«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra!»

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Gesù è inconfondibile. La sua vivace e penetrante parola, la freschezza delle sue immagini e parabole, il suo linguaggio concreto e imprevedibile non ingannano. Gesù ama vivere e far vivere. La sua passione è la vita: la vita piena, vibrante, sana, vissuta in tutta la sua intensità. Tra l’altro aveva proprio detto: «Io sono la vita”. Gesù coglie la vita dalle sue stesse radici. Il suo sguardo non è ossessionato dal successo, dall'utile, dal "ragionevole", dal convenuto. Quando si sente di avere Dio come Padre e tutti gli altri come fratelli e sorelle, cambia la visione di tutto.

 

Con uno stile chiaramente profetico Gesù ha riassunto tutta la sua vita con alcune parole insolite: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!». L'umanità non sembra ancora matura per capire e accettare questo vangelo. Sembra proprio che il cristianesimo sia ancora ai suoi inizi.

Che cosa ha voluto intendere Gesù con queste parole? Il carattere enigmatico del suo linguaggio ha costretto gli esegeti a trovare risposta in direzioni differenti. In ogni caso l'immagine del "fuoco" invita ad avvicinarsi al suo mistero in modo ardente e appassionato. Il fuoco che brucia dentro il cuore di Cristo è la passione per Dio e la compassione per tutti gli uomini. È l’amore!

Quando manca l'amore, manca il fuoco che muove la vita. Senza l'amore la vita si spegne, vegeta, si estingue. Chi non ama si chiude e si isola sempre più. Ruota scioccamente sui suoi problemi e rimane prigioniero delle trappole del lavoro quotidiano: manca il motore che guida la vita.


L'amore è il centro del Vangelo; non una legge da rispettare disciplinatamente, ma un "fuoco" Gesù vuole veder "bruciare" sulla terra oltre la passività, la mediocrità o la routine delle buone intenzioni. Secondo il Giovane Rabbi di Galilea Dio sta cercando di far germinare, crescere e portare frutti di amore e di giustizia. Questa presenza del Dio amante che parla di appassionato amore e di giustizia fraterna è l’essenziale del Vangelo.

 

Mai potrà essere compiutamente svelato questo amore insondabile che anima tutta la vita di Gesù. Il suo mistero non potrà mai essere racchiuso in formule dogmatiche o in libri di sapienti ed eruditi teologi. Nessuno potrà mai scrivere un libro definitivo su di lui. Gesù attrae e brucia, turba e purifica. Nessuno potrà seguirlo con il cuore spento o una pietà annoiata.

La sua parola infiamma i cuori.

E’ indirizzata amabilmente ai più esclusi.

Risveglia la speranza nei peccatori.
Dona fiducia in chi si sente disprezzato.

Lotta contro tutto ciò che danneggia l'essere umano.

Combatte i formalismi religiosi, i rigorismi disumani e le interpretazioni formalistiche della legge.

Nulla e nessuno potrà mai incatenare la sua libertà di fare il bene. Non potremo seguire Gesù vivendo nella routine religiosa o nel convenzionalismo de "la cosa corretta".

 

Gesù accende i conflitti, non li spegne. Non è venuto a portare una pace falsa, ma tensioni, scontri e divisioni. «D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre, padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

In realtà introduce il conflitto nei nostri cuori. Non è possibile difendersi dalla sua chiamata dietro lo scudo di riti religiosi o pratiche sociali. Nessuna religione ci proteggerà dai suoi occhi. Non l'agnosticismo ci libererà dalla sua sfida. Gesù ci chiama a vivere nella verità e ad amare senza egoismi. Il suo fuoco non è stato spento neppure profonde acque della morte. Risorto a nuova vita, il suo spirito continua a bruciare nel corso della storia. I primi seguaci lo hanno sentito bruciare nei loro cuori quando ascoltavano le sue parole mentre si cammina insieme a loro.


Dove è possibile oggi di sentire questo fuoco di Gesù? Dove possiamo sperimentare la potenza della sua libertà creativa? Quando brucerà il nostro cuore ad accogliere il Vangelo? Dove si vive con passione seguendo le sue orme? Anche se la fede cristiana ci sembra oggi spenta, il fuoco portato da Gesù al mondo ancora brucia sotto le ceneri. Non possiamo lasciare che si spenga. Senza fuoco nel cuore, non è possibile seguire Gesù. Il grande peccato dei discepoli di Gesù, è quello di lasciare che il fuoco si spenga.

 

Sostituire l'ardore dell’amore con la religiosità, l’ordine o la cura del culto; ridurre il cristianesimo a un'astrazione rivestita di ideologia; lasciare che vada perduto il suo potere di trasformazione. Gesù non si è preoccupato in primo luogo di organizzare una nuova religione o di inventare una nuova liturgia, ma ha incoraggiato un "uomo nuovo", la nascita di un uomo nuovo animato fondamentalmente dal fuoco dell'amore e della giustizia.

Chi non si lascia bruciare o riscaldare dal fuoco non conosce ancora quello che Gesù ha voluto portare sulla terra. Costui pratica una religione, ma non ha scoperto ancora l’aspetto più emozionante del messaggio evangelico.


Questa società ha bisogno di testimoni autentici e veri per aiutarci a continuare a credere nell'amore, perché non c'è futuro per gli uomini se essi finiscono per perdere la fede e il rispetto per l'amore. Ma soprattutto, si richiede una radicale trasformazione interiore di se stessi. "Sono richiesti solo cristiani che siano autentici. Questa è la vera rivoluzione"(E. Mounier).