Catechesi, Catechisti, Catechismo. Cambiare mentalità, cambiando vocabolario

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In molte parrocchie è ormai iniziato "l’anno catechistico”. E i catechisti sono più o meno pronti a prodigarsi per profondere l'annuncio dei contenuti della fede.

Inoltre, sono persuaso che in molte parrocchie si è eleborato uno schema fin troppo ovvio e naturale al fine di dividere le “classi di catechismo” in classi di “catechismo per la prima comunione” e “catechismo per la cresima”.

 

Molto spesso si fa ricorso a una terminologia senza riflettere adeguatamente sul messaggio che usando una tale terminologia si trasmette e sulle inevitabili conseguenze che la stessa comporta a livello di convinzioni e quindi di mentalità che ragazzi e genitori recepiscono.

I termini ricorrenti infatti sono:
   inizio dell'anno catechistico
  
due anni per prima comunione

   due anni per la cresima

   chiusura dell’anno catechistico.

 

Vale la pena riflettere su ciò che diciamo e sui termini che usiamo, soprattutto se si intende mantenere e alimentare il cammino catechistico dell’iniziazione cristiana sul progetto dell’antico catecumenato.

 

I termini che sopra abbiamo espressi sono segni significanti di un significato. Fanno riferimento esplicito alla prima comunione, alla cresima e alla chiusura dell’anno catechistico. Che cosa significa?

 

1.  Che l’anno catechistico è a tempo ed è legato alla mentalità scolastica, che prevede un inizio e una fine, e nel mezzo lo svolgimento di un percorso per apprendere le conoscenze che consentono di passare all’anno successivo.

2.  Che la catechesi è finalizzata alla prima comunione. Poi basta!

3.  Nel migliore dei casi che la catechesi è finalizzata alla cresima che, nei fatti, diventa la festa dell’addio dalla comunità parrocchiale.

 

Il sistema di iniziazione tradizionale mostra inesorabilmente la sua insufficienza rispetto al compito di iniziare alla fede le nuove generazioni, al punto da ridursi spesso a un processo di “conclusione” della vita cristiana. Il cammino di iniziazione cristiana sulla tipologia dell’antico catecumeno va oltre i tempi e le modalità scolastici e al semplice incontro di catechesi. Il cammino non può concludersi sol perché finisce un anno, ma deve continuare perché continua la vita cristiana anche d’estate!

 

Il cammino di iniziazione cristiana sulla tipologia dell’antico catecumeno - non finalizzato alla recezione del sacramento dell’eucarestia e della cresima - è un processo di evangelizzazione che ha un inizio ma non ha fine. E’ un itinerario permanente, per tutte le età, dentro il quale vengono conferiti i sacramenti: confessione, eucarestia, cresima, matrimonio, unzione degli infermi. E’ in questo contesto permanente di annuncio e di evangelizzazione che vengono conferiti i sacramenti. Non si fa catechesi, annuncio ed evangelizzazione per ricevere i sacramenti.

 

Scrive il Direttorio Generale per la Catechesi ai numeri 80-82: Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo. Tutta l'azione evangelizzatrice è intesa a favorire la comunione con Gesù Cristo La catechesi è quella forma particolare del ministero della Parola che fa maturare la conversione iniziale, fino a farne una viva, esplicita e operativa confessione di fede: La catechesi ha la sua origine nella confessione di fede e porta alla confessione di fede.

 

Continuare, quindi, a mettere l’accento non sul tutto (“mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo”), ma sulla parte (sacramenti, curricolarità annuale, chiusura, ripresa) non aiuta ad assumere da parte dei catechisti e soprattutto dei ragazzi/fanciulli e dei genitori il convincimento che l’educazione alla fede sia una esigenza permanente volta a formare la mentalità di fede e cioè: "Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come lui, a giudicare la vita come lui, a scegliere e ad amare come lui, a sperare come insegna lui, a vivere in lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo. In una parola, nutrire e guidare la mentalità di fede: questa è la missione fondamentale di chi fa catechesi a nome della Chiesa" (CEI, Il rinnovamento della catechesi, 38).

 

La catechesi nell’impianto della iniziazione cristiana secondo il paradigma dell’antico catecumenato pone al centro la comunità cristiana che non chiude durante il periodo estivo.

E’ la comunità cristiana:

      il soggetto responsabile e attivo della catechesi;

      il luogo della testimonianza vissuta;

      l'ambiente congeniale alla formazione cristiana.

Non sono solo gli incontri ad iniziare alla vita cristiana i fanciulli di catechesi, ma è l’intera vita della comunità fatta di momenti liturgici e di esperienze di carità e testimonianza.

