Attraverso la Sacra Scrittura Gesù bussa alla nostra porta

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Sono passati cinquantasette anni dalla Dei Verbum, la costituzione sulla Divina Rivelazione, approvata dal Concilio Vaticano II il 18 novembre 1965.  E' stata un punto di svolta per la Chiesa, ma tanto resta da fare ancora per affermare la centralità della Parola di Dio nella vita cristiana.

Le questioni riguardanti la Sacra Scrittura, il suo insegnamento e la sua diffusione si imposero fin dal principio all'attenzione del Concilio. 

 

Il senso di questa attenzione particolare la si riscontra fin dal Proemio di Dei Verbum, dove si legge: In religioso ascolto della parola di Dio il Sacro Sinodo, seguendo le orme del Tridentino e del Concilio Vaticano I, intende proporre la dottrina sulla Rivelazione e la sua trasmissione. 


Il testo conciliare distingue, per ragioni di chiarezza e di sostanza la Rivelazione soprannaturale da quella naturale. La prima è un atto proprio di Dio, per mezzo del quale Egli manifesta se stesso per aprire all'umanità la via della salvezza; la seconda è scolpita nello stesso ordine cosmico che, attraverso la bellezza, la grandezza e la varietà delle cose create, manifesta ed esalta la potenza e la sapienza del suo Creatore. È della prima - della Rivelazione soprannaturale - che il Concilio tratta in Dei Verbum.

Gli elementi costitutivi sono, a un tempo stesso, le opere da Dio compiute nella storia della salvezza umana e le parole con cui Dio stesso vuole siano spiegate le opere. 

Il Concilio afferma: «La Chiesa ha sempre venerato le Divine Scritture come ha fatto con il Corpo stesso di Cristo». L'esperienza del Concilio Vaticano II ha operato una riappropriazione della Bibbia nella comunità cristiana. Tuttavia si constata, purtroppo, un lento allentamento e appannamento della attenzione nel confronti del Libro Sacro; la Bibbia sta tornando sugli scaffali impolverati delle nostre piccole biblioteche casalinghe.
 
Abbiamo bisogno di entrare in confidenza costante con la Sacra Scrittura, altrimenti il cuore resta freddo e gli occhi rimangono chiusi, colpiti come siamo da innumerevoli cecità. Dio parla all'uomo affinché la Sua Parola divenga inesauribile forza della fede e cibo dell'anima. Non si tratta di concetti astratti, bensì di concreto insegnamento e conforto per la persona che conduce la sua esistenza nel mondo e nei diversi contesti sociali, culturali, religiosi.
 
La Parola ci fa vicini a Dio: non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case. Mettiamo il Vangelo in un luogo dove ci ricordiamo di aprirlo quotidianamente, magari all’inizio e alla fine della giornata, così che tra tante parole che arrivano alle nostre orecchie giunga al cuore qualche versetto della Parola di Dio.

Per fare questo, chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo. Che mai ci manchi la gioia di seminare il Vangelo! E abbiamo l’abitudine, di portare sempre un piccolo Vangelo con noi per poterlo leggere durante la giornata, almeno tre, quattro versetti. Scarichiamo una delle tante applicazioni sul nostro cellulare per avere il Vangelo sempre con noi.
 
 
In questo modo arriveremo alla «sublime conoscenza di Gesù Cristo» (Fil 3, 8), con la frequente lettura delle divine Scritture. Giustamente San Girolamo poteva scrivere: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo» 
 
«Cristo Gesù bussa alla nostra porta attraverso la Sacra Scrittura; se ascoltiamo e apriamo la porta della mente e del cuore, allora entra nella nostra vita e rimane con noi» (Aperuit illis 8).
 

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