«Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore verrà»

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Un giorno la storia emozionante degli uomini si concluderà come terminerà inevitabilmente la vita di ognuno di noi. I Vangeli pongono sulle labbra di Gesù un discorso su questa fine, che sempre include una esortazione: "Vigilate! Tenetevi pronti!" Le prime generazioni cristiane hanno dato sempre molta importanza a questa vigilanza. La fine del mondo non sarebbe arrivata così rapidamente come qualcuno ipotizzava. E percepivano il rischio che si sarebbero dimenticate a poco a poco di Gesù Cristo e che l’avrebbero forse incontrato un giorno "da addormentati".
 
Gesù lo ripete ancora e a noi oggi: "Vegliate dunque! Tenetevi pronti!".

Molti secoli sono passati da allora.
Come vivono i cristiani?
Sono ancora svegli o si sono lasciati addormentare lentamente?
Vivono attratti da Gesù o distratti da ogni sorta di problema collaterale?
Seguono davvero il Maestro e Messia o hanno imparato a vivere secondo lo stile relativistico dei più?
 

Vigilare è soprattutto risvegliarsi dalla incoscienza. Viviamo spesso il sogno di essere cristiani quando, in realtà, non di rado i nostri interessi, gli atteggiamenti e lo stile di vita non sono quelli di Gesù. Questo sogno impedisce di trovare la via della nostra conversione personale e della Chiesa. Senza "risveglio", senza “ridestarci” continueremo a ingannare noi stessi.
 

Come ridestarci?
Vigilare/vegliare è vivere prestando viva attenzione alle realtà. Sentire l'amore di Dio per la vita. Vivere prestando maggiore attenzione alla sua venuta e al suo arrivo nella nostra vita, nella la nostra società e nella nostra terra. Sentire il gemito di coloro che soffrono. Senza questa sensibilità non sarà possibile camminare sulle orme di Gesù.
Senza questa sensibilità rischiamo di vivere immunizzati di fronte alla provocazione della Parola del Vangelo. Abbiamo un cuore, ma si è indurito. I nostri orecchi sono aperti, ma non sentono ciò che Gesù ha ascoltato. I nostri occhi sono aperti, ma non vedono più la vita come la vide Lui; non riusciamo più a guardare le persone come le guardava Lui.

Cari Amici
Dobbiamo tornare a Gesù e entrare in sintonia con la prima esperienza che ha innescato tutto. Non basta accontentarci "correttamente" della tradizione. Dobbiamo radicare la nostra fede nella persona di Gesù; dobbiamo tornare a rinascere nello spirito. Nulla è più importante di questo nella Chiesa. Solo Gesù può ricondurre all'essenziale.

Abbiamo anche bisogno di rivivere l'esperienza di Dio. L'essenza del Vangelo non si impara stando lontani. La scopre ognuno nell’intimità della propria coscienza come Buona Novella di Dio. Dobbiamo solo ri-imparare e trovare i modi e i luoghi per incontrare Dio. Dobbiamo ritrovare il gusto per un Dio amico, sorgente di vita dignitosa e felice.
 
Oggi non è una domenica qualsiasi per i cristiani. Con questa prima domenica di Avvento iniziamo un nuovo anno liturgico.

Di qui la proposta urgente: "Vegliate".
Cosa stiamo trascurando nella nostra vita?
Che cosa dobbiamo cambiare?
A che cosa dobbiamo dedicare più attenzione e tempo?
Le parole di Gesù sono rivolte a tutti e ciascuno di noi. Vegliate! Tenetevi pronti!
Dobbiamo reagire. Se lo faremo vivremo uno di quei rari momenti in cui ci sentiremo "svegli" dal più profondo del nostro essere.
 

L'Avvento è il tempo opportuno per reagire.
Tutti abbiamo scrollarci di dosso l'indifferenza e la passività della routine che ci fa vivere addormentati.