I contenuti essenziali della preghiera cristiana nel Catechismo della Chiesa Cattolica

<< Torna indietro

 

 

 

1.      Tre concetti chiave di preghiera come di introduzione generale.

 

Come per le altre quattro parti, il tema della preghiera cristiana si apre con una immagine ricca di colore. Si tratta di una miniatura è del codice 587 del monastero di Dianisos nel monte Athos e conservata in Costantinopoli fino all'anno 1059. Rappresenta Gesù solo in orazione, nel deserto, mentre in piedi e con le mani levate fino al gelo è si dirige al padre; sembra alludere al testo di Luca 11, 1. Alle sue spalle dietro segnala Gesù agli altri apostoli e indicandolo come modello è il cammino della preghiera cristiana. Sorge la domanda: Signore, insegnaci a pagare.

Ha le domande essenziale, che cos'è la preghiera si risponde con una citazione tarata da Teresa di Lisieux, comprensiva della fonte che il cuore, della meta che è il cielo dell'amore e della riconoscenza che è il suo fondamento, è della possibilità di farla nel dolore e nella gioia. Tra le tante definizioni della preghiera si è preferito quella di questa giovane Santa contemplativa.

In tre concetti chiave che seguì catechismo circa la preghiera è cercano di situato alla fin da principio nello stesso cuore della rivelazione e della vita cristiana: loro azione è dono, e alleanza, è comunione. Siano nel centro stesso della rivelazione, a Roma in vita di Dio, e del cristianesimo, mistero di Grazia alleanza è comunione (2559-2565). La selezione dei testi della scrittura e l'autorità dei santi come Giovanni Damasceno, Agostino, Gregorio Nazianzeno, da rilievo a questi tre concetti chiave. Già un semplice commentario di questi numeri costituisce una teologia mistagogica della preghiera cristiana.

 

2. La dimensione storico salvifica della preghiera.

 

Di fronte alle diverse possibilità di una esposizione teologica, il catechismo della chiesa cattolica opera è per la migliore soluzione, quella di introdurre l'orazione a partire da una prospettiva storico salvifica nei tre momenti caratteristici del suo sviluppo: l'antico testamento di gola l'esperienza oranti di Gesù, la preghiera della Chiesa dopo l'avvenimento della Pentecoste. Il catechismo offre una lettura concreta e realista nella quale si scatta il dinamismo di questa misteriosa relazione dell'uomo con Dio che la preghiera e che ha come punto di partenza da ricerca dell'uomo che fa della orazione un fenomeno universale, e la rivelazione e iniziative di Dio che danno alla rivelazione storica le dimensioni della gratuità e della iniziativa di Dio che va incontro l'uomo. La preghiera poi è unita alla storia umana e la relazione con Dio incrocia gli avvenimenti della nostra storia ( 2566-2567 ).

La prima fonte della rivelazione e della preghiera è senza dubbio la creazione, che apre l'umanità intera alla ricerca di Dio come testimonia la storia religiosa di tutti i popoli e la ricerca instancabile di tutti gli oranti, con una breve è e forse eccessivamente rapida allusione al fenomeno della preghiera nelle religioni non cristiana (2569).

Più sviluppata la sintesi delle tappe della storia dei grandi oranti e le loro tipologie: Abramo e la promessa, mostre e l'orazione del mediatore, Davide e l'orazione del re, e gli ha e i profeti e la conversione del cuore, per finire con i salmi orazione dell'assemblea d'Israele. Così delle tappe di questa rivelazione si sottolinea il progresso, la ricchezza, le caratteristiche della preghiera che accompagna il progresso della storia con il suo orientamento finale fino a Cristo (2568-2589 ).

In questi numeri passano rapidamente i grandi oranti dell'antico testamento, via una breve allusione a Adamo, ad Abele, a Noè. Più estesi i riferimenti agli indici di Dio: Abramo, non s'è, Davide, e gli. E sopra tutto un riferimento ampio per i salmi.

