Testimoni di Gesù risorto,
speranza del mondo

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Il clima e il contesto liturgico della Pasqua che ci accompagnerà fino alla Pentecoste, consente di tornare a riflettere su uno dei grandi temi della vita del cristiano.

 

In virtù del sacramento del battesimo i credenti sono chiamati ad essere Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo e concretamente testimoni del  Vangelo nella realtà in cui vivono (affetti, lavoro, sofferenza, educazione, politica), in contesti sociali difficili, in un mondo che cambia e con le fragilità che fanno parte della nostra natura umana.

 

Le caratteristiche di colui che testimonia la risurrezione e la speranza si riassumono in un’affermazione essenziale: «il testimone è ‘di’ Gesù risorto, cioè appartiene a Lui, e proprio in quanto tale può rendergli valida testimonianza, può parlare di Lui, farlo conoscere, condurre a Lui, trasmettere la sua presenza

Nel mondo, i credenti sono chiamati a portare la speranza.

E' la speranza nel Cristo Risorto l’accento che - con coraggio nuovo - occorre testimoniare in modo credibile, tutti i giorni, con determinazione.

Tuttavia, il grande nodo è il rapporto tra fede e vita. Il grande Pontefice Paolo VI aveva denunciato quale vero dramma del nostro tempo il fossato tra fede e vita, tra Vangelo e cultura. E' questo il "problema" di sempre nell’esperienza cristiana. Si tratta di un nodo che interpella l’identità cristiana.

 

La speranza cristiana si fonda sulla resurrezione di Cristo e quindi sulla capacità di Dio di salvarci anche nelle situazioni più disperate, come la morte; altrimenti diventa una piccola speranza a cui ci si aggrappa solo per fuggire temporaneamente all’angoscia del vivere. Il Cristianesimo infatti è prima di tutto un incontro vivo e personale con Cristo.

 

Questo comporta sia conoscenza intellettuale, sia esperienza esistenziale, attraverso la mediazione di altre persone e di una comunità che accoglie, che ama, che celebra e che prega a partire dalla Parola. Le nostre strategie pastorali sono quindi il tentativo di favorire questo incontro vivo di Cristo con l’uomo che vive nell’oggi e vanno valutate chiedendosi se un incontro o un momento di preghiera ha lasciato nei partecipanti un segno di speranza, se li ha aiutati a incontrare Cristo.

 

Credere in Cristo risorto fonda, ravviva e sostiene la nostra speranza. Coloro che hanno incontrato e sperimentato nella propria vita la salvezza operata da Cristo non possono tacerla. Si testimonia nella misura in cui si ha dentro e si sperimenta (cfr. 1 Gv. 1,1ss). Per questo non possiamo che essere testimoni di speranza.

 

Bisogna dare nuovo impulso missionario a tutte le donne e gli uomini di buona volontà, risvegliandone le coscienze.

La missionarietà pertanto, deve essere ripresa e riproposta come espressione e annuncio di speranza e come testimonianza. L’annunciatore è necessariamente anche testimone, altrimenti il suo annuncio non è credibile.

 

E non può essere  dimenticato che è la vita, la vita di ogni giorno, il luogo proprio nel quale si fa realtà concreta la salvezza rinnovatrice, donata dal Signore Crocifisso e  Vivo. Sulle strade degli uomini e nella ferialità dell’esistenza il cristiano deve essere "pietra viva", testimone che "rende ragione della speranza" che è in lui, chiamato a far risplendere "il valore della fede" nel Crocifisso risorto, alla condizione irrinunciabile di "stringersi a Cristo, pietra viva". E tutto questo è richiesto oggi, in tempi di fedeltà difficile!

 

In realtà una fede senza vita è disincarnata e sterile e una vita senza fede è segnata dal "non senso" e dalla morte, quindi la negazione stessa della speranza. La frattura tra fede e vita può essere superata solo, riscoprendo l’assoluta novità di  Cristo, il senso pieno per la vita nostra e degli altri e, insieme, ritrovando e gustando la grandezza e la bellezza di essere uniti a Lui sale, luce, lievito che insaporisce, illumina e fermenta dal di dentro l’intera nostra esistenza.

 

Nostro dovere è prepararci, con slancio nuovo e rinnovata  sensibilità, a "raccontare" e, più ancora, a testimoniare con i fatti, che Cristo solo è il senso pieno della vita, in grado di ricostituire il tessuto del mondo nuovo, luogo audace di santificazione, nella quotidianità.

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