«Sforzatevi di entrare per la porta stretta»

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Ci sono frasi nel Vangelo che risultano così dure e fastidiose che, quasi inconsciamente, le racchiudiamo in comode parentesi e le dimentichiamo per non sentirci messi tropo in discussione. Una di esse è quella che sentiamo pronunciare oggi dalle labbra del  Giovane Rabbi di Nazaret: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta». E' senza dubbio una delle frasi più difficili per gli orecchi dell’uomo contemporaneo.


Ci stiamo incamminando verso una società più tollerante e permissiva; e ciò pur avendo aspetti notevolmente validi e arricchenti, sta causando quello che alcuni chiamano "involuzione morale". Molti comportamenti eticamente riprovevoli che in precedenza erano inclusi nella sfera privata, oggi sono pubblicamente esibiti. Ma anche se la società permissiva sembra dimenticarlo lo sforzo e la disciplina sono assolutamente necessari per raggiungere la maturità personale. Non c'è altro modo. Se qualcuno cerca di raggiungere la sua realizzazione attraverso un itinerario bello e piacevole, ben presto si scoprirà che sta diventando sempre meno padrone di se stesso e delle sue azioni. Nessuno raggiunge nella vita un obiettivo veramente degno senza rinuncia e sacrificio.

 

Il Vangelo odierno continua a presentare il grande viaggio di Gesù verso Gerusalemme. Il suo itinerario, tuttavia, non fu quello di un pellegrino che si recava al tempio per adempiere i suoi doveri religiosi. Secondo Luca «Gesù passava insegnando per città e villaggi mentre era in cammino verso Gerusalemme». E insegnava che Dio è un Padre buono che dà a tutti la sua salvezza. Tutti sono invitati ad accettare il suo perdono.

 

Il suo messaggio sorprendeva tutti. I peccatori erano pieni di gioia nel sentirlo parlare della bontà insondabile di Dio; anch’essi avrebbero potuto sperare nella salvezza. I farisei, invece, criticavano il suo messaggio, la sua disponibilità e l’accoglienza nei confronti di prostitute e peccatori. Secondo costoro Gesù non stava forse aprendo la strada a un rilassamento religioso e morale inaccettabile?


Secondo Luca uno sconosciuto fermò la marcia del Giovane Rabbi e chiese il numero di coloro che si sarebbero salvati. Saranno pochi? Saranno tanti? Si salveranno solo i giusti? Gesù non rispose direttamente alla domanda. La cosa importante non è sapere quanti si salveranno. La cosa decisiva è vivere con un atteggiamento lucido e responsabile per accettare la salvezza di Dio Padre buono. Gesù pronunciò: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta». In questo modo tagliò alla radice la reazione di coloro che avrebbero potuto interpretare il suo messaggio come un invito al lassismo morale. Ovviamente non è così! La salvezza non è qualcosa che si riceva in maniera irresponsabile da un Dio permissivo. Né è un privilegio riservato a pochi eletti. Non basta essere figli di Abramo. Non è sufficiente aver incontrato e conosciuto il Messia.

 

Per accogliere la salvezza di Dio è necessario sforzarsi, lottare, imitare il Padre, confidare nel suo perdono. Gesù non abbassa le sue esigenze: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre»; «Non giudicate per non giudicati»; «Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia».


Per capire correttamente l'invito a «entrare per la porta stretta» dobbiamo ricordare le parole di Gesù che leggiamo nel Vangelo di Giovanni: «Io sono la porta; se uno entra attraverso di me, sarà salvo» (Gv 10,9). Entrate per la porta stretta è "seguire Gesù"; imparare a vivere come lui; prende la sua croce e confidare nel Padre che lo ha risuscitato.


Per seguire Gesù dobbiamo rispondere con fedeltà e con amore all'amore del Padre. Ciò che Gesù chiede non è un rigorismo legalistico, ma l'amore radicale verso Dio e verso il prossimo. Per questo la sua chiamata è sì radicalmente esigente, ma non è fonte di angoscia. Gesù Cristo è una porta sempre aperta. Nessuno la può chiudere. Solo noi stessi se rifiuteremo la sua divina misericordia.