Come vivere il tempo dell’Avvento?

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Il tempo di Avvento ha un duplice carattere: è il tempo di preparazione al solennità natalizia, in cui si fa memoria  della prima venuta del Figlio di Dio sulla terra nel grembo verginale di Maria; ma è anche il tempo in cui, attraverso questa memoria, gli animi degli uomini sono orientati all'attesa della seconda venuta di Cristo, al termine di tempo. 
Per entrambe le ragioni, il tempo di Avvento si presenta come un 
tempo di gioiosa attesa e di speranza cristiana.


È interessante sapere che la parola Avvento deriva dal latino "adventus", originariamente applicato alla venuta e alla presenza di un personaggio, in particolare dell'imperatore nei luoghi del suo dominio. La Chiesa ha applicato il fonema "adventus" a Cristo. 

 

Se, inoltre, prestiamo attenzione al fatto che il termine greco per questa parola è parusia, capiremo meglio che questo periodo è stato assunto dalla liturgia come attesa della venuta gloriosa e solenne di Cristo alla fine del tempo. 

L’attesa reca con sé un aspetto fortemente antropologico. 
L’attesa abita tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale.
L’attesa di un figlio da parte di due sposi;
l’attesa di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano;
l’attesa dell’esito di un esame decisivo per la vita di un giovane;
l’attesa per l’esito di un colloquio di lavoro;
l’attesa dell’incontro con la persona amata …

Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. 
E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra “statura” morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo.

 

La liturgia colloca il tempo dell’avvento fra la memoria grata del mistero dell’Incarnazione per la quale Gesù «per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo» e la parusia, in cui Gesù «di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine». Così proclamiamo nel Simbolo della nostra fede, il Credo.

 

Durante i primi giorni dell’Avvento, le preghiere e le letture fanno riferimento ai brani che annunciano la venuta del Signore come Messia e giudice alla fine dei tempi, dando grande spazio ai profeti, tra i quali spiccano Isaia e Giovanni Battista, il precursore.

 

Dal 17 dicembre la preghiera cristiana si concentra sulla preparazione immediata della memoria riconoscente della nascita del Salvatore. Sono giorni in cui i testi evangelici dell'infanzia vengono proclamati secondo san Matteo e san Luca, che raccontano la nascita del Signore e la sua preparazione. 

 

Maria acquista un ruolo singolare in questi giorni, specialmente nella quarta domenica di Avvento. In tutto questo tempo appare come la Figlia di Sion, serva del Signore o nuova Eva. Allo stesso modo, è immagine della Chiesa, che attende e anela al Signore.

 

Sebbene nella storia non siano mancati momenti in cui l'Avvento abbia acquisito una forte connotazione penitenziale, a imitazione della Quaresima, la liturgia rinnovata dal Concilio Vaticano II pone maggiormente l'accento sull'attesa gioiosa della venuta del Signore. 

 

Dal punto di vista personale e comunitario sarebbe auspicabile che fosse irrobustita la spiritualità tipica di questi giorni.
Il modo privilegiato sarebbe quello della partecipazione alla messa feriale. Forse sarà necessario superare qualche disagio organizzando nel mgliore dei modi il nostro tempo, ma ne guadagneremmo.


Inoltre, porebbe essere fatta, anche privatamente, la lettura orante della Parola di Dio che la Chiesa proclama nelle celebrazioni feriali delle Sante Messe di Avvento. Sarà sufficente ritagliare qualche minuto del tempo che il Signore del tempo e della storia ci concede.
Non dovremmo mai dre al Signore che ci regala il tempo: "Non ho tempo per te,  Signore"!

Infine, potrebbe essere di grande aiuto l'invocazione
Marana tha Vieni! Signore Gesù! da ripetere lungo la giornata quasi come una giaculatoria.
 

All'inizio del tempo di Avvento, una bella tradizione è quella di collocare la corona dell'Avvento in un posto decoroso nelle nostre case. 

Essa è segno che esprime la gioia della preparazione al Natale; è simbolo di speranza che la luce e la vita trionferanno sulle tenebre e sulla morte poiché il Figlio di Dio si è fatto uomo per noi e con la sua morte ci ha donato la vera vita. 

Con il suo progressivo illuminarsi, domenica dopo domenica fino al giorno di Natale, è il segno di un cammino percorso nella vigilanza e nell'attesa, espressa dalle candele accese.

 

Inoltre, alla corona dell'Avvento la religiosità popolare attrribuisce alcuni simboli simboli:

·       La luce, che indica la via, allontana la paura e favorisce la comunione; e per i cristiani è simbolo di Gesù Cristo, luce del mondo, come si esprime in questo brano della Sacra Scrittura: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te (Is 60,1). Le quattro candele rappresentato le 4 domeniche di avvento, tempo di vigilante speranza. L’oscurità provocata dal peccato che acceca l’uomo e lo allontana da Dio è illuminata dalla luce del Cristo che viene a redimere e salvare l’uomo dalla sua storia di peccato. Chi segue la luce di Cristo non cammina più nelle tenebre, ma nella luce della vita.

·       Il colore verde della corona significa vita e speranza

·       Il fatto di accendere settimanalmente le candele della corona evidenzia la graduale ascesa verso la pienezza della luce natalizia. Fa prendere coscienza del cammino del tempo mentre speriamo e attendiamo la seconda e ultima venuta gloriosa del Signore. Questo rito segnerà i passi che ci avvicinano alla festa della Natività.


La corona d'Avvento, dunque:
È memoria delle differenti tappe della storia della salvezza prima di Cristo.
 
È simbolo della luce profetica che ha illuminato la notte della speranza fino al sorgere del Sole di giustizia.
 

È profezia di Cristo, luce del mondo, che tornerà per illuminare definitivamente il mondo e coloro che lo attendono nella veglia con le lampade accese. 


Le nostre tradizioni natalizie non devono perdere la possibilità di utilizzare questo gesto, progressivamente introdotto negli ultimi anni, che aiuta a sottolineare il valore pedagogico della liturgia in questo tempo. 

 

Per questo è conveniente recitare una preghiera di benedizione sulla corona 
 

 

Preghiamo


La terra, Signore, si rallegra in questi giorni
e la tua Chiesa trabocca di gioia davanti a tuo Figlio,

il Signore che viene come una luce splendida,
per illuminare quelli di noi che giacciono nelle tenebre
dell'ignoranza, del dolore e del peccato.

 

Pieno di speranza nella sua venuta,
il tuo popolo ha preparato questa corona con rami della foresta
e l'ha adornata di luci.

 

Ora, dunque, che stiamo per iniziare
il tempo di preparazione alla venuta del tuo Figlio.


Ti chiediamo, Signore, che mentre
lo splendore di questa corona cresce ogni giorno, con nuove luci,
tu ci illumini con lo splendore del Colui che,
per essere la luce del mondo,
illuminerà tutte le tenebre.

Amen

 

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