La rivelazione della preghiera nella pienezza dei tempi ha come protagonista Gesù, il figlio di Dio, pienamente inserito nella dimensione orante d'Israele. Tre grandi bronchi caratterizzano la dimensione della preghiera in questo momento: Gesù prega ed è modello di preghiera; insegna regale, e che il maestro; ascolta dal nostro preghiera e ne è il mediatore ( 2598 egli 2599-2616 ). Insieme Cristo, con una breve sintesi, s'illumina la figura orante della vergine Maria ( 2617-2619 ).

È forse la parte più densa della teologia biblica della preghiera. Occorre leggerla con uno sguardo costante alle note che inviano ai testi biblici dei sinottici e di Giovanni, ma anche all'autore della lettera agli ebrei. La sintesi sull'orazione di Gesù da importanza a questo esercizio costante di Gesù che come l'anima di una cristologia trinitaria di comunione orante, in relazione filiale con il padre sotto l'azione dello spirito. Una attenta lettura offre la visione di una catechesi essenziale sulla preghiera  che ha in Gesù il modello dell'orazione e che prima di tutto è egli stesso maestro di preghiera.

Preziosa è inoltre la sintesi sulla pedagogia della preghiera cristiana in cui Gesù si rivela come maestro. Le semplici sottolineature presenti in ogni numero sono chiave di lettura di una pedagogia ed chi chiede la conversione del cuore, la confidenza della fede, l'audacia filiale, il proposito di compiere la volontà del padre, la vigilanza. Le tre parabole della orazione assunte dal Vangelo di Luca suffragano le attitudini di  insistente perseveranza come l'amico importuno, della pazienza come la vedova importuna, dell'umiltà come il pubblicano nel tempio. Occorre pagare nel nome di Gesù e con la forza dello spirito. Gesù stesso si assicura che ascolta la nostra preghiera.

La terza tappa della rivelazione che nasce dall'effusione dello spirito nella Pentecoste ha altri metodi di esposizione. Il catechismo non continuano lassù la figlia dinamica e narrativa dei momenti oranti della Chiesa apostolica, ma cambia stile e apre una prospettiva sintetica circa le varie modulazioni della preghiera cristiana, testimoniata da Gesù e degli scritti apostolici. Si tratta di un ricorso pedagogico della massima importanza per sollecitare ben oltre i diversi formulari della preghiera, le dimensioni è e le attitudini più profonde del pregare cristiana radicato nella nostra umanità, e stress è già nell'antico testamento e nel cuore di Cristo e ora è espresse da due apostoli e fatte proprie è dalla Chiesa. Così si parla di adorazione dell'edizione, di domanda, di intercessione, di azione di grazie, di lode ( 2626-2642). Si tratta delle espressioni più nobili del pregare cristiana contenute ed espresse ampiamente dalle comunità primitive, ha autorizzato che oggi nella liturgia delle ore e sintetizzate ampiamente nella eucaristia, ( 2643 ).

Una attenta lettura di uno di questi numeri rinvia ai testi biblici citati e a questa parola chiave contenuta in ogni numero che dà il senso di ognuna delle modulazioni oranti. La benedizione si fa epiclesi e adorazione. La domanda riveste il carattere di lotta, di gemito, di implorazione di perdono, di ricerca del regno; un'orazione è in ogni tempo in ogni luogo, in ogni necessità. La preghiera di intercessione introduce nella orazione di Gesù mediatore ed è proprio della Chiesa primitiva e delle prime comunità che alzano le mani fino al padre in una intercessione senza frontiere. L'azione di grazie e la lode caratterizzano il mondo pregare della Chiesa che conosce il riconoscere l'azione provvidenza del padre celeste. Al tuo orienta alle carestie della Chiesa, sintesi dell'orazione cristiana.

 

3        Teologia e pedagogia della preghiera cristiana

 

Il secondo capitolo, dedicato alla tradizione della preghiera ha altro carattere: prevale l'orientamento teologico pedagogico dentro il quale è possibile chiamare una catechesi tradizionale della preghiera cristiana nelle sue espressioni personali e comunitarie, in cui è possono entrare altresì alcune forme di preghiera liturgica.

