Corpus Domini e la nostra comunione eucaristica

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Celebrare il Corpo e il Sangue di Cristo significa doverosamente ripensare anche al momento in cui ci accostiamo a ricevere il Corpo di Cristo nella comunione.
Un gesto ripetuto più e più volte può facilmente perdere senso e significato. La routine porta a sminuire se non addirittura a dimenticare il suo vero significato e a distorcerne il contenuto. Così può accadere con quel gesto profondo e solenne quale quello di ricevere Cristo nella comunione eucaristica. Come, allora, ricevere la comunione in un modo nuovo?

Per prima cosa è necessario ridestare in noi la gioia. Noi siamo "beati" perché invitati alla mensa del Signore. Non ci inginocchiamo in atteggiamento penitenziale, ma rimaniamo in piedi, sapendo che Cristo risorto ci ha restituito la nostra dignità di figli di Dio. Pertanto, è normale che accostiamo alla comunione cantando.

Allo stesso tempo, riconosciamo la nostra mediocrità ripetendo le parole del centurione: "Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa ..." Così ci avviciniamo all’Eucarestia stendendo la nostra mano come poveri mendicanti che hanno bisogno di ricevere il pane della vita.
A questo riguardo desidero richiamare l'attenzione su un fatto assai preoccupante anche perché sembra diffondersi  amacchia d'olio: troppa gente, soprattutto in occasione di celebrazioni particolari (matrimoni, funerali, prime comunione, cresime) si accosta alla comunione senza essersi previamnete confessata! Cari amici: le disposizioni della  Chiesa, al riguardo, non sono cambiate. 

Comunicandoci compiamo un profondo atto di fede. Il ministro dell’Eucarestia presenta il pane consacrato dicendo: "Il corpo di Cristo". Il comunicando risponde: "Amen". Questa semplice parola ebraica significa: "Io credo". Il credente riceve la comunione eucaristica in un silenzio orante: "Io credo alla presenza di Cristo in questo umile gesto. Credo che il Risorto nutre la mia vita in questa comunione. "

Ma la comunione è molto di più che ricevere il pane consacrato nella nostra bocca. Fare la comunione vuol dire accogliere Cristo nella propria vita. Perciò è molto importante ritornare al proprio posto in profondo raccoglimento e aprire il cuore al Risorto: «Gesù ti accolgo vivo, vero, reale nel mio cuore; purificalo; trasforma tutta la mia vita. Voglio vivere nella tua verità e nel tuo spirito. Io voglio essere come sei stato tu, vivere e amare come hai vissuto e hai amato tu". In codesto silenzio orante facciamo una vera comunione di vita con Cristo.

Proviamo ad accostarci con questi sentimenti e queste attitudini a ricevere il Corpo del Signore nella comunione eucaristica. Potremo, forse, scoprire che dopo tanti anni di Comunione nella messa della domenica è come se facessimo la nostra "prima comunione". Forse abbiamo tutti bisogno di imparare a comunicarci in modo nuovo e vivo. Vorrebbe dire che la nostra fede sarebbe accresciuta.
 

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