Giubileo della Speranza MMXXV
Il significato del pellegrinaggio giubilare/3

<< Torna indietro

 


Dove tende questo pellegrinare? Che cosa alla fine ci aspettiamo? Camminiamo verso il nulla? Verso il vuoto? Chi non si ispira alla fede anche volendo illudersi e distrarsi non ha una risposta. La fede, al contrario, rivela e assicura che il nostro cercare e attendere e progredire ha come fine ultimo l’incontro con Dio.

 

Incontro che non avviene soltanto al di là della morte, ma inizia – e quasi si decide - nel tempo presente, quando già aspettiamo la venuta del Signore. Ebbene: è proprio del pellegrinaggio la ricerca di Dio nei luoghi in cui si ha notizia che Egli si sia particolarmente manifestato nella sua volontà, potenza e misericordia.


Il nuovo popolo messianico termine della Nuova Alleanza eterna e universale cammina nel tempo alla ricerca della città futura, ritrovando nel segno della provvisorietà e del pellegrinaggio la sua dinamica fondamentale e la espressione concreta del suo mandato nel mondo. “Il pellegrinaggio è sempre stato un momento significativo nella vita dei credenti, rivestendo nelle varie epoche espressioni culturali diverse. Esso evoca il cammino personale del credente sulle orme del Redentore: è esercizio di ascesi operosa, di pentimento per le umane debolezze, di costante vigilanza sulla propria fragilità, di preparazione interiore alla riforma del cuore. Mediante la veglia, il digiuno, la preghiera, il pellegrino avanza sulla strada della perfezione cristiana sforzandosi di giungere, col sostegno della grazia di Dio, «allo stato di uomo perfetto nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4, 13)”. (Incarnationis Mysterium 7)

 

Il popolo cristiano ha sempre avuto coscienza, per intuizione di fede, di questa sua condizione di viandante. Mete ricercate di pellegrinaggio furono sempre – e sono tuttora – la Terra di Gesù i luoghi legati alla passione, morte e resurrezione del Signore. E Roma, città del martirio di Pietro e Paolo. Questa, anzi, occupa un posto singolare nelle comuni aspirazioni perché designata dal Signore, attraverso le vicende della storia e per la presenza del Successore di Pietro, come centro spirituale della cristianità.

 

Dal primo Giubileo del 1300 a ogni periodica proclamazione d’Anno Santo i pellegrinaggi si susseguono con crescente validità, rappresentando veri momenti di unità e di rinnovamento per la Chiesa e appelli a tutti gli uomini perché si riconoscessero fratelli e percorressero le vie della pace. 

 

La Chiesa nella sua esperienza secolare non ha mai smesso di praticare il pellegrinaggio. Pur avendo la certezza di avere Dio presente dovunque i pellegrini fin dai primi secoli hanno cercato di raggiungere le terre segnate dal suo passaggio, i luoghi della sua manifestazione, per essere presenti là dove Dio ha parlato o parla e agisce, dove ha lasciato i segni della sua condiscendenza.

 

La storia della Chiesa diventa così una storia di cammini che si aprono e si popolano di uomini e donne verso i luoghi di Dio, dei santi e dei miracoli. Le vie della fede diventano le arterie in cui si realizza lo scambio della cultura cristiana. Sulle vie del pellegrinaggio fiorisce il vangelo della carità, delle beatitudini vissute, delle opere di misericordia.

© Riproduzione Riservata