“Fratello” e “sorella”

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Nell’Udienza Generale di mercoledì 18 febbraio il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo hai quali ha rivolto la sua catechesi incentrata sulla  famiglia. Dopo aver considerato il ruolo della madre, del padre, dei figli, oggi è stata la volta dei fratelli.

Ecco una sintesi dei 10 pensieri principali della catechesi di papa Francesco.

 

 

1.      “Fratello” e “sorella” sono parole che il cristianesimo ama molto. E, grazie all’esperienza familiare, sono parole che tutte le culture e tutte le epoche comprendono.

 

2.      Sappiamo che quando il rapporto fraterno si rovina, quando si rovina il rapporto tra fratelli, si apre la strada ad esperienze dolorose di conflitto, di tradimento, di odio.

 

3.      La rottura del legame tra fratelli è una cosa brutta e cattiva per l’umanità. Anche in famiglia, quanti fratelli litigano per piccole cose, o per un’eredità, e poi non si parlano più, non si salutano più. Questo è brutto!

 

4.      La fratellanza è una cosa grande, quando si pensa che tutti i fratelli hanno abitato il grembo della stessa mamma durante nove mesi, vengono dalla carne della mamma! E non si può rompere la fratellanza.

 

5.      Il legame di fraternità che si forma in famiglia tra i figli, se avviene in un clima di educazione all’apertura agli altri, è la grande scuola di libertà e di pace.

 

6.      In famiglia, tra fratelli si impara la convivenza umana, come si deve convivere in società. Forse non sempre ne siamo consapevoli, ma è proprio la famiglia che introduce la fraternità nel mondo!

 

7.      La fraternità in famiglia risplende in modo speciale quando vediamo la premura, la pazienza, l’affetto di cui vengono circondati il fratellino o la sorellina più deboli, malati, o portatori di handicap. I fratelli e le sorelle che fanno questo sono moltissimi, in tutto il mondo, e forse non apprezziamo abbastanza la loro generosità.

 

8.      Avere un fratello, una sorella che ti vuole bene è un’esperienza forte, impagabile, insostituibile. Nello stesso modo accade per la fraternità cristiana. I più piccoli, i più deboli, i più poveri debbono intenerirci: hanno “diritto” di prenderci l’anima e il cuore. Sì, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarli.

 

9.      Vi suggerisco una cosa: prima di finire, mi mancano poche righe, in silenzio ognuno di noi, pensiamo ai nostri fratelli, alle nostre sorelle, e in silenzio dal cuore preghiamo per loro. Un istante di silenzio….. Ecco, con questa preghiera li abbiamo portati tutti, fratelli e sorelle, con il pensiero, con il cuore, qui in piazza per ricevere la benedizione.

 

10. Oggi più che mai è necessario riportare la fraternità al centro della nostra società tecnocratica e burocratica: allora anche la libertà e l’uguaglianza prenderanno la loro giusta intonazione. Perciò, non priviamo a cuor leggero le nostre famiglie, per soggezione o per paura, della bellezza di un’ampia esperienza fraterna di figli e figlie.