Giovanni XXIII

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Giovanni XXIII
eletto pontefice
il 28 ottobre 1958
 
 
 
cap-aseguito della morte di papa Pio XII, Angelo Giuseppe Roncalli, con sua grande sorpresa, fu eletto Papa il 28 ottobre 1958.
Secondo alcuni analisti sarebbe stato scelto principalmente per un'unica ragione: la sua età. Dopo il lungo pontificato del suo predecessore, i cardinali avrebbero perciò scelto un uomo che presumevano, per via della sua età avanzata e della modestia personale, sarebbe stato un Papa di «transizione».
Morì il 3 giugno 1963 pianto da una moltitudine di popolo.
Il suo breve pontificato fu segnato – tra l’altro - dalla pubblicazione di due encicliche straordinarie: Mater et Magistra e Pcem in Terris.
Ma l’evento che ha caratterizzato il Pontifico di Giovanni XXIII è stato senz’altro il Concilio Vaticano II.
 
Papa Giovanni volle che il Concilio fosse una nuova Pentecoste e fu per il mondo intero una sorpresa grande e consolatrice. Egli, che dagli intenti umani, era già stato denominato il Papa di passaggio, disse e fece cose sconvolgenti che diedero inizio a un'epoca nuova, e le disse e le fece con sorriso bonario, con gesto semplice e confidente, ma deciso, perché fiducioso nella Provvidenza divina.
 
Lo scrisse Papa Giovanni nella Costituzione apostolica Humanae Salutis, con la quale venne indetto il Concilio Ecumenico Vaticano II: «Fin da quando salimmo al supremo pontificato, nonostante la nostra indegnità e per un tratto della divina Provvidenza, sentimmo subito urgente il dovere di chiamare a raccolta i nostri figli, per dare alla Chiesa la possibilità di contribuire più efficacemente alla soluzione dei problemi dell'età moderna.
 
Per questo motivo, accogliendo come venuta dall'alto una voce intima nel nostro spirito, abbiamo ritenuto essere ormai maturi i tempi per offrire alla Chiesa cattolica e al mondo il dono di un nuovo Concilio Ecumenico in aggiunta e in continuazione della serie dei venti grandi Concili, riusciti lungo i secoli una vera provvidenza celeste a incremento di grazia e di progresso cristiano... Il prossimo Concilio — si legge ancora nella Costituzione — si riunisce felicemente e in un momento in cui la Chiesa avverte più vivo il desiderio di fortificare la sua fede e di rimirarsi nella propria stupenda unità; come pure più urgente il dovere di dare maggiore efficienza alla sua sana vitalità e di promuovere la santificazione dei suoi membri, la diffusione della verità rivelata, il consolidamento delle sue strutture. Sarà questa una dimostrazione della Chiesa, sempre vivente e sempre giovane, che sente il ritmo del tempo, che in ogni secolo si orna di nuovo splendore, irraggia nuove luci, attua nuove conquiste, pur restando sempre identica a se stessa, fedele all'immagine divina impressa sul suo volto dallo Sposo, che l'ama e la protegge: Cristo Gesù ».
 
E nel discorso di apertura del Concilio, Papa Roncalli — dopo aver preso le distanze dai « profeti di sventura, che annunciano eventi sempre infausti, quasi che incombesse la fine del mondo » — delineò le finalità dell'Assise ecumenica:
- che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace;
- che tale dottrina sia trasmessa pura e integra, senza attenuazioni o travisamenti;
- che questa dottrina certa e immutabile sia fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo;
- mostrare la validità della dottrina della Chiesa piuttosto che rinnovare condanne, preferendo usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità;
- promuovere l'unità nella famiglia cristiana e umana innalzando la fiaccola della verità religiosa. In tal modo la Chiesa è chiamata a mostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, paziente, piena di misericordia e di bontà anche verso i figli da lei separati.
 
Papa Giovanni visse e morì per il Concilio. Sul letto della sua agonia egli offrì la vita per il buon esito dell'Assise ecumenica. In una lettera indirizzata a mons. Felici alla fine di maggio del 1963 (il Papa morì il 3 giugno) egli scriveva: « soprattutto adesso lavoro per il Concilio ».
 
Seguì da vicino i lavori per mezzo delle telecamere a circuito chiuso; intervenne con la sua autorità a dirimere alcune questioni sorte agli albori del Concilio. Ma il suo merito più grande fu quello di aver dato al Vaticano II un grande respiro, un immenso soffio di vita. Egli parlò coraggiosamente di aggiornamento della Chiesa. Aggiornamento che si nutre della autentica dottrina di Cristo, rispettando e obbedendo alla volontà del suo Signore, infiammandosi della Sua vera carità.
 
L'illimitata fiducia di Giovanni XXIII in Dio e nei Suoi mirabili disegni lo ha sorretto nel convincimento di far entrare la Chiesa nella storia e nella società del XX secolo come un giardino che non cessa di fiorire.
 
Egli ha voluto aprire le finestre della Chiesa sul mondo e renderla come fontana del villaggio, a cui tutti potessero dissetarsi.

Desidero ricordare il Beato Giovanni XXIII proponendo queste sue
 
Norme della quotidianità
 
1. Solo per oggi, cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.
2. Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
3. Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
4. Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.
5. Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.
6. Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
7. Solo per oggi, farò almeno una cosa che non desidero fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
8. Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione.
9. Solo per oggi, crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo.
10. Solo per oggi, non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà. Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.