«Risplenda la vostra luce davanti agli uomini»

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Con un linguaggio assai sorprendente e inedito Gesù definì i suoi seguaci con una immagine alla quale i cristiani hanno probabilmente prestato poca attenzione.
Mangiare cibi saporiti è un atto così quotidiano che nemmeno ci si fa più caso. Ma se talvolta dovesse mancare il sale in qualche pietanza subito si nota la differenza.

Gesù ha caratterizzato i suoi discepoli come uomini e donne che debbono essere «sale della terra». Gente destinata a mettere il sale della vita. «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?».

Gli specialisti hanno approfondito molto i vari aspetti del simbolismo religioso del sale assai presente nel mondo antico. Il sale veniva evocato come immagine di ciò che purifica, che dà sapore, che conserva e dà la vita al cibo che sostiene l'uomo. Probabilmente la gente semplice che ascoltava Gesù captava in tutta la sua freschezza il simbolismo del sale, e capivano che il Vangelo può mettere nella vita dell'uomo un gusto e una "grazia" sconosciuti.

Gesù aveva ben chiaro in mente che i suoi discepoli non avrebbero dovuto vivere pensando ai propri interessi, al proprio prestigio e al proprio potere. Anche se si trattava di un piccolo gruppo al centro del vasto impero di Roma essi avrebbero dovuto essere "sale" di cui ha bisogno di terra e "luce" che manca al mondo. Due immagini audaci e sorprendenti per definire e connotare i suoi seguaci.

«Voi siete il sale della terra». La gente semplice della Galilea comprese immediatamente il linguaggio di Gesù. Tutti sapevano che il sale serve principalmente per insaporire il cibo e per preservare gli alimenti dalla corruzione. Allo stesso modo i discepoli di Gesù avrebbero dovuto contribuire a far si che le persone gustassero il sapore della vita senza cadere nella corruzione.

«Voi siete la luce del mondo». Senza la luce del sole il mondo si oscurerebbe e nessuno potrebbe agevolmente orientarsi né godere la vita in mezzo alle tenebre. I discepoli di Gesù possono portare la luce di cui gli uomini e le donne del nostro tempo hanno bisogno per orientarsi, approfondire il senso ultimo dell'esistenza e camminare nella speranza.

 
C'è un problema, tuttavia: e Gesù mette immediatamente in guardia i suoi seguaci. Se rimane chiuso in un contenitore il sale non serve ed è inutile. Solo a contatto con gli alimenti si dissolve nel cibo e può aggiungere sapore a ciò che di magia. Lo stesso è vero per la luce. Se rimane chiusa e nascosta non può illuminare alcunché. Solo quando risplende nelle tenebre può illuminare e orientare.

Il mondo ha bisogno di questa testimonianza e soprattutto ha bisogno di uomini e donne che in maniera silenziosa rendono la vita più bella e questo mondo migliore. Il grande papa Paolo VI ha scritto nella sua splendida esortazione Evangelii Nuntiandi: «L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» (41).Così se i cristiani perdono la loro identità evangelica non producono gli effetti auspicati da Gesù. E il cristianesimo perderebbe il suo mordente. 

Un cristiano confinato in un angolo del mondo non può essere né sale né luce. Gesù, infatti, non ha mai pensato a un cristiano separato dal mondo, nascosto tra riti e dottrine, chiuso in se stesso e preoccupato dei suoi problemi. Gesù ha voluto introdurre nella storia umana un gruppo di seguaci capaci di trasformare la vita vivendo in pienezza e con gioia le beatitudini. Oggi quel “piccolo gregge” originario siamo noi! E’ la Chiesa.
 
I discepoli di Gesù che vivono il Vangelo delle beatitudini contribuiscono a scoprire il senso vero della vita.
I discepoli del Signore illuminano il significato più profondo della vita se la gente può vedere in loro le "opere" delle beatitudini. Pertanto, essi non si devono nascondere. E, d’altra parte, non devono agire per mettersi in mostra. Con la loro vita devono portare chiarezza in modo che la società possa scoprire il vero volto del Padre che è nei cieli.