Si parla anzitutto delle fonti della preghiera con una e numerazione progressiva della sua importanza: la parola di Dio, le liturgia della Chiesa, lei il tutto locali, elogi della quotidianità, carico di presenza di un Dio che ci cartella né gli avvenimenti ( 2650-2660 ).

Di seguito si indicano in una progressiva gerarchia di carattere che in Italia le forme dell'orazione ) al padre, a Cristo, allo spirito ), indicando in realtà che la preghiera cristiana a re è i suoi sentimenti umani alla fiera dello spirito santo e si orienta fino al padre, per mezzo di Cristo che è l'unico e necessario mediatore della preghiera. Tutta la preghiera cristiana è essenzialmente trinitaria. È tuttavia è si sottolineano le forme tipiche delle invocazioni di Cristo e del suo nome come la preghiera di Gesù ho orazione del cuore, della tradizione orientale, ho una invocazione diretta dello spirito santo con le invocazioni che si dirigono a lui come è lo dimostrano le tue invocazioni più conosciute in Occidente e in oriente: Vieni a spirito santo; e re celeste spirito consolatore ( 2663-2672 ).

In questo contesto si parla di carattere eminentemente ecclesiale della preghiera cristiana ( 2672 ). Si parla di seguito della orazione di rendita alla vergine Maria nel segno della comunione con lei è per mezzo di Cristo, nello spirito santo e nella vita del mistero ecclesiale. Con grande centro il catechismo, ispirandosi alla dimensione liturgica del culto mariano, fa nascere una teologia è della preghiera diretta alla vergine Maria nel concerto più bello e più esatto che è quello della comunione nello spirito santo. In questo modo la preghiera Maria nelle sue varie forme conosciute dalla pietà genuina della Chiesa, si situa nell'autentico segno trinitario che le è proprio ( 26730-mutui 674 una ed è e felice spiegazione della Maria, introdotta in una delle ultime redazioni il catechismo, suffragano la ricchezza di questa preghiera del popolo cristiano nelle sue due parti che hanno la loro analogia con la preghiera del padre nostro, l'invocazione laudativa e la domanda confidente. Questo blocco mariano termine con la indicazione della ricca tradizione occidentale e orientale della preghiera alla vergine nella varietà dei suoi distintivi di e la immagine della madre di Dio come è orante perfetta. Una esposizione sintetica di grande ricchezza teologico-pastorale e di evidente prospettiva ecumenica ( 2675-2679.

Il capitolo conclude con una allusione ai maestri e ai luoghi della preghiera. Sono ricordati i testimoni e i maestri della storia della Chiesa, i ministri e i servi della preghiera oggi: la famiglia cristiana, i religiosi i catechisti di con una breve allusione ai luoghi propizi per pregare: la solitudine un luogo con la parola di Dio e l'immagine in una serie, i santuari ) 2683-2691 ). È importante, soprattutto in questo contesto, il servizio della catechesi della preghiera, sia attraverso la parola come per iscritto, sia nella direzione spirituale come nell'iniziazione concreta non solo ad apprendere preghiere ma ad insegnare l'arte del pregare. In questa parte entrano in gioco i testimoni della preghiera della grande tradizione cristiana, i maestri attuali della preghiera - famiglia, ministri sacri, religiosi, perché insisti, gruppi di preghiera, direzione spirituale - e si evidenziano i luoghi per pregare e a imparare a pregare che vanno dalla Chiesa e i monasteri, dai pellegrinaggi a qualunque angolo oratorio familiare di Cuneo l'immagine del Signore che fanno di ogni casa una chiesa domestica. È

 

4        La vita di preghiera: dimensione della spiritualità

 