 

Una ipotesi che stimo facilmente praticabile per cambiare mentalità e cambiare i termini è la seguente:

1.   Cambiare vocabolario. Non più catechesi per la prima comunione o catechesi per la cresima o chiusura dell’anno catechistico. Ma primo anno del cammino di fede, secondo anno, ecc, trasmettendo il messaggio che si inizia un cammino che non avrà conclusione entro il quale saranno amministrati i sacramenti.

2.  Valorizzare sempre di più le celebrazioni liturgiche scandendo le tappe del cammino, aiutano a non far passare l’idea che ricevuti i due sacramenti “laqueus contritus est et nos liberati sumus!” o che la fede … possa andare in vacanza.

 

La svolta epocale del nostro tempo e il crescente analfabetismo religioso e cristiano esigono modelli rispondenti alle nuove esigenze e per molti versi inediti. Oggi è urgente rendersi conto che l’attuale divario culturale rispetto a una società di cristianità si è fatto ancora più largo. Il contesto secolarizzato in cui viviamo non porta gli uomini alla fede né li sostiene nel loro cammino. Gli stessi fanciulli battezzati possono essere considerati una quasi tabula rasa riguardo alla loro educazione alla fede nelle famiglie di provenienza. Sono proprio la gran parte dei genitori a non manifestare alcun interesse per la l’educazione alla fede. Salvo poi portare i loro ragazzi a catechismo essenzialmente in vista della ricezione dei sacramenti per i motivi più disparati. In altri termini chiedono i sacramenti ma non si preoccupano della fede e della vita cristiana dei loro fanciulli e ragazzi.

 

Per questi motivi, e non solo, il cammino di Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi sul paradigma dell’antico catecumenato è chiamato a ripensare se stesso, senza schematismi e nostalgie, con coraggio innovativo:

 

a.   La catechesi non darà per scontata la fede, ma si preoccuperà di generarla.

b.  La catechesi è fatto ben più ampio e articolato che non il semplice apprendimento di alcune formule sintetiche della fede. Ecco perché è un punto di non ritorno lo scopo definitivo della catechesi che è quello “di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo”. La Rivelazione cristiana è proprio un incontro di persone.

c.  La catechesi è fatto ben più ampio e articolato che non il semplice apprendimento di alcune formule sintetiche della fede. Svilupperà un’educazione globale alla vita cristiana, senza limitarsi al momento dottrinale o sacramentale (ascolto della parola, esperienze di preghiera, celebrazioni, gesti di testimonianza e opere di carità, cambiamento di mentalità e di abitudini ecc.); Ecco perché è un punto di non ritorno lo scopo definitivo della catechesi che è quello “di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo”. La Rivelazione cristiana è proprio un incontro di persone.

d. La catechesi svilupperà un’educazione globale alla vita cristiana, senza limitarsi al momento dottrinale o sacramentale (ascolto della parola, esperienze di preghiera, celebrazioni, gesti di testimonianza e opere di carità, cambiamento di mentalità e di abitudini ecc.). La catechesi deve cessare di essere considerata finalizzata ai sacramenti e una faccenda da bambini. Solo una catechesi adulta può formare cristiani adulti.

e.  La catechesi in questi ultimi vent’anni è diventata la cenerentola della pastorale. Credo che debba cessare la via delle sperimentazioni azzardate. Non si educa alla fede spostando l’età dei sacramenti! Non si trattengono i ragazzi spostando l’età della cresima! Alzare l'asticella dell'età della cresima è un grave errore pastorale.  L'educazione alla fede è percorso pedagogico caratterizzato ed esigente, che richiede competenza e esperienza. Che dire della “professionalità” e della formazione permanente dei catechisti?

f.  La catechesi sarà scandita da tappe progressive soprattutto di tipo celebrativo/liturgico, il cui calendario dovrà corrispondere realmente al progresso nella fede del fanciullo e del gruppo;

g.  Per questo la catechesi deve essere davvero volta a realizzare una profonda integrazione fede-vita, dove appaia tutta la capacità di rinnovamento degli uomini propria della parola del Vangelo.

 

Una parola sul linguaggio. Dovremmo con umiltà ammettere che troppo spesso il linguaggio ecclesiale è un linguaggio lontano e avulso dalla storia degli uomini. L’esempio che da a tutti Papa Francesco a proposito di linguaggio dovrebbe essere imitato dai preti e dai catechisti. Sempre più e meglio dovremmo adeguare la comunicazione catechistica al linguaggio comunicativo, al linguaggio simbolico, al linguaggio narrativo, al linguaggio esistenziale dotato di capacità veritativa e vitale.

 

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