L’Avvento vissuto con responsabilità

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L'Avvento ci introduce a commemorare la nascita del Signore avvenuta or son venti secoli, nella grotta di Betlemme.
Non si tratta del semplice ricordo di un evento passato. Esso ha una dimensione reale e un carattere profondamente spirituale. Il Signore, che nasce di nuovo per Chiesa e per il mondo nel prossimo Natale, vuole nascere soprattutto nel nostro cuore e nella vita delle nostre comunità.
In questo tempo liturgico, nella liturgia della Parola, parlano gli araldi dell’Avvento, i profeti, che hanno annunciato la venuta del Messia. Isaia, Zaccaria, Sofonia e Giovanni Battista e ci preparano a incontrare il Signore, a levigare e pulire le strade della nostra anima, in una parola, alla conversione e al cambiamento interiore, per accogliere il Signore con un cuore puro

Avvento - abbiamo detto - è venuta e arrivo; ma anche incontro di Dio con l'uomo. Per facilitare l'incontro con lui, sono stati propizi (almeno lo speriamo!) alcuni itinerari:
1.  Il deserto di solitudine e di silenzio interiore, tanto necessari nel mondo del rumore e della fretta in cui siamo immersi, così incline alla alienazione e alla frivolezza. Sono stati giorni di crescita in interiorità, entrandovi con sincerità e verità dentro di noi per sapere quali sono i vincoli, le dipendenze e gli idoli che ingombrano il nostro mondo interiore e che ci rubano la libertà e impediscono che il Signore Gesù Cristo sia veramente il Signore della nostra vita.

2.  Il tempo della preghiera intensa, umile e fiduciosa. La preghiera rinnovata e corroborata ci avrebbe dovuto condurre  alla conversione, che aiuta a rompere le catene che rendono schiavi. La preghiera ha aiutato anche ad allargare gli spazi della nostra anima perché il Signore rinasca in noi, illumini ogni angolo del nostro cuore e dia un nuovo significato, una pienezza rinnovata speranza e una inattesa pienezza  per la nostra vita.

3.  La nostra conversione al Signore che, tuttavia, non sarà possibile senza la mortificazione, il digiuno e la penitenza, che non sono passati di moda e che preparano il nostro spirito e lo rendano più docile e ricettivo alla grazia divina. Il nostro incontro con il Signore non sarà possibile se non sarà al tempo stesso un incontro desiderato e sentito.
 
L'Avvento è uno dei tempi specialmente forti dell'anno liturgico. Per questo avremmo dovuto viverlo con responsabilità. In queste settimane abbiamo portato acompimento un compito importante per realizzare il cambiamento interiore che consentirà al Signore di rinascere in noi. Solo allora vivremo la virtù propria dell'Avvento: la speranza nel Dio che viene a salvarci, che è con noi e ci incoraggia con la promessa della vita eterna. Se lo faremo sperimenteremo la vera gioia del Natale che sgorga dalla esperienza dell'amore di Dio che si avvicina all'uomo. In caso contrario, vivremo un Natale malinconico, triste e inquieto, poiché ci mancherà il Protagonista, il Signore ci porta la vera pace e la gioia autentica.
 
L’evangelista Luca scrive che la Vergine, dopo aver dato alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. Il medesimo concetto è espresso da San Giovanni quando dice che Cristo è venuto nella sua casa e i suoi non l'hanno accolto. Dio non voglia che questo sia il nostro atteggiamento in questo Avvento e nel Natale successivo. Non lasciamoci distrarre dal facile consumismo delle reclames pubblicitarie che non sanno colmare il profondo desiderio di felicità del cuore umano.

Il miglior modello dell'Avvento è stata la Vergine Santissima che ha accolto il loro figlio in primo luogo nel suo cuore e poi nel suo grembo. Attese il Signore con ineffabile amore di Madre e preparò intensamente il suo cuore a riceverlo. Possa, Maria, essere la nostra compagna e la nostra guida in questa novena della solennità dell'Immacolata Concezione. Ci aiuti Lei a preparare l’incontro con il Signore per Egli venga a trasformare la nostra vita e ci incoraggi a testimoniarlo e annunciarlo ai nostri fratelli.
 
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