L’impegno e la gioia della evangelizzazione

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Dopo tredici mesi e mezzo e mezzo – per l’esattezza 406 giorni - si è concluso l'Anno della Fede. E' stato indubbiamente un tempo di grazia e di grazie, e il primo atteggiamento e sentimento in questo momento deve essere la gratitudine a Dio e ai Papi Benedetto XVI e Francesco per averci permesso di vivere questo evento, questo kairos.


Riscoprire il "gusto", la bellezza e la verità della fede è stato il primo obiettivo della convocazione , scandito da eventi e da celebrazioni così rilevanti. La rinuncia dell'esercizio del ministero petrino di Papa Benedetto XVI e l'arrivo di Papa Francesco è stata un'esperienza che difficile da capire se non nell’orizzonte di una fede viva. Il grande Papa Benedetto ci ha lasciato un'eredità che arricchirà la vita della Chiesa per le prossime generazioni, la sua decisione saggia e umile di lasciare il compito a un'altra guida è stata una testimonianza di fede vissuta, la fiducia e l'obbedienza alla parola del Signore. Così lo Spirito che guida la Chiesa ha scelto un papa dalla fine del mondo, Papa Francisco. Innegabilmente la forza travolgente della sua testimonianza interpella credenti e non credenti. Le parole del Papa toccano il cuore della gente di oggi e vengono interpretate alla luce dei suoi gesti, della sua vicinanza, della sua tenerezza. Non c'è discontinuità tra i due Pontefici ma continuità nella successione apostolica nella differenza dei tratti personali. Espressione di questo è la lettera enciclica Lumen Fidei che come il Papa Francesco riconosce Francisco è una lettera "scritta a quattro mani" (cfr LF 7).

 

L’anno della fede è stato una propizia opportunità per approfondire, sentire e vivere la nostra fede. Nella sua Lettera apostolica Porta fidei , Papa Benedetto XVI ha scritto che l’obiettivo doveva essere quello di " riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo".(2)

 

Quattro verbi hanno sostenuto le attese, le aspettative e le sfide dell’anno della, vede: conoscere, confessare, celebrare e trasmettere la fede. Non c'è nulla di più importante nella vita degli uomini e dell’umanità che la fede, che la luce della fede che viene da Gesù Cristo e si estende e illumina tutte le fasi, le età e le circostanze della esistenza e della civiltà umana .

 

La chiusura dell'Anno della Fede sarà accompagnata da un nuovo dono, un nuovo regalo. Il Papa Francesco pubblicherà in questo contesto un'esortazione apostolica. Sarà il secondo documento importante dei suoi quasi nove mesi di ministero. Il titolo dell'esortazione apostolica dice tutto, o quasi tutto: Evangelii Gaudium (La gioia del Vangelo). Già queste prime parole evocano l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi che PaoloV pubblico nel 1975 e che molto spesso è citata da papa Francesco.. Né è molto difficile intuire che Evangelii Gaudium si approprierà abbondantemente di riferimenti e ispirazione contenute nel Documento finale della V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano ad Aparecida celebrato nel 2007, il cui icomitato di redazione fu presieduto dall’allora cardinale Bergoglio .

Martedì 26 Novembre conosceremo Evangelii Gaudium. Ma non sarà difficile ipotizzare e ritenere che quel documento diventerà la bussola di navigazione per la pastorale immediata della nostra Chiesa nel contesto della nuova evangelizzazione, e per crisi di fede tanto generalizzata in molti e differenti luoghi della geografia Chiesa.


Conoscere, confessare, celebrare e trasmettere la fede sono stati i quattro obiettivi dell'Anno della Fede che ora incrementano e rinnovano la sfida e la gioia dell'evangelizzazione. Per conoscere la fede, Lumen fidei può essere uno strumento prezioso. Per professare la fede le stesse reliquie di San Pietro possono anche aiutarci in questo compito. Per celebrare la fede lo spazio e il momento privilegiato è e resta la celebrazione dei sacramenti, specialmente dell’eucarestia domenicale. L’annuncio e la testimonianza della fede sarà sempre concretizzata nelle opere della misericordia spirituale e corporale alle quali chiama costantemente papa Francesco e come ricorda papa Benedetto in Porta fidei: La fede che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6). La fede, infatti, cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia” (7)