Il capitolo III è un compendio di spiritualità della preghiera cristiana nella sua dimensione vitale e nelle sue varie forme, espressioni e dinamismo, con le sue tentazioni e i suoi successi. Si tratta di brevi e gustose pagine di catechesi della vita spirituale centrata nell’elemento unificatore della preghiera cristiana. E’ come un capitolo centrale della spiritualità della preghiera nel cuore della vita. In esso si apprezza la sensibilità verso l’uomo di oggi, senza temere di affondare il tema delle difficoltà della orazione. Si sottolinea il carattere vitale della preghiera, che abbraccia tutta l’esistenza, i ritmi fissati dalla chiesa nella sua liturgia e il carattere personale e irrepetibile della esperienza orante di ogni cristiano. Si da conto dell’orazione vocale che si apre all’esperienza contemplativa, della meditazione elevata al rango di lectio divina, secondo la tradizione dei monachi di ieri e dei cristiani di oggi. Infine si parla della orazione contemplativa come punto di convergenza della orazione cristiana. Partendo dalla definizione offerta da Santa Teresa - alla quale si riconosce il carisma di maestra dell’orazione contemplativa - si sottolineano alcune attitudini: il tempo e la durata, l’ingresso nell’orazione contemplativa, il suo carattere filiale e la sua dimensione mistica con la quale Dio purifica e illumina per fare di ciascuno una offerta pura.

In una serie di numeri progressivi, il Catechismo offre una sequenza di brevi definizioni della preghiera contemplativa: è dono, alleanza e comunione; è tempo forte per eccellenza della preghiera;  e reciproco sguardo d’amor; è ascolto della Parola che sfocia nel fiat del cristiano a imitazione del fiat di Maria, e silenzio e silenzioso amore – secondo la bella definizione di Giovanni della Croce – è comunione con la stessa orazione di Cristo.

Sono paragrafi di grande finezza spirituale al fine di aprire al cristiano gli itinerari della comunione con Cristo nel silenzio contemplativo, pur senza far mancare una allusione alle prove e alle notti oscure della fede, preludio dell’alba pasquale della risurrezione. (2697–2719).

Ampio spazio è riservato al combattimento per la preghiera, a questa  ascesi necessaria per la quale il cristiano e l’uomo moderno deve essere equipaggiato. Il tema del combattimento spirituale, luogo classico della letteratura spirituale di tutti i tempi, è presentato con chiarezza e realismo, dalle sottili obiezioni all’orazione che popolano il nostro subcosciente fino alle difficoltà effettive di pregare e di perseverare nell’orazione, secondo l’insegnamento evangelico  perché di fatto i viva la indissolubile unità tra orazione e vita cristiana (2725-2745).

Sono pagine di grande realismo spirituale che aiutano a incarnare la teologia nella vita.

Non si teme di affrontare gli ostacoli nella preghiera,   i quali possono essere dati da concetti erronei di preghiera, che non mancano nella vita dei cristiani, o dalla tentazione di preferire la vita cristiana per il lavorare piuttosto che per il pregare, o dallo stesso scoraggiamento che producono le apparenti distrazioni nella nostra preghiera è ai quali occorre rispondere con la fiducia, l'umiltà, la perseveranza.

L’ascesi della preghiera suppone il superamento delle difficoltà inerenti all'antropologia e alla psicologia dell'orante, come le distrazioni, l'aridità, la mancanza di fede nel Dio vivo, la negligenza che i Padri del deserto chiamano accidia. Di fronte a queste difficoltà si alzano i sentimenti dell'orazione cristiana che sono la confidenza filiale, l'accettazione della purificazione del nostro modo di pregare, l'inserimento della nostra relazione con Dio nel mistero della storia della salvezza e della croce gloriosa del Signore, la confidenza illimitata con la quale uniamo la nostra preghiera a quella di Gesù nostro celeste mediatore.

La sezione conclude con una allusione alle preghiere di Cristo nella sua ora suprema, l'orazione sacerdotale del capitolo 17 di San Giovanni, espressione culminante di Gesù nella sua preghiera al Padre nel suo mistero pasquale e per questo filiale, sacerdotale, instauratrice di tutti i suoi sentimenti. Una preghiera che irradia la sua luce in ognuna delle domande del padre nostro ( 2746-27511 ).

