Credo in Gesù Cristo
fatto uomo
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Avrebbe potuto continuare a essere presente tra noi come un tempo, ad esempio in un roveto ardente, o in una colonna di fuoco, o in mezzo a fulmini e tuoni sulla cima di una montagna, o anche in una brezza leggera (cfr. Es 3,4; 13,21; 19,16-19; 1 Re 19,11-13).
Avrebbe potuto continuare a inviarci sempre più profeti a predicare nel Suo nome, esortandoci alla conversione.
Avrebbe potuto apparirci con un aspetto soprannaturale, irradiando luce o vestendosi di un candore impossibile da raggiungere in questo mondo (cfr Mc 9,2-3), ma non lo ha fatto.
Perché? Perché voleva venire e condividere la nostra condizione umana.
E diventò uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato.
Nel Credo affermiamo che Gesù Cristo, per opera dello Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria «e si è fatto uomo».
Perché, essendo Dio, si è fatto uomo?
Si possono addurre molte ragioni, ma almeno tre sono particolarmente evidenti:
1. Poiché fu un uomo, Adamo, a peccare, e dopo di lui tutta l'umanità, doveva essere un uomo a poter offrire un sacrificio in espiazione per il peccato. Il problema è che non c'era nessuno sulla terra che potesse offrire un sacrificio perfetto, capace di espiare il peccato di tutta l'umanità.
Per questo Dio stesso dovette farsi uomo, affinché, essendo uno di noi, potesse offrirsi al Padre in espiazione per i nostri peccati.
Gesù si è fatto uomo per ripristinare la nostra amicizia con Dio.
Ma non era soddisfatto che diventassimo di nuovo suoi amici.
2. Si è fatto uomo per realizzare uno scambio ammirevole: condividere la nostra condizione umana (in tutto eccetto il peccato), elevarci alla sua condizione divina, invitarci a far parte della sua famiglia, renderci suoi fratelli e figli adottivi del Padre suo.
Ha condiviso la nostra natura decaduta per sollevarci; la nostra mortalità per salvarci dalla morte; la nostra finitezza per invitarci all'eternità.
3. Gesù, un uomo come noi, è nostro modello, nostro esempio da seguire.
Ci insegna come vivere, ci mostra con la sua vita umana che è possibile amare fino all'estremo, provare compassione per chi soffre, lottare per la giustizia, benedire i nemici, ricambiare il male con il bene, perdonare l'imperdonabile, donare senza aspettarsi nulla in cambio.
Il fatto che Gesù si sia fatto uomo ci permette di chiederci in ogni momento, in ogni circostanza della nostra vita: "Cosa farebbe Gesù? Come reagirebbe a questa persona, a questa difficoltà, a questa situazione che sto vivendo?" E di agire di conseguenza.
E ancora: sapere che Gesù si è fatto uomo non solo ci aiuta a comprendere l'amore infinito con cui è venuto a redimerci e a seguire il suo esempio, ma ci permette anche di avere la certezza che Lui ci comprende come nessun altro.
Possiamo essere certi che Lui sa cosa proviamo quando siamo stanchi, affamati o assetati; quando siamo felici o tristi.
Come noi, ha dovuto affrontare delle tentazioni, cioè delle prove, delle circostanze in cui poteva scegliere tra fare la volontà del Padre o intraprendere un'altra strada. E le ha superate.
Che gioia per noi sapere che Dio comprende perfettamente ciò che proviamo, non solo perché conosce i nostri sentimenti più intimi, ma perché Lui stesso ha vissuto ciò che viviamo noi.
Scoprire che Dio si è fatto uomo aiuta a sentirci molto vicini a Lui!
Quando il Verbo si è fatto uomo, Dio ci ha parlato in modo più eloquente che mai, perché con la sua Parola è penetrato nelle nostre orecchie, ma con la sua presenza nei nostri cuori.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica a queste riflessioni i nn. 470-483.
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