Il mercoledì delle ceneri nelle parole dei Sommi Pontefici

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Per comprendere meglio il senso del rito delle ceneri, ecco una selezione di frasi sull’inizio della Quaresima nelle omelie dei Sommi Pontefici
 
·   «Crea in me, o Dio, un cuore puro… non privarmi del tuo santo spirito». Sentiremo echeggiare quest’invocazione nel nostro cuore, mentre tra poco ci accosteremo all’altare del Signore per ricevere, secondo un’antichissima tradizione, le Ceneri sul capo. Si tratta di un gesto ricco di richiami spirituali, un segno importante di conversione e di interiore rinnovamento. È un rito liturgico semplice, se considerato in se stesso, ma quanto mai profondo per il contenuto penitenziale che esprime: con esso la Chiesa ricorda all’uomo credente e peccatore la sua fragilità di fronte al male e, soprattutto, la sua totale dipendenza dall’infinita maestà di Dio. (Giovanni Paolo II)
 
·  Come popolo di Dio incominciamo il cammino della Quaresima, tempo in cui cerchiamo di unirci più strettamente al Signore, per condividere il mistero della sua passione e della sua risurrezione. (Papa Francesco)
 
·  Come segno della volontà di lasciarci riconciliare con Dio, oltre alle lacrime che saranno “nel segreto”, in pubblico compiremo il gesto dell’imposizione delle ceneri sul capo. Il celebrante pronuncia queste parole: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai», oppure ripete l’esortazione di Gesù: «Convertitevi e credete al Vangelo». Entrambe le formule costituiscono un richiamo alla verità dell’esistenza umana: siamo creature limitate, peccatori sempre bisognosi di penitenza e di conversione. (Papa Francesco)
 
·    Gesto proprio ed esclusivo del primo giorno della Quaresima, è l’imposizione delle Ceneri. Qual è il suo più pregnante significato? Non si tratta certo di mero ritualismo, ma di qualcosa di assai profondo, che tocca il nostro cuore. Esso ci fa comprendere l’attualità dell’ammonimento del profeta Gioele, ammonimento che conserva anche per noi la sua salutare validità: ai gesti esteriori deve sempre corrispondere la sincerità dell’animo e la coerenza delle opere. (Benedetto XVI)
 
·     Il Mercoledì delle Ceneri viene considerato la “porta” della Quaresima. In effetti, l’odierna liturgia e i gesti che la contrassegnano formano un insieme che anticipa in modo sintetico la fisionomia stessa dell’intero periodo quaresimale. Nella sua tradizione, la Chiesa non si limita a offrirci la tematica liturgica e spirituale dell’itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici per percorrerlo fruttuosamente. (Benedetto XVI)
 
·       Il rito delle Ceneri ci ricorda la fugacità, la precarietà, la nullità della nostra vita presente e nello stesso tempo la sua preziosità. (Paolo VI)
 
·    Il significato del Mercoledì delle Ceneri non si limita a ricordarci la morte e il peccato; è anche un forte richiamo a vincere il peccato, a convertirci. (Giovanni Paolo II)
 
·   L’imposizione delle ceneri reca con sé un significato così chiaro e aperto, che ogni commento si rivela superfluo: essa ci induce a una riflessione realistica sulla precarietà della nostra condizione umana, votata allo scacco della morte, la quale riduce in cenere, appunto, questo nostro corpo, sulla cui vitalità, salute, forza, bellezza, intraprendenza tanti progetti ogni giorno noi costruiamo. Il rito liturgico ci richiama con energica franchezza a questo dato oggettivo: non c’è nulla di definitivo e di stabile quaggiù; il tempo fugge via inesorabile e come un fiume veloce sospinge senza sosta noi e le cose nostre verso la foce misteriosa della morte. (Paolo VI)
 
·     La Chiesa benedice oggi le ceneri, ricavate dai rami benedetti nella domenica delle Palme dell’anno precedente, per imporle su ognuno di noi. Chiniamo quindi le nostre teste, e nel segno delle ceneri riconosciamo tutta la verità delle parole rivolte da Dio al primo uomo: «Ricordati! polvere tu sei e in polvere tornerai». (Giovanni Paolo II)
 
·     Oggi, Mercoledì delle Ceneri, iniziamo un nuovo cammino quaresimale, un cammino che si snoda per quaranta giorni e ci conduce alla gioia della Pasqua del Signore, alla vittoria della Vita sulla morte (Benedetto XVI)
 
·     Oggi, Mercoledì delle Ceneri - porta liturgica che introduce nella Quaresima -, i testi predisposti per la celebrazione tratteggiano, sia pure sommariamente, l’intera fisionomia del tempo quaresimale. La Chiesa si preoccupa di mostrarci quale debba essere l’orientamento del nostro spirito, e ci fornisce i sussidi divini per percorrere con decisione e coraggio, illuminati già dal fulgore del Mistero pasquale, il singolare itinerario spirituale che stiamo iniziando. (Benedetto XVI)
 
·  Da sempre la Chiesa indica alcuni utili mezzi per camminare su questa via. E’ anzitutto l’umile e docile adesione al volere di Dio accompagnata da incessante preghiera; sono le forme penitenziali tipiche della tradizione cristiana, come l'astinenza, il digiuno, la mortificazione e la rinuncia anche a beni di per sé legittimi; sono i gesti concreti di accoglienza nei confronti del prossimo, che l’odierna pagina del Vangelo evoca con la parola “elemosina”. Tutto questo viene riproposto con maggiore intensità durante il periodo quaresimale, che rappresenta, al riguardo, un “tempo forte” di allenamento spirituale e di generoso servizio ai fratelli. [Giovanni Paolo II]

    La Quaresima è stata istituita nella Chiesa come tempo di preparazione alla Pasqua, e dunque tutto il senso di questo periodo di quaranta giorni prende luce dal mistero pasquale verso il quale è orientato… La Quaresima è un cammino verso Gesù Risorto, è un periodo di penitenza, anche di mortificazione, ma non fine a sé stesso, bensì finalizzato a farci risorgere con Cristo, a rinnovare la nostra identità battesimale, cioè a rinascere nuovamente “dall’alto”, dall’amore di Dio (cfr Gv 3,3). [Papa Francesco]