Santissima Trinità
Aprirci al mistero di Dio

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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:  «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


In venti secoli di cristianesimo, grandi teologi hanno scritto studi profondi sulla Trinità cercando di investigare il Mistero di Dio impiegando un grande sforzo per avvicinarvisi e formulando con dotte costruzioni concettuali le differenti relazioni che legano, vincolano e differenziano le Persone divine  della Santa e Beata Trinità. Sforzo indubbiamente legittimo, nato dall'amore e dal desiderio di Dio.
 
Tuttavia, essi  stessi per primi concludono che, per conoscere Dio, l'importante è non pensare molto, ma sapere qualcosa dell’amore.
La ragione è semplice: la teologia cristiana propone una sintesi straordinaria: Dio è Amore!
Dio non è una realtà fredda e impersonale; non è un essere triste e solitario.
Non è impenetrabile e chiuso in stesso.
Nel suo essere più intimo Dio è amore, vita condivisa, amicizia gioiosa, dialogo, abbraccio, comunione di persone.
 
Gesù non parlò molto di Dio. Egli ha rivelato il Padre e ha promesso lo Spirito Santo.
Ha narrato la sua esperienza e invitato i suoi seguaci a relazionarsi con Dio Padre, a seguire fedelmente le sue orme di Figlio incarnato, a lasciarsi guidare e incoraggiare dallo Spirito Santo.
In una parola, Gesù ha insegnato ad aprirci al santo mistero di Dio.
In che modo?

Gesù ha invitato i suoi seguaci a vivere come figli e figlie di un Dio vicino, buono e caro, che tutti possiamo invocare con il dolce nome di Padre.

Gesù ha chiamato Dio "Padre" e lo ha vissuto come un mistero di bontà. Lo ha vissuto come una presenza buona. Ciò che caratterizza questo Padre non è il suo potere e la sua forza, ma la sua tenerezza e la sua infinita compassione. Nessuno è solo! Abbiamo tutti un Dio Padre che ci comprende, ci ama e ci perdona come nessun altro.

Gesù indicò che questo Padre ha un progetto nato dal suo cuore: costruire con tutti i suoi figli e figlie un mondo più umano e fraterno, più giusto e solidale. Gesù lo ha chiamato "regno di Dio" e ha invitato tutti a entrare nel progetto del Padre alla ricerca di una vita più giusta e degna per tutti.

Allo stesso tempo, Gesù invitò i suoi seguaci a fidarsi anche di lui: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. (Gv 14,1). È il Figlio di Dio, immagine vivente del Padre. Le sue parole e i suoi gesti hanno rivelato l’amore del Padre verso tutti i suoi figli. E ha invitato a seguirlo, a incontralo personalmente, a essere suoi discepoli. Egli ha insegnato a vivere con fiducia e docilità al servizio del progetto del Padre: il Regno di Dio.
 
Inoltre, con i suoi discepoli Gesù ha inteso formare una nuova famiglia in cui tutti cerchino di compiere la volontà del Padre. Questa è l'eredità che ha voluto lasciare sulla terra. Questa famiglia sarebbe stata il simbolo e il germe di quei cieli nuovi e di quella terra nuova amati dal Padre.
 
In tutto questo, Gesù ha agito sempre guidato dallo Spirito di Dio. È lo stesso Spirito che ha promesso di mandare sui suoi discepoli. «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni … fino agli estremi confini della terra» (At 1,8). Questo Spirito è l'amore di Dio condiviso tra il Padre e il Figlio Gesù.  

Lo Spirito di Dio non si sarebbe mai estinto nel mondo anche quando Gesù fosse assiso alla destra del Padre. Lui stesso l’ha promesso ai suoi discepoli. Il potere dello Spirito sarà la forza, lo slancio e l'energia vitale che renderà i seguaci di Gesù testimoni e collaboratori del piano salvifico del Padre. Così i cristiani vivono praticamente il mistero della Santa e Beata Trinità.
 
Cari Amici.
Fin qui il Dio Trinità rivelato da Gesù Cristo.
Ma la cosa bella è che tutti noi siamo fatti a immagine di quel Dio di cui Gesù di Nazaret ha fatto esperienza di vita. Lui lo disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza …». (Gn 1,26)

L'essere umano è una specie di miniatura di Dio. È facile da intuire. Ogni volta che sentiamo il bisogno di amare ed essere amati, ogni volta che accettiamo e cerchiamo di essere accolti, ogni volta che condividiamo un'amicizia che ci fa crescere, ogni volta che diamo e riceviamo la vita, allora stiamo assaporando «l'amore trinitario» di Dio. L'amore che scaturisce in noi proviene da lui.
 
Allo forse è proprio vero che il modo migliore per avvicinarsi al mistero di Dio Trinità (oltre i libri che parlano di lui) sono le esperienze d'amore che ci regala la vita. Quando due giovani si amano, quando due coniugi si danno a vicenda, quando papà e mamma fanno nascere una nuova vita dal loro amore, costoro vivono l’esperienza dell’amore di Dio anche quando sono esperienze maldestre e imperfette.

L'amore trinitario di Dio non è un amore esclusivo, ma un amore tra tre.
È l'amore che si diffonde e che è dato a tutte le creature.
Allora, chi vive l'amore che viene da Dio impara ad amare e a offrire la propria vita per un mondo più amabile e degno di Dio.
 
Ricordiamo della Santissima Trinità ogni volta che faremo il segno della croce: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
 
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