Verso la festa del Sacro Cuore di Gesù

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Il venerdì dopo il Corpus Domini, la Chiesa fa memoria del  Sacratissimo Cuore di Gesù e lo celebra con speciale solennità.

Non v’è dubbio che la devozione al Cuore del Salvatore è stata ed è tuttora una delle espressioni più diffuse e più amate della pietà ecclesiale. Intesa alla luce della Sacra Scrittura, l’espressione “Cuore di Cristo” designa il mistero stesso di Cristo, la totalità del suo essere, la sua persona considerata nel suo nucleo più intimo ed essenziale: Figlio di Dio, sapienza increata; carità infinita, principio di salvezza e di santificazione per l’intera umanità.

Il “Cuore di Cristo” è Cristo, Verbo incarnato e salvatore, intrinsecamente proteso, nello Spirito, con infinito amore divino-umano verso il Padre e verso gli uomini suoi fratelli ... Si può dire che la devozione al Cuore di Cristo è la traduzione in termini cultuali dello sguardo che, secondo la parola profetica ed evangelica, tutte le generazioni cristiane volgeranno a colui che è stato trafitto, cioè al costato di Cristo, trafitto dalla lancia, dal quale scaturì sangue ed acqua, simbolo del «mirabile sacramento di tutta la Chiesa». (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 166-167)
 
La devozione al Sacro Cuore di Gesù nasce in Francia a Paray Le Monial, dopo una serie di visoni avute da Santa Margherita Maria Alacoque, nel corso delle quali Gesù che ha chiesto il suo impegno per la istituzione di una festa dedicata al Sacro Cuore.

Queste apparizioni ebbero luogo tra gli anni 1673 e 1675.
Un secolo dopo, ne 1765, la Santa Sede autorizzò l’episcopato polacco e l’arciconfraternita del Sacro Cuore di Roma a celebrare – appunto – questa Festa. Ma solo nel 1856 Papa Pio IX stabilì il culto universale di questa memoria, estendendola a tutta la Chiesa cattolica.
 
Il culto e la devozione al Sacro Cuore di Gesù si sarebbe convertita nella seconda metà del secolo XX in una delle celebrazioni più feconde della religiosità e della pietà popolare.

Chi ha sufficiente dimestichezza con le biografie dei Santi, dei Beati, e dei Fondatori dell’epoca citata può ben attestare che essi nutrirono fortemente una straordinaria devozione al Cuore di Gesù.
 
Certamente la devozione al Cuore di Gesù non è la celebrazione del culto di una parte anatomica del suo corpo; si tratta della devozione e del culto dello stesso Cristo Gesù e alla sua Persona, al suo essere il Figlio di Dio, il Redentore dell’uomo che con “cuore” infinitamente grande ha tanto amato i suoi da dare la vita per loro fino a morire in croce. Sulla croce quel cuore fu trafitto dalla lancia di un soldato e subito ne uscì sangue ed acqua, come ricordano i Santi Evangeli.
 
Di fatto l’iconografia di questa devozione non ha mai mostrato soltanto “il Cuore”, ma – come direbbe S. Agostino - il Cristo tutto, con il suo Cuore in mano (o altre
  nobili varianti). Ma l’oggetto della nostra adorazione è il Figlio Unigenito del Padre, Gesù Salvatore e Redentore; a Lui si dirige la nostra preghiera.
Canta la liturgia: “Venite adoriamo il Cuore di Cristo, ferito d’amore per noi”.
 
La devozione al sacro Cuore di Gesù è la quintessenza del Vangelo e del piano di salvezza di Dio per l’umanità; per cui il culto al Sacro Cuore è adorazione a Cristo come espressione dell’amore di Dio.

Parlare del Cuore di Gesù parlare della sua umanità, di Colui che ci ha “amato con cuore d’uomo”.
Parlare del Cuore di Gesù è parlare dell’amore di Dio per gli uomini: “Ti ho amato con amore eterno!”.

Ricordava il papa emerito Benedetto XVI: “Dall’orizzonte infinito del suo amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un corpo e un cuore; così che noi possiamo contemplare e incontrare l’infinito nel finito, il Mistero invisibile e ineffabile nel Cuore umano di Gesù, il Nazareno”.
E aggiungeva: “Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità, il pulsare di una presenza affidabile, percepibile coi sensi della fede e tuttavia molto più reale: la presenza di Cristo, cuore del mondo”.
 
Facciamo dunque festa al Cuore di Gesù in questo mese di giugno, consacrandoci a lui per beneficiare dei tesori del suo amore.


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