Gli Insegnanti di religione
e l’insegnamento della Religione cattolica

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Desidero tornare una volta ancora sul tama dell’insegnamento della Religione cattolica nelle scuole (IRC).
Ho dedicato a questo importante settore della vita della Chiesa una buona parte della mia vita e del mio sacerdozio.
A questo peculiare servizio ecclesiale, pedagogico, antropologico e sociale ci ho sempre creduto.
Per questo ho dato l’anima per la formazione degli insegnanti di religione.
 
Ed è proprio per questo che constato con vero dolore che l’insegnamento della religione cattolica sta andando alla deriva.
Ma questa volta la mia riflessione desidera rimanere ad intra.
Mi preme, cioè, muovere una considerazione sull’IRC e sugli insegnanti di IRC non mancando, tuttavia, di accennare al fatto altrettanto vero che, con le mutate situazioni socio culturali, anche l'insegnamento della Religione Cattolica sta conoscendo una certa marginalizzazione.

Sia sufficiente considerare l’inadempienza relativa all’ora alternativa  all’IRC. In sostanza quell’ora è l’ora del nulla. E allora come si può pretendere che anche l’alunno più volenteroso scelga di avvalersi dell’IRC quando i suoi compagni di classe possono fare ciò che vogliono, addirittura anche entrando un’ora più tardi o uscendo un’ora prima da scuola! Strano modo di dar corpo a un’ora di insegnamento alternativo!!!
 
E potremmo dire di più! Ma ci siamo impegnati di riflettere sull’IRC e sui relativi insegnanti.
E dico subito che ritengo che stiamo sprecando una favorevole occasione.
Perché? Ma perché non si fa religione cattolica nella scuola!

I genitori dei ragazzi minori e i ragazzi che ne hanno facoltà chiedo di avvalersi dell’IRC; ma  spesso in quell’ora si fa e si parla di tutto meno che della religione cattolica. Io ricordo fraternamente agli Insgenanti di Religione cattolica che questa materia curricolare esiste per offire agli alunni l'unica verità all'uomo che è Gesù Cristo! I fanciulli e i giovani hanno bisogno di questo annuncio.
E' Cristo la salvezza dell'uomo.

La nostra società sta vivendo una grande emergenza educativa in ordine alla fede.
Gli uomini e le donne del nostro tempo, soprattutto i giovani e gli adolescenti hanno fatto del relativismo - di fatto - una specie di dogma rasentando una vera e propria apostasia.

La crisi educativa, etica e in ordine alla fede che coinvolge buona parte dei Paesi occidentali, Italia compresa, è più fodamentale della stessa crisi economica che non si risolverà se non si affronterà alla radice la questione educativa ed etica.
 
Distinguiamo subito per non  creare confusione.
L’IRC non è sinonimo neppur lontano di Catechesi.
La catechesi è educazione alla fede. «Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo  (cfr DGC 80). Ancora: «La catechesi è quella forma particolare del ministero della Parola che fa maturare la conversione iniziale, fino a farne una viva, esplicita e operativa confessione di fede. La catechesi ha la sua origine nella confessione di fede e porta alla confessione di fede». (DGC 82)
 
Al contrario l’IRC si propone come insegnamento che va oltre le personali scelte di fede, essendo prioritaria la sua vocazione culturale. «Il rapporto tra insegnamento religioso scolastico e catechesi è un rapporto di distinzione e di complementarità. C'è un nesso inscindibile e, insieme, una chiara distinzione tra l'insegnamento della religione e la catechesi. Ciò che conferisce all'insegnamento religioso scolastico la sua peculiare caratteristica è il fatto di essere chiamato a penetrare nell'ambito della cultura e di relazionarsi con gli altri saperi. Come forma originale del ministero della Parola, infatti, l'insegnamento religioso scolastico fa presente il Vangelo nel processo personale di assimilazione, sistematica e critica, della cultura» (DGC 73).
 
L’IRC aiuta l’alunno a conoscere se stesso e il proprio mondo interiore in riferimento a Dio, attraverso l’opera e la persona di Gesù Cristo e la mediazione della Chiesa in un orizzonte storico-culturale.
 
L’IRC propone all’alunno una concezione di vita di grande elevatezza morale, favorendone la maturità personale e sociale alla luce dei valori evangelici di verità, giustizia e solidarietà, che interpellano la coscienza e l’esistenza umana in quanto tale.
Ed è proprio a partire dallo statuto epistemologico dell’IRC che sostengo che stiamo sprecando una occasione.

