«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!»

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Tra l'autunno e la primavera 27/28 dopo Cristo all'orizzonte religioso della Palestina apparve un profeta originale e indipendente che provocò un forte impatto sul popolo ebraico. Il suo nome era Giovanni.  E le prime generazioni cristiane lo hanno sempre visto come l'uomo che ha preparato la strada a Gesù.

Tutto il suo messaggio può concentrarsi in un grido: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».  Secondo Matteo, queste sono le prime parole pronunciate da Giovanni nel deserto della Giudea. E queste sono state anche le prime parole pronunciate da Gesù allorquando iniziò la sua vita profetica sulle rive del lago di Galilea.

 

C'era qualcosa di nuovo e sorprendente in quel profeta. Non predicava in Gerusalemme come Isaia e altri profeti: viveva appartato dalle élite del tempio. Né era un profeta della corte: si teneva lontano dal palazzo di Erode Antipa. Lo stesso Isaia lo aveva preconizzato «Voce di uno che grida nel deserto»: un luogo che non può essere facilmente controllato da alcun potere. Non arrivavano fino al deserto i decreti o gli ordini né di Roma, né di Antipa. Non si sentiva il trambusto del tempio. Né le discussioni dei dottori della legge. Era, invece, possibile ascoltare Dio nel silenzio e nella solitudine. Era il posto migliore per iniziare la conversione a Dio e preparare la strada per Gesù.

 

Con la predicazione del Battista cominciò a udirsi la chiamata alla conversione che concentra tutto il messaggio di Gesù. Egli non aveva ancora fatto la sua comparsa e Giovanni stava già chiedendo un cambiamento radicale perché Dio vuole riorientare la vita verso il suo vero obiettivo. E questo fu precisamente il messaggio di Giovanni: «Convertitevi! Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». Questa "via del Signore" non erano le strade romane dove si muovevano le legioni di Tiberio. Questi "percorsi" non erano neppure strade che portavano al tempio. La conversione chiesta dal Battista consisteva nel "portare frutto": una vita nuova orientato a ricevere il Regno di Dio.

Non abbiamo rassegnarci a vivere in una Chiesa che non si converta al Regno di Dio. Non è consentito seguire Gesù senza accettare il suo progetto: la venuta del regno di Dio e la salvezza del genere umano.

 

E’ necessario aprire nuove strade a Dio che arrivava in mezzo al su popolo nella persona di Gesù Salvatore e Messia. Questa è la prima cosa di cui c’è dobbiamo anche oggi: convertirci a Dio, ritornare a Gesù; aprirgli, anzi spalancargli le strade nel mondo e nella Chiesa. Non si tratta di è un "aggiornamento" o di un adattamento alla situazione attuale. E' molto di più. Si tratta di porre tutta la Chiesa in stato permanente di conversione.


Ci vorrà probabilmente molto tempo per mettere la compassione e la misericordia al centro della cristianità. Non sarà facile passare da una "chiesa statica” a una ”chiesa in uscita”. Occorreranno anni fino a quando le comunità cristiane impareranno a vivere per il regno di Dio e la sua giustizia. Saranno necessari profondi cambiamenti per mettere i poveri al centro della nostra religione. E dovremo comprendere davvero che convertirsi significa solo seguire Gesù il Maestro e il Signore. Sarà questo il vero atteggiamento di conversione da passare alle generazioni future.

 

Solo una Chiesa così sarà degna di attendere e accogliere Gesù che viene.