«Ma io vi dico…»

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Gli Ebrei parlavano con orgoglio della Legge di Mosè. Dio stesso l’aveva dato al suo popolo. E fu il dono migliore che avessero ricevuto dall’Onnipotente. In questa legge è espressa la volontà dell'unico vero Dio. In essa è contenuto tutto ciò di cui c’è bisogno per essere fedeli a Dio.
Anche per Gesù la Tōrāh (תּוֹרָה) fu importante, ma non occupò il posto centrale. Egli visse e annunciò un'altra esperienza: annunciò il regno di Dio! Anzi: quando i farisei gli chiesero: «Quando verrà il regno di Dio?». Gesù rispose loro: «Il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc 17,21). Questo fu il simbolo, centrale della predicazione di Cristo.

Secondo il messaggio biblico ciò che conta è adeguare la nostra volontà alla volontà del Signore, come canta il Salmo 118: «Beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore. Beato chi custodisce i suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore». Questo rende veramente liberi.
Questo convincimento non è mai stato negato da Gesù. Al contrario, egli dichiarò apertamente: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti».  E il Maestro ha aiutato a scoprirne il senso più profondo.

Il Vangelo di questa domenica, VI del tempo per annum, propone tre esempi attraverso i quali i comandamenti rivelano l'importanza dei valori umani:
 
Il quinto comandamento ricorda di “non uccidere”. Gesù afferma: «Ma io vi dico» che questo non basta. Occorre scoprire il valore della vita. E’ doveroso rispettare la vita degli altri, ma anche il loro onore, la loro buona fama. Inoltre il comandamento impone di essere disposti a perdonare il fratello e a promuovere la fraternità.
 
Il sesto comandamento ricorda di “non commettere adulterio”. Gesù afferma: «Ma io vi dico» che questo non basta. Occorre promuovere il valore della fedeltà, per cui dobbiamo vivere relazioni interpersonali che riflettano un cuore puro e promuovere il rispetto reciproco.

L’ottavo comandamento ricorda di "non giurare il falso". Gesù afferma: «Ma io vi dico» che questo non basta. Occorre amare il valore della verità. E vivere in modo così coerente e chiaro che basti dire "sì" e "no" per essere creduti da altri e per promuovere una cultura che sostenga la serietà della parola data.
 
La pericope evangelica odierna si situa nel contesto del Discorso della Montagna che si si è aperto con le beatitudini di Gesù. Quegli ideali di vita non sono contrari a questi valori etici. Al contrario. Entrambi i proclami indicano il vero cammino della felicità.
   «Chi trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli». La vera importanza non la danno il potere, l’avere, il piacere, o l’impostura. Conviene, dunque, non sbagliarsi.
    «Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». La vera grandezza si ottiene con l'apprezzamento e la promozione dei questi grandi valori umani che sono tutelati dai comandamenti. Conviene, dunque, essere ben orientati.