Credo in Gesù Cristo
che per la nostra salvezza …
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Nel Credo proclamiamo che Cristo è venuto in questo mondo "per la nostra salvezza". Che cosa significa?
Questa affermazione di Gesù può aiutare a comprendere questo: «Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre» (Gv 12,46). Da notare che dice "non rimanga nelle tenebre", ma presuppone che tutti siano nelle tenebre. Ed è vero.
Ogni essere umano sperimenta l'oscurità nella propria vita. A esempio, nel dolore, quando si soffre o si vedono soffrire gli altri e non si trova alcun senso nella sofferenza; nella paura di ciò che si deve vivere; nell'egoismo, quando si vive per sé stessi, senza pensare agli altri; negli atteggiamenti di ingiustizia, di risentimento, di malvagità, che non si riescono a controllare; nell'orgoglio di sentirsi perfetti o autosufficienti (finché non si è costretti a riconoscere il proprio errore); nell'ignoranza, quando si vive senza Dio, senza conoscere la sua misericordia, senza trovare risposte soddisfacenti a domande come: Chi sono io?, Chi mi ha creato?, Perché?, Qual è il senso della vita e della morte?, C'è qualcosa dopo la morte?
L'oscurità impedisce di cogliere la presenza di Dio nella nostra vita e di vedere gli altri come fratelli e sorelle. Impedisce di camminare liberamente, e corriamo il rischio costante di inciampare e cadere. Impedisce di scoprire la strada migliore e possiamo perderci. Impedisce di vivere pienamente, secondo il progetto d'amore per il quale siamo stati creati.
San Gregorio di Nissa afferma: «La nostra natura, malata, richiedeva d'essere guarita; decaduta, d'essere risollevata; morta, di essere risuscitata. Avevamo perduto il possesso del bene; era necessario che ci fosse restituito. Immersi nelle tenebre, occorreva che ci fosse portata la luce; perduti, attendevamo un salvatore; prigionieri, un soccorritore; schiavi, un liberatore. Tutte queste ragioni erano prive d'importanza? Non erano tali da commuovere Dio sì da farlo discendere fino alla nostra natura umana per visitarla, poiché l'umanità si trovava in una condizione tanto miserabile ed infelice? ». (cfr CCC 457).
L'oscurità del peccato e della morte è una realtà innegabile di cui tutti noi soffriamo e dalla quale non possiamo liberarci. Ecco perché Gesù, Luce del mondo, ha voluto salvarci. Egli ha affermato: «non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.» (Gv 12,47).
Ciò trova una splendida espressione nella notte della Veglia Pasquale, quando le luci della chiesa vengono spente. Ci è concesso di sperimentare l'oscurità e di vederla squarciata dalla luce del cero, che rappresenta Cristo, e poi, alla sua luce, vengono proclamate le letture che ripropongono la storia della salvezza, culminata in Cristo.
Scopriamo come tutto ciò che Dio ha fatto, dalla creazione del mondo alla risurrezione di Cristo, è stato in vista della nostra salvezza, che «il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo» (1 Gv 4,14), per chiamarci «dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (1 Pt 2,9).
Ora, bisogna notare che la salvezza è un dono di Dio che può essere accettato o perso. Nessuno può credere di essere già salvato. L'oscurità è una realtà sempre presente nella vita umana e dobbiamo lottare continuamente, con l'aiuto di Dio, per evitare di esserne avvolti.
Per questo san Paolo chiede: «Dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo il suo disegno d'amore.» (Fil 2,12-13).
Cosa significa lavorare per la nostra salvezza? «Il dono della salvezza fattoci da Cristo ci dà la grazia necessaria per perseverare nella ricerca delle virtù. Ciascuno deve sempre implorare questa grazia di luce e di forza, ricorrere ai sacramenti, cooperare con lo Spirito Santo, seguire i suoi inviti ad amare il bene e a stare lontano dal male.» (CCC 1811).
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