Santissimo nome di Gesù

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Il 3 gennaio la Chiesa celebra la memoria del Santissimo nome di Gesù. Il riferimento è al brano del Vangelo di Matteo, allorquando l’angelo apparso in sogno a Giuseppe gli disse: “tu lo chiamerai Gesù”. E l'evangelista Luca registra l'avvenimento nel capitolo 2 del suo vangelo al versetto  21: "Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo".

Il nome "Gesù" vuol dire Salvatore e Redentore. «Nella lingua ebraica, scrive Sant'Epifanio, Gesù significa colui che guarisce, ovvero medico e salvatore ». L'angelo Gabriele dà egli medesimo questo senso al nome di Gesù, quando dice a Giuseppe che non tema di prendere in sposa Maria: poiché quello che è nato in lei le viene dallo Spirito Santo. «Essa partorirà un figlio e lo chiamerai Gesù, perché libererà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 20-21).
« Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra » (Fil 2, 9-10).
 
L'acronimo che vediamo nella immagine di copertina, spicca a tutto campo nell'abside della splendida chiesa del Gesù ubicata in Roma a pochi passi dal Campidoglio e alle spalle della centralissima piazza Venezia.

IHS (con  H normalmente sormontata da una croce)  sta per: IESUS HOMINUM SALVATOR - Gesù Salvatore degli uomini.
E' detto anche cristogramma. Particolare impulso alla diffusione del trigramma è stato dato da san Bernardino da Siena, al cui nome esso resta associato anche oggi.
S. Ignazio di Lojola lo assunse come logo della Compagna di Gesù, aggiungendovi i tre chiodi della passione. Tale acronimo è raffigurato anche nello stemma del "gesuita" Papa Francesco.

Il nome di Gesù è al disopra di ogni altro nome, e non vi è sotto il cielo altro nome dato agli uomini, nel quale possano essere salvi; perché il nome di Gesù è il nome proprio del Verbo incarnato. Quindi il nome di Gesù rappresenta tutta l'economia della Incarnazione del Verbo e della Redenzione, nelle quali più che in tutte le altre opere divine spiccano unite la sapienza e la potenza, la bontà e la maestà di Dio, con tutti gli altri suoi attributi.
Il nome di Gesù è in modo assoluto il più grande, il più santo, il più venerabile.
 
Chi oltraggia o bestemmia il nome di Gesù, pecca più gravemente che chi insulta e strapazza il nome di Dio. Difatti il nome di Gesù è il nome proprio del Verbo incarnato e contiene e sopravanza tutti gli altri nomi del Cristo; di modo che è un nome superiore a tutti gli altri nomi.

Bisogna dunque che al nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio, in cielo, in terra e nell'inferno. Ogni ginocchio deve piegarsi al nome di Gesù, cioè tutti gli esseri dotati d'intelligenza devono adorare questo santo nome... Il cielo riverisce e adora il nome di Gesù, perché in virtù di questo nome gli angeli furono confermati in grazia e in gloria. La terra lo riverisce e adora, perché a questo nome essa deve il suo riscatto e la sua salute.
 
«Ogni lingua confessi - continua S. Paolo - che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre». E ancora ai Tessalonicesi l’Apostolo ricorda: «Sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo» (2 Ts 1, 12).

Esclama San Bernardo: “O nome benedetto, olio prezioso sparso in tutti i luoghi! È già da gran tempo che questo nome è venerato in cielo, nella Giudea, e di là in tutta la terra! La Chiesa innalza la voce da un capo all'altro del mondo e dice: Il vostro nome, o Gesù, è olio dolce e soave, sparso dappertutto e largamente sparso; esso non si dilata solamente per il cielo e per la terra, ma penetra perfino negli inferni; tanto che al nome di Gesù si piega ogni ginocchio in cielo, in terra, e nell'inferno. Ah sì! ogni lingua confessi e dica che il vostro nome è olio delizioso largamente sparso in ogni luogo”. (Serm. XV in Cant.).

Ricorda S. Pietro: «In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati». (At 4, 12).
 
Gli antichi Padri dello spirito lasciano in eredità la seguente profonda convinzione.
Il santissimo nome di Gesù:
1.      seda le tempeste e calma gli uragani di qualunque passione;
2.      sparge la grazia e la misericordia;
3.      nutre l'anima e la infiamma di amore celeste;
4.      porta conforti ineffabili e divini;
5.      procura una buona fama;
6.      bandisce la tristezza e rallegra il cuore;
7.      dà vigore ai martiri e a tutti i fedeli che combattono per la fede;
8.      questo sacro nome corona i vincitori;
9.      medica tutte le piaghe, cura tutte le infermità dell'anima e del corpo;
10.  incatena il demonio, il mondo e la concupiscenza della carne.
 
S. Ignazio di Lojola non volle che la sua Compagnia prendesse nome da lui, ma da Gesù, affinché questo nome le fosse d'incentivo a operare sempre con energia e ad affrontare i supplizi e la morte.

Il nome di Gesù significa che tutti i beni ci vengono da lui, poiché la salvezza, portataci dal Redentore, comprende tutti i doni di Dio e tutti i beni.
È Gesù che cancella col suo sangue i nostri peccati;
Il nome di Gesù non indica soltanto il Salvatore e la salute che ci è venuta da lui, ma anche, l'eccellente e mirabile maniera con cui ci ha salvati. Egli infatti non ci ha salvati con una parola, come con una parola ha creato il mondo, ma ha preso sopra di sé le nostre infermità per guarircene.
 
S. Bernardo diceva: «Abbi sempre Gesù nel cuore, e l'immagine del Crocefisso non si allontani mai dalla tua mente. Sia Gesù tuo cibo e tua bevanda, tua dolcezza e tua consolazione, tuo miele e tuo desiderio, tua lettura e tua meditazione, tua preghiera e tua contemplazione, vita, morte e risurrezione tua. Gesù è miele alla bocca, melodia all'orecchio, letizia al cuore» (Serm. XV in Cantic.).
      Sia Gesù il nostro amore e il centro dei nostri affetti;
      sia il soffio del nostro respiro, l'oggetto dei nostri discorsi;
   sia l'anima e la vita nostra, il modo che siccome noi siamo, noi viviamo, noi operiamo in lui e per lui, così pure non serviamo che lui, non ci studiamo di piacere ad altri che a lui, non parliamo che di lui solo;
    sia incessantemente sotto gli occhi;
    camminiamo sempre alla sua presenza, lavoriamo e soffriamo per lui;
      siamo pronti a fare per lui ogni sacrificio, ancorché difficile e penoso;
   moriamo finalmente per lui, in lui e di lui, affinché regniamo eternamente con lui nel soggiorno della felicità e della gloria.
 
     Ma è ancora San Paolo che allarga il cuore e da certezza quando afferma: «se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo». (Rm 10,9).
Non è meraviglioso? 
Avere la certezza della salvezza confessando con la bocca che 
«Gesù è il Signore!».

Allora trasformiamo l'affermazione di san Paolo in preghiera, e ripetiamola spesso: Gesù è il Signore! Dio l'ha risuscitato dai morti. 

 
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