Il trono di Cristo Re
è la croce

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Strano Re, il nostro!
Il suo trono fu la croce. E accanto ebbe un ladrone pentito, al quale promise: "Oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,43).

Gesù Cristo è il centro della storia umana, è il centro del cosmo, dell'universo intero.
Perché egli è il Figlio di Dio; Dio come il Padre suo, e si  è fatto uomo come noi.
Vero Dio e vero uomo, della stessa sostanza del Padre nella divinità; della stessa sotanza con noi in umanità.
Una stessa persona, eterno nella sua natura divina e come creatura umana nato dalla  Vergine Maria.
Sono, queste, tutte verità che proclamiamo nel Credo ogni domenica, ma che - forse - l'abitudine e la meccanicità ce le sviliscono e alla fine non ci pensiamo a quello che diciamo.
 
Durante l'anno si celebrano liturgicamente i misteri della vita di Cristo:
- la sua venuta sulla terra, annunciata dai profeti di un tempo,
- il primo Natale nella notte santa,
- la vita familiare, soggetto ai suoi genitori, Giuseppe e Maria,
- il suo ministero pubblico, quando iniziò ad annunciare il regno e a compiere miracoli.

La sua vita sulla terra giunse al momento culminante quando Gesù si consegnò volontariamente alla morte come Agnello che toglie il peccato del mondo, ed espiò i nostri peccati sulla croce, ottenendo il perdono di Dio per tutti gli uomini. Liberamente è morto e risuscitò il terzo giorno, sconfiggendo la morte. Si sono così spalancate le porte del paradiso per tutti coloro che, come il buon ladrone sono pentiti dei propri peccati.
 
Gesù Cristo è re, non nello stile dei re di questo mondo, ma perché il Padre ha posto nelle sue mani il suo Regno.
Il Regno di Dio è un regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace.
Un regno che inizia in questo mondo, ma raggiunge la sua pienezza in cielo.
Un regno che si forgia nel cuore di ogni persona che lo accoglie come un piccolo seme, che darà a suo tempo frutti buoni e abbondanti.
Un regno che si estende per la convivenza degli uomini fino a stabilire la grande civiltà di amore non attraverso la via della violenza o della forza, ma con la persuasione e la bellezza del bene che affascina e coinvolge tutto l'uomo.
 
E' il Regno che chiediamo nella preghiera del Padre nostro: "Venga il tuo regno". E' il Regno che porta la salvezza a tutti gli uomini.

Da che cosa ci salva? Dal peccato e dalla morte eterna.
E cosa ci dona? La vita nuova dei figli di Dio che è eterna e non avrà mai fine.
Egli ci dona la felicità e la pace con Dio e con gli uomini, ora e per l'eternità, quando “il suo regno non avrà fine.
Gesù Cristo non ci toglie nulla di ciò che di buono c’è nella vita. Gesù ci dona tutto!
Egli ci conduce alla pienezza della santità, ci rende come lui e come  il Padre suo, Dio, che è nostro padre.
 
Il momento culminante della sua regalità Gesù l’ha esercitato dalla croce, dove è stato completamente umiliato dai poteri di questo mondo.
Da questa debolezza supremo e da questa povertà, Egli ci ha arricchito donandoci la vita di Dio e ci ha insegnato che la via della realizzazione non è l'arroganza e la superbia, ma l’umiltà e il servizio.

Quando il buon ladrone crocifisso accanto a Gesù sulla croce, constatò  come codesto Uomo stesse morendo lodando Dio e perdonando i suoi nemici, gli si aprirono gli occhi e scoprì un Uomo nuovo, che non cercava il proprio interesse egoistico, né si sottraeva al il suo destino. Quest’uomo era il Figlio di Dio.

E lo confessò in un’umile preghiera: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno".
Gesù rispose: "Io ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".
 

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