezza. "Anche voi venite impiegati come pietre vive per una costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali a Dio graditi. Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di Lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce".
 
Il vero tempio dedicato a Dio siamo noi; noi che formiamo il nuovo popolo dell’Alleanza stipulata nel sangue di Cristo Gesù, la Verità di cui egli stesso parla alla donna samaritana, e che costituisce il modo giusto della nostra adorazione del Padre; perciò, celebrando la dedicazione della Basilica Lateranense, celebriamo la nostra stessa consacrazione a Dio, in Cristo, nel quale formiamo un solo corpo, uniti nella medesima fede e animati dall’unico Spirito.

Ecco il nuovo tempio: il popolo di Dio, animato dallo Spirito, nell'unità dell'amore tra tutti i suoi figli.
Nel vivere da fratelli nel suo popolo si concretizza la fede e ogni culto. Nei fratelli "nuovo tempio" è presente Cristo. Gesù insegna che il tempio di Dio è, primariamente, il cuore dell'uomo che ha accolto la sua parola.
 
E’ necessario che ci siano dei luoghi di preghiera. Ci sono degli ambienti, delle atmosfere che facilitano la preghiera. E siccome la preghiera cristiana è una preghiera comunitaria, è indispensabile creare dei luoghi nei quali i fedeli possano riunirsi per ascoltare la parola di Dio e celebrare i santi misteri.

È necessario che i fedeli amino le loro chiese. Anche Gesù condivideva questa venerazione per la casa del Padre suo. Anche se sono modeste le nostre chiese sono nondimeno il luogo dei misteri più grandi e più sacri della vita cristiana. Basti pensare a quello più stupendo: l'eucaristia! Se abbiamo il senso cristiano, dev'essere per noi una grande gioia entrare in una chiesa, specialmente per la messa domenicale!
 
Nella Chiesa, madre dei santi, madre sempre feconda nella potenza dello Spirito, possa ogni uomo sempre godere della dignità dei figli di Dio, finché tutti giungiamo alla gioia piena nella santa Gerusalemme del cielo
 
O Dio, che hai voluto chiamare tua Chiesa
la moltitudine dei credenti,
fa’ che il popolo radunato nel tuo nome
ti adori, ti ami, di segua,
e sotto la tua guida giunga ai beni da te promessi.

 

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