San Giuseppe
artigiano nella fede e nell'amore

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San Giuseppe, l'umile carpentiere di Nazaret, ha assunto con amore, fedeltà e dedizione assoluta il tesoro più grande che gli sia stato proposto nel sogno dall’inviato di Dio: il figlio di Dio.
Con il cuore di padre Giuseppe amò Gesù, chiamato nei quattro Vangeli “il figlio di Giuseppe”. 
La sua vita è stata un Vangelo vivo, scritto con l'inchiostro della fedeltà. 
La bellezza della sua vita e l’operosità delle sue mani lo hanno reso la persona fidata di Dio per prendersi cura di Gesù e Maria. 
Pertanto, aderendo a quella fedeltà da un amore forgiato nella cura e custodia del figlio e della sposa, si è dato tutto, completamente e per sempre.

Merita prestare attenzione alla paternità di Giuseppe per apprenderne qualche insegnamento.

San Giuseppe ha sempre saputo che il Bambino non fosse suo, ma gli era stato semplicemente affidato. Orbene una genitorialità sana non cerca di trattenere il figlio a possederlo, ma piuttosto a renderlo capace in modo che egli stesso possa scegliere il bene con libertà. 
il vero amore di un padre si manifesta in questa capacità di rinunciare a fare del figlio una copia di sé per consentirgli di trovare la propria strada. 
La logica dell'amore è la logica della libertà "e Giuseppe ha saputo amare in modo straordinariamente libero" e "ha messo Maria e Gesù al centro della sua vita" (Papa Francesco, Lettera apostolica Con cuore di un padre, 7)
In questo dono di sé  ha trovato la vera felicità.

San Giuseppe si abbandonò senza riserve nelle mani del Padre, ponendo ai piedi della Provvidenza divina il cammino umano del Figlio di Dio. Avere fede in Dio, come sottolinea Papa Francesco nella Lettera apostolica dal titolo Con cuore di Padre significa credere che "Egli può agire anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità e le nostre debolezze". Allo stesso tempo, "ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo aver paura di cedere il timone della nostra barca a Dio". (Papa Francesco, Lettera apostolica Con cuore di un padre) 

San Giuseppe ha dato tutto quello che aveva perché sapeva che l'amore è molto più grande della paura, perché - con esso - l'umanità di Cristo è stata forgiata con l'aiuto di codesto buon custode che ha agito come padre. E Dio, che non si lascia mai superare in generosità, ha voluto che Giuseppe entrasse "al servizio dell'intera economia dell'Incarnazione", come ha scritto san Giovanni Crisostomo.

San Giuseppe, un padre amato da tutto il popolo cristiano, che unisce - nel silenzio - l'Antico e il Nuovo Testamento. Un padre "in tenerezza", "in obbedienza" e "in accoglienza". Un padre "dal coraggio creativo", "gran lavoratore" e "sempre nell'ombra". È l’dentikit che ne fa il Santo Padre Francesco nella Lettera apostolica citata, sottolineando quel silenzio persistente "che non contempla lamentele", ma "gesti concreti di fiducia".

San Giuseppe, custode di Gesù e della Chiesa, ricorda che solo dal silenzio della croce è possibile amare l'intera umanità. 
Infatti, lui, spogliato di se stesso, non si è mai messo al centro. Al contrario, seppe decentralizzare, tacitando le sue paure e confidando semprein Dio nella suaanmche nei momenti di angoscia, per mettere Maria e Gesù al centro della sua esistenza.

E non possiamo dimenticare che questo grande Patriarca e modesto artigiano ci ha insegnato a vivere nella contemplazione, a confidare sempre in Dio, a santificare il lavoro umile e semplice e a vivere l'amore con una purezza cristallina.

Con san Giuseppe vogliamo anche onorare la Vergine Maria, che ha sempre riempito di pace l’operosa casa di Nazareth e si è affidata a Dio come umile ancella del Signore. 

 

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