Nel Sacro Cuore squarciato di Gesù celebriamo la tenerezza consolante di Dio

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Durante tutto il mese di giugno e, soprattutto, nel venerdì dopo la solennità del Corpo e del Sangue del Signore, la Chiesa celebra la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù: manifestazione suprema dell’amore sensibile di Gesù, che si donò al Padre e a noi. Un Mistero stupendo che collega la più alta teologia alla più diffusa pietà popolare, la più ampia grandezza all'intimità più personale. Ciascuno di noi trova in quel Cuore la sintesi e la sorgente della propria vita; trova il rifugio nell'incomprensione, la saldezza nella prova. Ciascuno trova la misura dell'amore: l'Amore con il quale quel Cuore «ha tanto amato il mondo»!
 
Uno dei più grandi teologi del Novecento, Karl Rahner, dopo aver ricordato che nei misteri che riguardano Cristo «c’è il mistero più nascosto di tutti, quello del Cuore aperto e sanguinante del Signore, fonte da cui scaturiscono tutti gli altri misteri» continua: «Si può indicare ed esprimere alla meno peggio, balbettando, questo mistero ineffabile con una di quelle parole che fanno parte della struttura fondamentale del linguaggio umano. Solo chi ama può pronunciare la parola “cuore” sapendo quello che dice, e solo chi è unito con amore al Signore Crocifisso comprende che cosa significa parlare del “cuore di Gesù”».
 
Nel Cuore squarciato di Cristo celebriamo in pieno il mistero insondabile e consolante della tenerezza di Dio per ogni uomo… un amore che non conosce limiti! «Se vogliamo sapere chi è Dio, dobbiamo inginocchiarci ai piedi della Croce» (Moltmann). Se vogliamo sapere che cos’è l’amore, dobbiamo inginocchiarci ai piedi della croce. Ed è proprio lì che ci chiede di sostare questa Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Lì, contempliamo «l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità» dell’amore di Cristo pieno di misericordia.
 
Lo squarcio della lancia del soldato non è servita ad accertare la morte di Gesù, già evidente. È servita a vedere le viscere di Dio. Attraverso il cuore di Gesù entriamo ove non potremmo mai entrare, nel mistero stesso dell’amore indicibile di Dio. Il cuore e le viscere nella tradizione biblica raccolgono quello che noi chiamiamo gli affetti, l’intelligenza, la volontà, l’identità, il compito della vita. Il soldato squarciando il costato di Gesù ci ha fatto vedere l’invisibile.
 
Non c’è alcuna possibilità di salvezza e di comprensione della fede se non nel cuore di carne del Figlio di Dio. In tal modo è stato possibile vedere il cuore squarciato, vedere il sangue e l’acqua. Il sangue è simbolo di tutta l’esistenza del Figlio profusa in favore dei fratelli; l’acqua è la fonte viva che scaturisce dalla sua vita offerta per noi. E dall’acqua e dal sangue nasce la Chiesa, generata non per volontà di uomini ma dall’amore del Padre nella carne del figlio, per la forza dello Spirito.
 
Nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, celebriamo l’esaltazione dell’Amore, che è una delle quattro dimensioni fondamentali dell’uomo: la conoscenza, la libertà, l’amore e la fede. Essa mostra che tutto è dovuto all’amore: dal disegno originale di Dio alla creazione, alla redenzione, alla pienezza della comunione in Dio. Tutto questo splende nel cuore di Gesù. È quanto abbiamo pregato nella prima parte della orazione colletta: «O Padre, nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per noi».
 
Cari Amici,
La devozione al Sacro Cuore non si rivolge a un pezzo del corpo del Signore Gesù, ma all’amore che esso simboleggia. È bene dunque ritornare al suo fondamento che è la rivelazione dell’amore di Dio proclamato nella Scrittura e celebrato nella liturgia. L’amore di Dio per noi non è merito nostro, ma iniziativa di Dio: «Non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli il Signore si è unito a voi e vi ha scelto; ché anzi voi siete il più piccolo di tutti i popoli. Ma perché il Signore vi ama e per mantenere il giuramento fatto ai vostri padri» (Dt 7,7-8).
 
Contempliamo il Mistero del Cuore di Cristo, trafitto perché amante: che si offre, che esce fuori di Sé, che si supera; che va oltre ogni offesa, ma anche oltre ogni tornaconto personale. Che va oltre ogni sentimento: e quanto è importate capire questo! Senza il Mistero del Cuore di Gesù, il nostro Dio non sarebbe comprensibile. Anzi, senza il Mistero del Cuore di Gesù, noi non potremmo, nel senso più pregnante del termine, «conoscere» Dio.
 
È il Suo Cuore che parla al nostro cuore. Entriamo in quel Cuore che, nelle litanie, usiamo chiamare «fornace ardente di carità». Il Cuore di Cristo è il luogo dove questo amore del Padre per l’uomo pulsa e si rende manifesto. Dal costato di Cristo si effondono sangue ed acqua «perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza» (Prefazio della Messa del Sacro Cuore). 
 
Charles de Faucauld, che la Chiesa ha proclamato santo, in una una meditazione del 1905, ha riferito le intuizioni particolari della sua fede: «Il riassunto di tutta la religione è il mio Cuore. Il mio Cuore vi ricorda che Dio è amore e l’amore che voi dovete rendere a Dio. È questo amore di Dio per voi, che vi ricorda il mio Cuore».
 
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