 

5.      La catechesi  del Padre nostro

 

La seconda sezione della parte quarta è interamente dedicata alla spiegazione del Padre nostro. Il Catechismo si ispira alla grande tradizione liturgica e mistagogica dedicate a esporre i sacramenti della iniziazione cristiana. Il Padre nostro fu sempre considerato come la sintesi della preghiera e la scuola per imparare a pregare. Il rito della traditio e della redditio della orazione del Signore esprimeva questo doppio significato. La Chiesa spiega il contenuto del Padre nostro e insegna a pregare. Il cristiano, abilitato dal battesimo a dire la preghiera del Signore con la forza dello Spirito diffuso nel suo cuore, prega secondo l’insegnamento della Chiesa. Il Padre nostro, inoltre, conserva tutto il suo profondo significato battesimale ed eucaristico, il suo TALANTE liturgico essenziale, quando già la Didaché ricorda che i cristiani lo ripeteranno tre volte al giorno, in sostituzione dello Shemà Israel, come affermano alcuni, o della orazione delle diciotto benedizioni, come ricorda il Catechismo (2767)

L’esposizione della preghiera del Signore nei suoi tre articoli è lineare. Il primo offre – con brevi pennellate – il significato globale come sintesi di tutto il Vangelo e cuore di tutte le Scritture, come preghiera che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore, ce come il suo memoriale e che prega nell’oggi della storia, conferita nella sua mediazione celeste. Il suo carattere eminentemente ecclesiale viene sottolineato dalla intima congiunzione che questa preghiera  ha con l’Iniziazione Cristiana, come ricorda la recuperata traditio e redditio della preghiera dominciale nel Rito della Iniziazione cristiana degli  adulti, il suo inserimento nella liturgia delle Ore e il posto d’onore che occupa nella Liturgia Eucaristica, tra l’anafora e la comunione eucaristica, sua dimensione escatologica (2759-2772).

Il secondo articolo è riservato alla catechesi circa l’invocazione iniziale che dà senso a tutta la preghiera: Padre nostro che sei nei cieli.

Tra le spiegazioni di alcune delle formule di invito alla preghiera propria delle differenti liturgie,queste sembrano essere le espressioni chiave:

-   Padre

-   Padre nostro

-   Padre che sei nei cieli (2777-2796)

C’è, in questa esposizione lineare, difficile da riassumere in poche parole, come una infrastruttura di lettura, che è come una lectio divina di ognuna delle espressioni della preghiera del Signore; l’esegesi, il commento dei Padri, il riferimento alla Chiesa, l’inserimento nella preghiera e nella vita. Una breve lettura con i testi di riferimento fa comprendere le possibilità di una catechesi progressiva affinché i cristiani apprendano a fare della preghiera filiale un cammino di perfezione, un pellegrinaggio di santità.

 

Il terzo articolo – il più ampio – segue la tradizionale esposizione delle cosiddette “sette domande”. La luce della catechesi biblica e la spiegazione dei Padri della Chiesa illumina  con profondità ognuna delle espressioni della preghiera del Signore applicata alla vita cristiana (2803-2854).

Era difficile formulare una opzione in merito ai commentari che si sarebbero potuti citare giacché il padre nostro e senza dubbio un il testo evangelico che ha è immeritato più commentari sistematici e perfino politici nella storia della esegesi e della catechesi, della orazione e della spiritualità. Alla fine si è formulata l’opzione di far ricorso ai classici e a brevi commentari patristici tra i quali prevalgono le catechesi di Cirillo di Gerusalemme accompagnate dalle spiegazioni di Tertulliano di Cipriano di Ambrosio, di Agostino, fi Giovanni Crisostomo e Pietro Crisologo.

Si indica il felice va e vieni della prima parte delle domande con la allusione al tu di Dio, e la concreta applicazione della seconda parte alle nostre necessità con una innegabile dimensione comunitaria ed ecclesiale delle nostre domande.

La santificazione del nome di Dio sottolinea la santità di Dio nella santità dei suoi figli, il nome santo di Dio e il nome del mediatore che Cristo.

