Settimana di preghiera
per l'unità dei cristiani.
Il Concilio di Nicea
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La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si incastona nell’Anno Santo 2025, ha per motto «Credi tu questo?» (Giovanni 11,26). La fede in Gesù vero Dio da vero Dio e vero uomo è stata ribadita nel concilio dal Concilio di Nicea di cui si celebra il 1700° anniversario.
Ma che cosa è stata il Concilio di Nicea? E perché è stato convocato?
Il primo Concilio ecumenico della storia si svolse dal 20 maggio al 25 luglio 325 a Nicea, importante città della Bitinia, l'odierna Iznik in Turchia. La cronaca narra che vi hanno partecipato complessivamente 300 Padri conciliari di tutte le regioni in cui erano presenti cristiani.
L'apertura del Concilio fu tenuta da Costantino con grande solennità. Dopo essere stato salutato con un breve discorso, l'Imperatore pronunciò un discorso in latino esprimendo il suo desiderio che fosse ristabilita la pace religiosa. L'imperatore aprì la sessione come presidente onorario e partecipò anche alle sessioni successive, ma lasciò la direzione delle discussioni teologiche nelle mani delle autorità ecclesiastiche del Concilio.
Questo evento venne celebrato convocato per affrontare una questione centrale della teologia cristiana: la divinità di Gesù, scossa dalla predicazione di Ario, presbitero egiziano che svolse la sua attività ministeriale nel paese natale, più precisamente ad Alessandria. Le sue opinioni particolari suscitarono grandi polemiche, sia all'interno che all'esterno della chiesa. Egli, infatti, negava la vera divinità di Gesù Cristo.
All'inizio del IV secolo Ario diede origine a un'eresia che prese il nome di Arianesimo. Secondo Ario Gesù Cristo non era Dio. La questione, in realtà, non era nuova, poiché era argomento di dibattito all’interno della Chiesa da almeno 150 anni.
Sostenendo questa teoria negò l'eternità del Verbo, il che equivale a negare la sua divinità. Pur ammettendo l'esistenza di un Dio unico, eterno e incomunicabile, Gesù Cristo non sarebbe Dio, ma pura creatura, benché più eccellente di tutte le altre.
In estrema sintesi potremmo dire che Ario descriveva il Figlio come un Dio secondo, o inferiore. Solo Dio era senza inizio, increato; il Figlio fu creato e una volta non esisteva.
Altrettanto esplicita la definizione che ne ha fatto Benedetto XVI dell’arianesimo che rappresentava “una minaccia per la fede in Cristo, ridotto a creatura 'intermedia' tra Dio e l'uomo”.
Questa eresia si diffuse e portò a una grave crisi, per cui il Concilio di Nicea fu chiamato a trovare una soluzione.
Contro questa grave eresia fu strenuo combattente Sant'Atanasio il Grande. Egli nacque nel 295 e fu Vescovo di Alessandria di Egitto. Partecipò con lui al Concilio di Nicea Durante i 45 anni di episcopato fu esiliato ben 5 volte. La causa dei suoi esili era dovuta a quanto il Santo Vescovo aveva proclamato nel Concilio di Nicea: la fede nella Divinità di Cristo che era negata dagli Ariani. Per questo Atanasio è ritenuto la 'colonna della Chiesa' e 'il Padre dell'Ortodossia'.
Questa eresia si diffuse e portò a una grave crisi, per cui il Concilio di Nicea fu chiamato a trovare una soluzione.
Fortunatamente Concilio di Nicea alla fine produsse diverse affermazioni teologiche chiave:
· Cristo come vero Dio: Gesù si è affermato come vero Dio da vero Dio, condividendo la stessa essenza divina del Padre.
· Consustanzialità: Gesù era della stessa sostanza (homoousios) del Padre, contraddicendo l'affermazione ariana secondo cui Egli era di una sostanza simile.
· Generato, non creato: Gesù non era un essere creato ma eternamente generato dal Padre.
· Incarnazione per la salvezza: Gesù si è fatto uomo per la salvezza dell'umanità, sottolineando la necessità della Sua natura divina per la redenzione.
Da questo evento i Padri conciliari decisero di redigere un simbolo di fede che riflettesse in modo sintetico e chiaro l'autentica confessione di fede ricevuta e accettata dai cristiani da l'inizio. Dice che Gesù Cristo è "della stessa sostanza del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, homoousios tou Patrou, ossia consustanziale al Padre.
Tutti i Padri conciliari, tranne due vescovi, ratificarono quel Credo, il simbolo niceno, il 19 giugno 325. Dopo il Concilio di Nicea, gli scritti di Ario furono condannati e sia lui che i suoi seguaci furono banditi.
Una curiosità: a Nicea la celebrazione della Pasqua fu fissata nella prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera.
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