Infatti, come accennato, non sono molti gli insegnanti di IRC che mettono a tema delle loro lezioni quando sopra riferito.
Prevalgono, al contrario, temi sociali, temi relativi all’ecologia, alla pace, all’amicizia tra i popoli, alle altre confessioni religiose.
 
Cari Insegnanti di IRC:
trattare durante la vostra ora di insegnamento
temi sociali, dell'amore, della sessualità, temi relativi all’ecologia, alla pace, all’amicizia tra i popoli, alle altre confessioni religiose NON E' INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA stabilito dalla revisione del Concordato del 1984 e la successiva Intesa tra l'allora Ministero della Pubblica Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana nel 1985 e scelto da chi intende avvalersi proprio della religione cattolica.
 
Quel Protocollo Addizionale parla dell’IRC come di un insegnamento con contenuti conformi alla dottrina della Chiesa cattolica.
 
A ben riflettere un docente IRC incontra la propria classe nel corso di un anno scolastico non più di 25 volte pari a un’ora scolastica e chi è pratico di scuola sa che un’ora scolastica non è mai di 60 minuti.
 
Perché non porgere agli alunni che hanno scelto di avvalersi dell’IRC il vero insegnamento cattolico?
 
Ricorda ancora il Direttorio generale per la Catechesi: «l'insegnamento religioso scolastico deposita il fermento dinamico del Vangelo e cerca di raggiungere realmente gli altri elementi del sapere e dell'educazione, in modo che il Vangelo penetri nella mente degli alunni sul terreno della loro formazione e l'armonizzazione della loro cultura sia fatta alla luce della fede. È necessario, perciò, che l'insegnamento religioso scolastico appaia come disciplina scolastica, con la stessa esigenza di sistematicità e rigore che hanno le altre discipline. Deve presentare il messaggio e l'evento cristiano con la stessa serietà e profondità con cui le altre discipline presentano i loro saperi. Accanto a queste, tuttavia, esso non si colloca come cosa accessoria, ma in un necessario dialogo interdisciplinare. Questo dialogo deve essere istituito, innanzi tutto, a quel livello in cui ogni disciplina plasma la personalità dell'alunno. Così, la presentazione del messaggio cristiano inciderà sul modo in cui si concepisce l'origine del mondo e il senso della storia, il fondamento dei valori etici, la funzione della religione nella cultura, il destino dell'uomo, il rapporto con la natura. L'insegnamento religioso scolastico, mediante questo dialogo interdisciplinare fonda, potenzia, sviluppa e completa l'azione educatrice della scuola» (DGC 73).
 
E con una conclusione che non ammette indugio il medesimo Direttorio ricorda agli Insegnanti di IRC: «Gli alunni hanno il diritto di apprendere con verità e certezza la religione di appartenenza. Questo loro diritto a conoscere più a fondo la persona di Cristo e l'interezza dell'annuncio salvifico da Lui recato, non può essere disatteso. Il carattere confessionale dell'insegnamento religioso scolastico, svolto dalla Chiesa secondo modi e forme stabilite nei singoli Paesi, è, dunque, una garanzia indispensabile offerta alle famiglie e agli alunni che scelgono tale insegnamento». (DGC 74)
 
Non è mio intendimento fare prediche; sono persuaso – e desidero condividere questa mia persuasione – che valga la pena da parte di tutti i docenti IRC di porgere a quanti si cono avvalsi dell’insegnamento della Religione cattolica le verità del cattolicesimo.
 
Il fatto
- di essere un "insegnamento curricolare" e non una "educazione alla fede",
- di non essere una "storia delle religioni comparate",
- di non essere catechesi o generica informazione religiosa
richiede una autentica preparazione e dedizione da parte del docente.

E la confessionalità del medesimo non per questo determinerà automaticamente la confessionalità della materia che non ha come finalità quella di una educazione alla fede per la formulazione di un atto di fede, ma un approccio storico scientifico al cattolicesimo  favorendo nell’alunno la conoscenza di se stesso e del proprio mondo interiore in riferimento a Dio, attraverso l’opera e la persona di Gesù Cristo e la mediazione della Chiesa in un orizzonte storico-culturale.

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