Né la allusione al regno che deve venire il catechismo scopre le ricchezze di questo concetto biblico fondamentale della predicazione di Gesù che è anche la venuta in noi del suo Spirito.

La domanda-offerta della volontà di Dio sviluppa una delle elezioni fondamentali della spiritualità cristiana, in comunione con il Figlio obbediente , è con l'azione dello spirito in relazione è con una serva madre Signore.

Ampio il commento al dacci il pane quotidiano, all’oggi, commentato a Roma per parola con una allusione alla vita alla parola e alle carestie, al lavoro e alla preghiera che intrecciano nella vita ordinaria la preziosità del quotidiano.

Profondo il commento al perdono delle offese, chiesto il gatto come è confidenza nella misericordia senza limiti, tuttavia anche come perdono di cuore senza limiti, incluso il perdono ai nemici. Un testo che termina con una citazione di S. Cipriano che allude al nostro sacrificio più grande e più gradito al padre che è il perdono della riconciliazione che conducono alla pace, alla concordia e alla guida propria del popolo di Dio, nell'unità del padre, del figlio e dello spirito santo. Nuova linea la supplica perché Dio è non ci faccia soccombere nella tentazione, con la delicatezza dello stesso testo evangelico e il suo paradosso, è si esplica coerentemente e si apre a ciò che Dio può offrire per non farci cadere nel momento della tentazione della prova: la grazia del discernimento, la decisione del cuore, la perseveranza sino alla fine. Lo vedeva l'ultima richiesta con la quale chiediamo di essere liberi dal male contiene alcune osservazioni di grande valore per l'uomo contemporaneo, sempre angustiato dal problema del male, del fatto che non si può escludere che il maligno, il separatore, con la confidenza in Cristo dice liberati dalla morte e ha vinto il maligno e ci esorta alla lotta e alla perseveranza. Nuova linea è il commento si chiude con una breve spiegazione dell'embolismo che nella liturgia eucaristica romana sviluppa il tema dell'ultima domanda, della dossologia propria della tradizione orientale, oggi è comune nell'ambito ecumenico e recuperata come risposta all'embolismo nella liturgia romana. Un breve commento all’amen finale e il sigillo di tutto il catechismo con il suo suggestivo l’accostamento tra l’amen del padre nostro e il fiat della vergine Maria alla volta di più è ricordata come modello delle chiese in preghiera ( 2855-2856).

  

Conclusione

 

Una esposizione rapida del contenuto del Catechismo è semplicemente un invito a leggerlo lentamente, è a comprenderne la sua ricchezza, a utilizzarlo sempre più è meglio, a trasformarlo - attraverso una lettura comunitaria ben preparata e in un clima orante - nel vademecum della orazione dei cristiani. Prendere fisicamente in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica vuol dire rendersi conto della ricchezza che esso racchiude e della comprensione che lo Spirito può suscitare in coloro che ascoltano e meditano e della connessione realista tra la preghiera e la vita quotidiana. Due tentazioni debbono essere superate. La prima è quella di coloro che non sospendo pregare non prendono nelle proprie mani il Catechismo per imparare. La seconda è quella di coloro che sapendo pregare, non sembra loro necessaria questa scuola che la Chiesa offre per pregare meglio, vincere le tentazioni, superare modi incorretti di intendere la preghiera cristiana.

Il Catechismo ha il valore dei contenuti, a volte molto densi, allusivi, in certi passaggi non facili.

Vale la pena fare di questa parte del Catechismo una ricca e varia catechesi, ben dosata nei suoi tempi e nei suoi destinatari. Attraverso queste pagine il Signore non solo insegna a pregare, ma altresì la Chiesa, fedele al suo Signore e ricca delle testimonianza di venti secoli di preghiera cristiana, si manifesta come madre, maestra, mistagoga dell’orazione dei cristiani in un tempo in cui la fede necessita della verità e del fuoco della contemplazione. Attraverso queste pagine il Catechismo ripropone una lezione mai appresa e assimilata del tutto: la grazia e l’arte della preghiera.