La forza e il fascino del Vangelo

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+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda…

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano …

Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. <<<+>>>

 

 

L'episodio della pesca sorprendente e inaspettata sul lago di Galilea è stato scritto dall'evangelista Luca per infondere vita alla Chiesa allorquando dovesse sperimentare che tutti i suoi sforzi per comunicare il suo messaggio sono inutili. L’insegnamento del racconto lucano è molto chiaro: dobbiamo riporre la nostra speranza nella forza e nel fascino del Vangelo. Ha ricordato papa Francesco nella Evangelii gaudium: "La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù … Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia.”. (1)


L’episodio narrato da Luca inizia con una scena insolita. Gesù era in piedi in riva al lago e «la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio». Quella gente non era venuta per curiosità. Non era accorsa per vedere opere prodigiose. Voleva soltanto ascoltare da Gesù la Parola di Dio.

Non era sabato. Non si doveva frequentare la vicina sinagoga di Cafarnao per ascoltare le letture che si proclamavano al popolo durante tutto l'anno. Quella folla non era andata a Gerusalemme per ascoltare i sacerdoti del Tempio. Ciò che la attraeva tanto era il Vangelo del Profeta Gesù, rifiutato dalla gente di Nazaret che lo aveva condotto «fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù».

 

Anche la scena della pesca miracolosa fu assai insolita. Pietro era un uomo di fede sedotto da Gesù. Le parole del Maestro avevano per lui più forza della sua stessa esperienza. Tutti i pescatori sanno che è la notte il momento più favorevole per la pesca. Pietro sapeva bene che sarebbe stato inutile pescare in pieno giorno, soprattutto dopo l’esperienza fallimentare della notte. Ma lo aveva detto Gesù e Pietro, fidandosi solo della parola di Gesù, fece la sua bella professione di fede: «sulla tua parola getterò le reti». E contro tutte le aspettative «presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano».

Ma Pietro era anche uomo dal cuore sincero. Sorpreso dall’enorme pesca ottenuta «si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore” … Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

 

Cari Amici

A fronte dei dati che rendono sempre più evidente la crisi del cristianesimo vi è un fatto innegabile: la Chiesa sta perdendo in modo inarrestabile l'attrattiva e la credibilità che aveva qualche anno fa. I nostri cristiani sperimentano quotidianamente che la nostra capacità di trasmettere la fede, soprattutto alle giovani generazioni, sta arrancando se non addirittura venendo meno. Non sono mancati e non mancano sforzi e iniziative generosi. Ma a quanto pare, non si tratta solo o principalmente di inventare nuove strategie.


È tempo di ricordare che nel Vangelo di Gesù vi ​​è una forza di attrazione che non c’è in noi. E allora questa è la domanda più decisiva: continuare a "fare cose" in una Chiesa che sta perdendo attrattiva e credibilità, oppure porre tutte le nostre energie nel recuperare il Vangelo come l'unica forza in grado di generare fiducia negli uomini e nelle donne di oggi? In Evangelii gaudium papa Francesco scrive: Gesù Cristo … ci sorprende con la sua costante creatività divina. Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale. In realtà, ogni autentica azione evangelizzatrice è sempre “nuova”. (11)


Sì! Dobbiamo porre il Vangelo al primo posto. Prima di tutto. Prima di ogni iniziativa o proposta pastorale. La cosa più importante in questo momento critico per la vita della Comunità cristiana è la vita e la persona di Gesù. In questo Giubileo dell’Anno Santo sarà fondamentale incontrare Gesù cercando di vedere in lui il volto misericordioso di Dio stesso, il Padre celeste. È questo lo scopo, il fine, la mèta cui deve tendere tutta la vita cristiana.

 

Ciò che è decisivo ed essenziale è che la nostra gente non venga in Chiesa per prendere parte alle nostre celebrazioni; che non consideri la comunità cristiana come una stazione di servizio cui fare riferimento per far celebrare delle messe … chiedere l’amministrazione dei sacramenti per i figli … far celebrare il matrimonio o il funerale …

Papa Francesco in Evangelli gaudium scrive: La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione”. (28)

È vitale che la nostra gente venga in chiesa per incontrare ed entrare in contatto con Gesù Cristo.