Valore e significato del silenzio

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Oggi viviamo aggrediti dalle parole; siamo abituati a una vita vissuta all’insegna dell’inquinamento acustico. “L’uomo è diventato un appendice del rumore”, osserva Picard. Il silenzio sembra essere quasi un vuoto da colmare, la cui presenza mette ansia. Così il silenzio viene colmato da parole inutili. Il silenzio però è erroneamente compreso come vuoto. Al contrario, il silenzio costruisce relazioni come fanno le parole. L’ascolto è atteggiamento sempre più raro. E il silenzio, che all’ascolto è indispensabile, ci inquieta perché è percepito come una forma di passività, una patologia, una zona della nostra esistenza spiacevole ed estranea. Al contrario il silenzio è una forma di comunicazione superiore, capace di dire molto perché parla il linguaggio delle emozioni, dei pensieri, delle sensazioni che nessuna forma di comunicazione verbale saprebbe mai tradurre in modo tanto pieno, intenso e profondo …

Ci manca, tuttavia, lo spazio e il tempo per scoprire e vivere il silenzio. Eppure nel silenzio possiamo incontrarci con noi stessi fermandoci ad ammirare la meraviglia della creazione, a ripensare le nostre relazioni con gli altri, e scoprire il progetto di Dio per la nostra vita. Il silenzio è occasione per ripiegarci su noi e riflettere, per sintonizzarci su chi siamo e che cosa vogliamo, per comprendere di più le sfumature di ciò che ci rende unici ed irripetibili, per accostarci a scoprire l’effettivo senso della nostra vita.

 

Se la parola e il silenzio si escludono a vicenda, la comunicazione si deteriora. O per stordimento o per freddezza. Se si integrano la comunicazione acquisisce calore e significato. “La parola sorge dal silenzio e al silenzio ritorna”, affermava Jean Guitton,

 

Benedetto XVI, in un Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni, ha parlato con accenti singolarissimi del significato e del valore del silenzio.

 

·     Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto.

 

·   Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero, comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire o ciò che ci attendiamo dall’altro, scegliamo come esprimerci.

 

·    Nel silenzio si colgono i momenti più autentici della comunicazione tra coloro che si amano: il gesto, l’espressione del volto, il corpo come segni che manifestano la persona.

 

·    Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza, che proprio in esso trovano una forma di espressione particolarmente intensa.

 

·   Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazione ancora più esigente, che chiama in causa la sensibilità e quella capacità di ascolto che spesso rivela la misura e la natura dei legami.

 

·   Il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio. Il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti.

 

·    Nelle diverse tradizioni religiose, la solitudine e il silenzio siano spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse e quella Verità che dà senso a tutte le cose.

 

·    Il Dio della rivelazione biblica parla anche senza parole: “Come mostra la croce di Cristo, Dio parla anche per mezzo del suo silenzio. Il silenzio di Dio, l’esperienza della lontananza dell’Onnipotente e Padre è tappa decisiva nel cammino terreno del Figlio di Dio, Parola incarnata. (…) Il silenzio di Dio prolunga le sue precedenti parole. In questi momenti oscuri Egli parla nel mistero del suo silenzio.

 

·    Se Dio parla all’uomo anche nel silenzio, pure l’uomo scopre nel silenzio la possibilità di parlare con Dio e di Dio … La contemplazione silenziosa ci fa immergere nella sorgente dell’Amore, che ci conduce verso il nostro prossimo, per sentire il suo dolore e offrire la luce di Cristo, il suo Messaggio di vita, il suo dono di amore totale che salva.

 

·  Silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo.

 

Conclude il papa emerito Benedetto XVI: è necessario creare un ambiente propizio, quasi una sorta di “ecosistema” che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni.

 

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